Campedelli fra due fuochi «Cara Inter, devo tradirti» di Roberto Beccantini

Campedelli fra due fuochi «Cara Inter, devo tradirti» IL PRESIDENTE DEL CHIEVO NON HA MAI NASCOSTO IL SUO TIFO NERAZZURRO Campedelli fra due fuochi «Cara Inter, devo tradirti» intervista Roberto Beccantini PRESIDENTE del Chievo, tifo¬ so dell'Inter: e domani sera? Luca Campedelli, 33 anni, ci to¬ ghe subito dall'imbarazzo: «E me lo domanda? Forza Chievo, ora e sempre. Qualche anno fa, maga¬ ri, mi sarei posto il problema, oggi non più. Una scelta netta: di cuore, di campo, di tutto». Sarà la «prima» senza l'av¬ vocato Prisco. «Non immagina quanto mi sia dispiaciuto. Una persona così amabile, così ironica. L'hanno pianto persino i milanisti: detto questo, detto tutto. Per me sa¬ rebbe stato un onore, sedergli accanto». Come nasce la sua passione per l'Inter? «Da bambino. Papà era interi¬ sta. Fu lui a trasmettermi l'amo¬ re per quei colori, per quelle maghe. La prima Inter che ricor¬ do è quella dello scudetto del- l'SO. Non avevo ancora dodici anni. Bordon, Beccalossi, Oria- li, Altobelli, Marini, Bergomi. Impazzivo per la figurina di Canuti». La andava a vedere? «Qualche volta, quando veniva a Verona. Le devo il mio battesi¬ mo assoluto a San Siro. Aprile 1985, Inter-Real 2-0, rigore di Brady, gol di Altobelli. Autogra¬ fi, nessuno. Mi vergognavo. Ho conosciuto il signor Pellegrini, Beltrami, sono stato a cena con Radice. Mi sembrava di essere nel paese dei balocchi». Massimo Moratti? «Squisito. E almeno con me, sin troppo alla mano». In che senso? «Cosa vuole, noi siamo il Chievo e Moratti è Moratti. Eppure non mi ha mai fatto pesare la differenza, la lontananza. Anzi. Se può, si fa in due: Corradi in comproprietà, Binotto in presti¬ to. E in passato, Marazzina, Zanchetta: scuola Inter, una bella scuola». Ronaldo ha scelto proprio il momento giusto per tor¬ nare al gol. «Non poteva aspettare un'altra settimana? Da amante del cal¬ cio, sono felice e sinceramente emozionato. Ma visto che ho i miei biechi interessi da cura¬ re...». Inter prima in classifica, Chievo secondo con il mi¬ glior attacco: sfida-scudet¬ to, non si scappa. «Per carità. Già mi preoccupava¬ no Kallon e Ventola, figuriamo¬ ci adesso, quei due lì, Vieri e Ronaldo. Dovremo portarci dei fucili...». Il rigore di Bolognino a Torino con la Juve, la dire¬ zione di Cesari con il Mi¬ lan. Voce di popolo: trama¬ no alle vostre spalle. «Né disegno né complotto. Nul¬ la di nulla. Gh arbitri vanno aiutati, non massacrati. Se Del Piero sbaglia un rigore, lo si perdona; se un arbitro sbaglia un fuorigioco, gh si prepara la graticola e viene giù il mondo. Detesto la cultura del sospetto». Del Neri, però, esige mag¬ gior rispetto. «Questo è un altro discorso, che posso condividere. Dalla panchi¬ na si notano sfumature che sfuggono a noi della tribuna. Se Del Neri ha colto in Cesari atteggiamenti non proprio equa¬ nimi/bene ha fatto a denunciar¬ lo». E Manfredini che, dopo Chievo-Perugia, si era pub¬ blicamente «dissociato» da Braschi, rigore inesisten¬ te, espulsione (di Monaco) affrettata? «Bisogna partire dal presuppo¬ sto che, dell'arbitro, non si par¬ la mai: nel bene e nel male. Mai». Avete previsto il premio scudetto? «Nemmeno quello Uefa. Stiamo trattando il premio salvezza, l'unico obiettivo alla nostra por¬ tata». Del Neri rimane? «Al momento opportuno, affron¬ teremo l'argomento. E poi non è il Chievo che deve confermare Del Neri, ma Del Neri che deve confermare il Chievo». A gennaio tornerete