Prigionieri dell'autostrada e del gelo

Prigionieri dell'autostrada e del gelo Prigionieri dell'autostrada e del gelo «Per sette ore siamo rimasti bloccati sulla Salerno-Reqqio» reportage Fulvia Milane Inviato a COSENZA L'inferno può anche essere fatto di ghiaccio e di neve, e di una spessa cortina bianca che non ti fa vedere a un palmo dal naso. La luce dei lampeg¬ giatori delle pattughe della stradale si intravedono appena, in questo lembo di Siberia trapiantato nel sud Italia. Le auto e i camion sono fermi da sette ore sull'autostrada chiusa all'improv¬ viso per il maltempo, con gli impianti di riscaldamento sparati al massimo: è l'unico modo per difendersi dal freddo, in attesa che la colonna ripar¬ ta, chissà quando. Maledetta A-3, maledetto inverno, maledetti i soccor¬ si che non arrivano, o arrivano a singhiozzo, messi in ginocchio da una bufera più che prevedibile. Maledetto tutto il mondo che qui, sulla Salerno- Reggio Calabria, stasera fa davvero paura. Che cos'è se non il terrore, quello che leggi negli occhi di Marco Rendine, camionista salernitano, pa¬ droncino che si è avventurato lungo la Salerno-Reggio Calabria ridotta a una pista scavata nella neve? «E' una trappola, una fottutissima trappola: d'estate è uria fornace, per giunta piena di ostacoli e sempre intasata dal traffico; d'inverno ci si può morire assiderati». L'autostrada è bloccata dal gelo che ha imperversato per tutto il gior¬ no sul Salernitano e sulla Calabria, dove si sono raggiunte temperature polari: 11 sotto zero toccati durante la notte a Lorica. Centinaia di veicoli sono rimasti imbottigUati soprattutto nel tratto compreso fra i caselli di Attilia e Rogliano, in provincia di Cosenza dove nevica senza interruzio¬ ne da otto ore. E qui, in questo deserto bianco in cui le mani si gelano in un attimo e il fiato appanna i finestrini, non si vede un soccorrito¬ re. Marco e Paolo Siviera sono partiti da Catania, e alle sette del mattino erano a Villa San Giovanni. Alle otto di sera si trovano ancora in Calabria. Sono esausti. «E' scandaloso, siamo stati fermi per ore a RogUano, non c'erano ne spazzaneve né altri mezzi di soccorso. Dove sono finiti? Non ci vengano a dire che questa emergenza non era prevedibile. Da giorni i tele¬ giornali annunciavano il gelo nel sud, ci voleva tanto per predisporre uno straccio di piano d'intervento?». La piazzola di servizio poco prima del casello di Attilia sembra un cam¬ po-profughi. Monica trema come una foglia, le mani strette attorno a una tazza piena di cioccolata bollente. E' furiosa anche lei, con il fidanzato cerca da ore di raggiungere Napoli. «Dopo lo svincolo di Rogliano siamo rimasti imbottigliati - sibila -. Non potevamo andare ne avanti né indie¬ tro. Ho telefonato alla redazione di un giornale. Un amico cronista mi ha detto che il prefetto di Cosenza aveva disposto l'invio di ambulanze, volon¬ tari della Croce Rossa e di un mezzo dell'esercito con generi di conforto. Ma chi li ha visti?». Le dà ragione Giorgio, agente di commercio milane¬ se: «Dove sono, dove sono i soccorsi? Eppure questo è un tratto autostrada¬ le di montagna, i mezzi dovrebbero essere sempre in efficienza, soprattut¬ to in questo periodo dell'anno. Invece si é creata una situazione assurda: traffico bloccato, code di chilometri, tir e auto abbandonati per ore sulla carreggiata». L'incubo bianco sull'A-S é comin¬ ciato alle prime ore del mattino, quando è successo quello che i mete- reologi andavano dicendo da giorni. In tutta la provincia di Cosenza e su buona parte della Lucania sono cadu¬ ti i primi fiocchi che ben presto si sono trasformati in una tempesta di neve. I monti della Sila erano irran- giungibili, ma la neve é caduta in abbondanza anche a bassa quota, superando i trenta centimetri intomo al capoluogo e diventando subito ghiaccio per il freddo polare. Ma la situazione peggiore si é verificata proprio qui, sulla Salerno-Reggio Ca¬ labria, nei pressi di Rogliano, dove il nastra d'asfalto somigliava a una la¬ stra lucida e scivolosa. Poche ore dopo l'inzio della tor¬ menta, la situazione é precipitata. Un tir è slittato, terminando la sua corsa di traverso sulla carreggiata. La stes¬ sa sorte è toccata a un furgone e a un'auto, che in una manciata di minu¬ ti hanno bloccato il traffico. E' scatta¬ ta così la decisione di chiudere il tratto Rogliano-Cosenza dell'A-3, de¬ viando la circolazione sulla statale 18. Ma chi era già lì, a fare i conti con la neve che nessun mezzo spalava e con il freddo che nessun soccorritore veniva ad alleviare, se l'è vista davve¬ ro brutta. Ha trascorso sette ore al gelo, sperando in un aiuto che non arrivava. Nel resto dell'autostrada le cose non andavano meglio: la neve è caduta fitta a Piano Lago, Tarsia, Frascineto, e ancora più a nord verso il confine con la Basilicata. La polizia stradale invitava gli automobilisti a non avventurarsi sull'A-3, ma ormai il disastra era compiuto. La prefettura di Cosenza sembra¬ va il quartier generale di un esercito in ratta, in cui i generali ora si giustificano come possono. «Abbia¬ mo avuto grosse diffoltà per far muo¬ vere i mezzi», spiega un funzionario. Dalla polstrada del distaccamento di Cosenza nord assicurano che tutto il personale e tutti i veicoli di soccorso sono stati all'opera per cercare di rimettere in carreggiata tir e auto finiti fuori strada. E hanno lavorato davvero, anche se con enorme ritar¬ do. Soltanto dopo le sei di sera, infatti, gli ostacoli sono stati rimossi. Il traffi¬ co lentamente ha ripreso a scorrere. Non per Silvia Perrella, rimasta bloc¬ cata nell'area di servizio. «C'è l'obbli¬ go delle catene a bordo, ma io non ce le ho», spiega. E davanti a lei si materializza il fantasma di una notte al gelo, nella speranza che il nuovo giorno porti via la neve. «Non sono arrivati né gli spazzaneve né i mezzi di soccorso Abbiamo rischiato di morire assiderati» ^m^-mWMW^ f':T* Nella zona di Cosenza il traffico è rimasto paralizzato per tutta la giornata

Persone citate: Attilia, Fulvia Milane, Paolo Siviera, Silvia Perrella, Tarsia