In fuga con Joseph Roth tra i caffè di Vienna e Parigi

In fuga con Joseph Roth tra i caffè di Vienna e Parigi In fuga con Joseph Roth tra i caffè di Vienna e Parigi Carlo Frutterò e Franco Lucentlnl A sinistra il Municipio oltre il quale si intravede lo spigolo della caserma dei Carabinieri; dirimpetto la Scuola e là in fondo la facciata della Chiesa; ma qui, sul quarto lato della piazza, i nostri occhi cercano d'istin¬ to l'ultima, indispensabile istituzio¬ ne, sia pure senza la «i» maiuscola: il Caffè. Fra le pochissime cose decenti che la civiltà o modemità ha inventato il Caffè merita senza il minimo dubbio un posto di prima fila. Sovrastato da solenni omoni in cilindro, compresso da vistose da¬ me d'illustre rango, costretto a al¬ zarsi sulla punta dei piedi per entra¬ re di sbieco nella storica fotografia, il Caffè è anche l'unico a sorridere. Non è ambizioso, non si sente im¬ portante, decisivo come gli altri protagonisti del Bene Pubblico. Ep¬ pure Paul Valéry, sommo maitre à penser del secolo scorso, ne vide bene la funzione vitale per la nostra sopravvivenza: la'foresta, le fiere in guerra perpetua e al calar della sera le prede e i predatori, il leone e la gazzella, che scendono il fiume per bere tutti insieme, tralasciando per tacito, rehgioso accordo le loro in¬ compatibilità. Si stabilisce una tre¬ gua: «Le premier café est crée)). Preferiamo questa nobile ascen¬ denza zoologica alle opache defini¬ zioni oggi correnti, punto di socializ¬ zazione, di scambio interpersonale, di spazio di aggregazione e simili; che non danno conto della gioia (in tutte le sue temperature, dal sollie¬ vo al tripudio) da tutti noi provata entrando in un caffè. Perché piove e fa freddo. Perché usciamo da una penosa visita ospedahera. Perché incontriamo un vecchio amico che non vedevamo da anni. Perché dob¬ biamo combinare una cena, una gita, una partita a calcetto. Perché lei (o lui) ci sta aspettando a un romantico tavolino... Infiniti quan¬ to infiniti sono i nostri movimenti e moventi nella vita quotidiana sono i tipi di caffè di cui ci è dato oltrepassare la sogha, anche se in verità qualsiasi caffè è asilo, è amico. Si intuisce anzi una parente¬ la d'ordine non commerciale ma sacro fra gli specchi, i bronzi, i marmi del più elegante fra di loro e lo squallore di buco, di budello plastificato prevalente in un locale di periferia. Per questo una strage di malavita in un caffè ancora ci appare come una profanazione par¬ ticolarmente orrida: ma come, se ne stavano lì tranquilli, in un luogo neutrale, di pace, e quelli entrano col mitra spianato... Per non parla¬ re delle bombe terroristiche che il caffè lo devastano, donne, bambini, tazzine, zuccheriere. Strabiliante almeno in Italia è la disponibilità di scelta che offre an¬ che il più umile caffè. Caldo, freddo, lungo, ristretto, macchiato caldo, macchiato freddo, corretto, con schiuma... E tanta democratica ge- nerosità non può chiudersi a nessu¬ no, il caffè ospiterà il tavolo dei rapinatori che preparano il colpo, dei rivoluzionari che progettano l'assalto al Palazzo, dei truffatori che bidonano l'anziana coppia di pensionati. E da un tavolino di caffè il Dottor Samuel Johnson emetteva le sue rotonde e feroci sentenze, i futuristi e i surrealisti lanciavano i loro imperiosi manifesti, i liberali e progressisti le loro fervide anticipa¬ zioni. «Alfin per entro il fumo/ De' sigari onorato al romorio/ De' crepi¬ tanti pasticcini, al grido/ Militar di gelati e di bevande/ Ordinator, fra le percosse tazze/ E i branditi cuc¬ chiai...». Così Leopardi nella «Palinodia a Gino Capponi», e da questa