Così è decaduto il salotto: culla di idee nel 700, gala del conformismo oggi di Pierluigi Battista

Così è decaduto il salotto: culla di idee nel 700, gala del conformismo oggi Così è decaduto il salotto: culla di idee nel 700, gala del conformismo oggi Pierluigi Battista CONTRO la «museruola» imposta dalla corte per azzittire dissensi, mugu¬ gni e difformità, è «nelle "conversazioni", dentro i salot¬ ti, che tra il XVI secolo e la Rivoluzione francese nasce, in¬ sieme all'opinione pubblica, an¬ che il suo braccio armato: il partito politico, il programma rivoluzionario, l'utopia, in qual¬ che modo anche la prima espe¬ rienza parlamentare moderna». Così Benedetta Craveri ci resti¬ tuisce con la sua La civiltà della conversazione la fisionomia di un'arte che fu anche palestra di nuove idee, rodaggio di nuovi stili d'argomentazione, labora¬ torio di una socialità fatalmente incline a trovare in una nuova istituzione il «salotto» e il «salot¬ to culturale» in particolare, la sua espressione più coerente. E' li che prende forma 1'«opi¬ nione pubblica», quell'abitudine al dialogo e al contraddittorio (e alla contestazione) magistral¬ mente analizzata in Storia e crìti¬ ca dell'opinione pubblica, il libro a suo tempo pubbhcato in Italia (e, di recente, lodevolmente ripro¬ posto) da Laterza e scritto da uno Jiirgen Habermas non ancora sacerdote a tempo pieno della neo-ortodossia del «patriottismo costituzionale». Con un detta- glio, che rende le conclusioni del discorso di Habermas leggermen¬ te diverse da quelle di Benedetta Craveri: accanto ai salotti (e tal¬ volta in accesa polemica con essi) uno dei luoghi più effervescenti della nuova socialità borghese resta, storicamente, il caffè. Mentre il salotto elabora e impone nuove etichette e funzio¬ na ancora su meccanismi di esclusione, il caffè democratiz- za. l'opinione pubbhca in forma¬ zione, instaura un'aristocrazia dell'intelligenza che cancella ta¬ bù e divisioni sociali, inaugura ima conversazione informale e disinibita che condizionerà per sempre i moduli esistenziali del¬ la moderna bohème intellettua¬ le. Non a caso è proprio nei caffè che viene fissato lo scenario delle avanguardie culturali: luo- go di ritrovo degli artisti, comi¬ tato di redazione di riviste e rivistine, palcoscenico di epiche risse e di corrosivi pettegolezzi letterari. Il dualismo tra caffè e salotto culturale è del resto al centro della migliore letteratu¬ ra francese dell'Ottocento, ana¬ tomizzato da Balzac, disseziona¬ to da Flaubert, codificato da Maupassant. E nel Novecento è proprio un salotto culturale il luogo di una chimera velleitaria e inconcludente come 1'«Azione Parallela» celebrata e insieme ridicolizzata da Robert Musil nell'Uomo senza qualità. In Italia il salotto culturale diventerà ben presto luogo del- l'irreggimentazione e del confor¬ mismo. E' nel salotto culturale di Margherita Sarfatti che du¬ rante il fascismo si fanno e si disfano le reputazioni dei singo- li, le fortune dei gruppi, la forza delle cordate e scrittori come Corrado Alvaro e Alberto Mora¬ via dovranno frequentare casa Sarfatti per ottenerne considera¬ zione e protezione. Nel dopoguerra il salotto cul¬ turale non gode di buona fama. La sera gli intellettuali andava¬ no al caffè, possibilmente vici¬ no a rinomate librerie. Ma i salotti erano ed apparivano luo- ghipolverosi o paludosi. L'ope¬ ra omnia di Alberto Arbasino, in fondo, non è che un ininterrótto e sarcastico contrappunto. E quando i salotti culturali svela¬ no la loro natura di spugna che assorbe ogni genere di conformi¬ smo, Arbasino non può fare a meno di rispondere per le rime come ha fatto quest'anno con il swoRap. Naturalmentie il salotto cultu¬ rale, sempre più degradato negli ultimi anni a palcoscenico di damazze arrampicatrici e pre¬ senzialiste, può anche smaniare per la scossa elettrizzante della trasgressione (fino al punto di provare il brivido del politica¬ mente scorretto con La versione di Barney di Mordechai Richler, e Piattaforma di Michael Houel¬ lebecq). Ma quella fucina della moder¬ na opinione pubblica descritta a rappresentata dal libro di Bene¬ detta Craveri da tempo si è spenta. Da tempo nei «salotti culturali» le discussioni sono diventate ripetitive e rituali. Da tempo quel laboratorio di idee si è trasformato in una fabbrica di frasi fatte e comportamenti in¬ tellettuali standardizzati e fa¬ tui. Salotto culturale, adieu. ERA IL LUOGO DOVE SI FORMAVA L'OPINIONE PUBBLICA, E' DIVENTATO UNA SPUGNA CHE ASSORBE TUTTO, A CUI CONVIENE RISPONDERE PER LE RIME, Di RAP IN RAP B. Craveri La civiltà della conversazione Acte/phi, pp. 591. L 60.000 Habermas Storia e critica dell'opinione... Laterza, pp. 312. L. 32.000 Robert Musil L'uomo senza qualità Einaudi, pp. 465, L. 48.000 A\berto ArbasmoRap Feltrinelli, pp. 187, L. 17.000 Mordechai Richler La versione di Barney Adelphi. pp. 490. L. 34.000 Michael Houellebecq Piattaforma Bompiani, pp. 295. L 32.000

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