sul mercato? «Ho ventitré giocatori in organi¬ co e manco un soldo da spende¬ re: faccia lei». Le azioni del suo Manche¬ ster United? «Se è per questo, ho azioni anche del Celtic e del Sunder- land. A Old Trafford ci sono stato, sì, ma solo da turista. Le dico la verità: lo United sta perdendo dei punti, e non allu¬ do tanto alle sconfitte in cam¬ pionato. E' diventato una "commerciale", se ne parla più per tutto ciò che gh ruota attor¬ no che non per i numeri di Beckham. Mi sto disamoran¬ do». A proposito di business: dopo Lazio e Roma, anche la Juve entra in Borsa. «Non vorrei che si perdesse di vista l'aspetto prettamente sportivo. I bilanci sono impor¬ tanti, per carità, ma il calcio non è solo fatturato». In Lega come se la cava? «Mi diverto. Mi trattano bene. Non mi' fanno sentire l'ultimo arrivato. Si scherza. C'è meno tensione. Alle partite sono tutti più agitati». I suoi rapporti con l'altra Verona? «Normahssimi. Ognuno per la sua strada. Malesani? E' l'alle¬ natore del Verona, almeno così mi risulta». II partito dei gufi non de¬ morde: il Chievo crollerà. Moggi fu il primo, ricorda? «Il signor Moggi ha ragione: i conti si fanno alla fine». Come si rivolge ai suoi gio¬ catori, con il tu o con il lei? «Con il lei. Do del tu esclusiva¬ mente a D'Angelo, che è con noi da una vita. Anzi: a D'Angelo consegno pure il mio Oscar personale». Troppo buonismo con il Chievo, è d'accordo? «Troppo interesse. E poi sì, in qualche caso si è esagerato. La faccia pulita del calcio, i salvato¬ ri del Sistema: Dio mio...». Guai è, in generale, la cosa che l'ha impressionata di più? «Trovo migliorato il clima den¬ tro gli stacu. Più vivibile, meno guerresco. Non ho più notizie di motorini che volano giù dalle gradinate. Le città, quelle, sono sempre blindate, ma negli stadi finalmente si respira. Merito, forse, della legge anti-violenza, che io, comunque, non avrei annacquato come invece hanno fatto». Con il Milan avete perso, cambierete albergo? Di soli¬ to, ci si regola cosi... «E perché mai? Ci siamo trovati bene, e poi non ho di queste scaramanzie. Almeno per ora». Questi tre mesi abbondan¬ ti dì campionato le hanno cambiato la vita? «Di sicuro, me l'hanno resa più difficile. Sia chiaro: se le dicessi che avrei preferito uh altro impatto, un'altra trama, sarei un bugiardo. Ma mi conosco e conosco, soprattutto, quanto sia "madornale" la nostra classi¬ fica. Insomma: l'apprezzo e ne sono lusingato, ma non mi ci voglio abituare». É Moratti con me è stato squisito e, forse, sin troppo alla mano Non mi ha mai fatto pesare la differenza Con lui ho sempre realizzato buoni affari da Corradi a Marazzina Ma ha ragione Moggi: i conti si fanno esclusivamente a fine stagione Éln passato mi sarei posto it problema, stavolta no E' stato mio padre a farmi amare questi colori, ricordo la formazione che vinse lo scudetto nel 1980 era il mio paese dei balocchi Autografi? Mi vergognavo... Dovremo portare con noi dei fucili per fermare Vieri e Ronaldo. Mi è spiaciuto tanto per Prisco, anima, sensibile e ironica Contro la mia squadra né disegno né complotto Altro che premio-Uefa: stiamo trattando i premi-salvezza Stadi più vivibili che bella sorpresa Luca Campedelli, veronese, 33 anni, è presidente del Chievo e proprietario della Paluani, azienda dolciaria che nel periodo natalizio dà lavoro a 600 dipendenti. Il grande sogno è costruire per la squadra uno stadio, tutto suo, di stampo inglese

Luoghi citati: Chievo, Lazio, Monaco, Old, Perugia, Roma, Torino, Verona