scenetta impressionista è lecito dedurre che l'atmosfera dei caffè non gli andas¬ se molto a genio. Ma Samuel Bec- kett, altro grande solitario, al caffè ci passava ore, giorni, chiuso nei suoi silenzi di selce. Altri letterati di gran fama ci sbriciolavano i pome¬ riggi o le serate in pungente o affettuosa o rissosa compagnia. Le Giubbe Rosse a Firenze, il settecen¬ tesco Caffè Greco a Roma, e l'Ara- gno, il Rosati, i caffè di via Veneto, il Biffi e il Savini a Milano, il Florian a Venezia, il Florio e il Piatti a Tori¬ no... Ma tutta l'Europa letteraria, con mitiche estroflessioni in Sudameri- ca, ha goduto di questo lusso alla portata anche dei faUiti, dei minori, dei comprimari raccolti intorno al Maestro. Vale la pena di sfogliare un libro tenero e puntuale. Fuga e fine di Joseph Roth di'Soma Mor¬ genstern, dove i caffè di Vienna e Parigi sfilano come altrettante sta¬ zioni di una via crucis inesorabile. Non importa granché di sapere cosa si dicessero, si dicano, le belle men¬ ti riunite attorno ai tavolini. Chi ci va per distendersi dopo una giorna¬ ta di buon lavoro, chi al contrario perché non è riuscito a scrivere una sola riga, chi per aver notizie su una nuova rivista, chi per spettegolare, chi per criticare presenti e assenti, chi per abbandonarsi a fiere polemi¬ che, chi per sfogarsi a fondo, chi per starsene zitto, chi per vedere un po', chi per essere un po' visto. L'idea è di «passare» di lì sapen¬ do che si troverà più o ifleno sempre il conforto di una confratemita di gente bene o male affine. Ma è d'altra parte proprio per questo che alcuni refrattari ne girano accurata¬ mente al largo e scelgono il primo locale che capita, perché in fondo il conforto, il calore, l'attimo di pace te lo amministrano tutti i sacerdoti del chicco yemenita. UN LUOGO-ISTITUZIONE DELL'EUROPA LETTERARIA: DA VALÉRY AL DOTTOR JOHNSON. CHE DAL TAVOLINO EMETTEVA FEROCI SENTENZE, AL SILENZIOSISSIMO BECKETT ■v seph Roth, Adelphi, pp. 460, L. 45.000 i stra vita La copertina di questo "Spsono di Matteda poco pubbpresso Rando«Manhattan un album conpiegata a fisasu cui appare10 skyline di MLo "Speciale è stato curatin redazione Nico OrengoAntonella AmLuciano GentBruno QuaraPiero Soria. 11 progetto gCynthiaSgaral film: la sceneggiatura di No¬ bel di Fabio Carpi; il romanzo- cronaca di Herbert Asbury da Kennet AngeHollywood B La copertina e le illustrazioni di questo "Speciale Strenne" sono di Matteo Pericoli, che ha da poco pubblicato presso Random House «Manhattan unfurled», un album con un'unica pagina, piegata a fisarmonica, su cui appare in bianco e nero 10 skyline di Manhattan. Lo "Speciale Strenne" è stato curato in redazione da Nico Orengo, Antonella Amapane, Luciano Genta, Bruno Quaranta, Piero Soria. 11 progetto grafico è di CynthiaSgarallino. Kennet Anger Hollywood Babilonia II Adelphi, pp. 326, L. 65.000 Laura, Luisa, Morando Morandini Dizionario dei film 2002 Zanichelli, pp. 1823, L 40.000 Paolo Mereghetti Dizionario dei film 2002. 2 voli. Schede e Indici Baldini 8i Castoldi, pp. 2376,951, L 55.000 Fabio Carpi Nobel Gremese, pp. 109, L. 21.201 Herbert Asbury Legangdi NewYork Garzanti, pp. 425. L 35.000 DaveStern Lara Croft-Tomb Raìder Sonzogno, pp. 303, L 26.000 Enrico Magre!!! e Giovanni Spagnoletti (a cura di) Tutti i film di Fassbinder Ubulibri, pp. 184, L 50.000 Stefano Masi (a cura di) A. Blasetti 1900-2000, introduzione di Callisto Cosulich, Comitato Alessandro Blasetti per il centenario della nascita 2001, pp. 412 Siegfried Kracauer " Da Caligari a Hitler Lindau, pp. 535. L 58.000 Ugo Pirro Il cinema della nostra vita Lindau. pp. 130, L 22.000