«Basta col tiro al bersaglio contro dì noi»

«Basta col tiro al bersaglio contro dì noi» II RAPPRESENTANTE ITALIANO DI EUROJUST: SAREI IPOCRITA SE MI DICESSI OTTIMISTA, QUANDO C'È UNA PARTE CHE CHIEDE IL CONFRONTO E POI CI ATTACCA intervista sco La Licata ROMA CON la puntualità dell'influen¬ za, il tema della giustizia toma ad accendere polemiche mai sopi¬ te. Si riprpponer«n cQpiq|n,e.più rv volte rappresentato, ogni.yolta che 'pouticae magistrati sono entrati in rotta di collisione: dichiarazioni di fuòco dall'una e dall'altra parte, il governo che annuncia riforme prontamente liquidate dai giudici come «tentativi di normalizzazio¬ ne», discussioni e stermiifòte sedu¬ te del Consiglio Superióre della Magistratura, appelli ai vertici isti¬ tuzionali, dimissioni dei dirigenti delTAnm. Oggi siamo alla vigilia di un grande dibattito in Parlamento, con la non indifferente novità di un inedito clima di collaborazione tra maggioranza e minoranza scaturi¬ to anche dalla recente battagha sul mandato di cattura europeo. Dottor Giancarlo Caselli, lei è il rappresentante designato dall'Italia per Eurojust. Non crede che sia, quella attuale, l'occasione migliore per seder- «Basta col tiro al bersaglio contro dì noi» Caselli: «Prima si faccia chiarezza, poi si potrà ragionare» si attorno a un tavolo e pensa¬ re seriamente ad una buona riforma della giustizia? «So perfettamente che una rispo¬ sta pohticamente corretta sarebbe quella di uniformarsi agli inviti a fare tutti un passo indietro, riflette¬ re, discutere e proporre. Ed è lapa¬ lissiano che se ciò avvenisse, sareb¬ be un bene per tutti. Ma potrei passare per ipocrita se manifestas¬ si sincero ottimismo rispetto ad una simile evenienza, almeno fino a che - insieme con una giusta pausa di riflessione - non si awii un processo per ristabilire la veri- tàt Dal mio punto di vista, vedo le cose diversamente. E vedo che nella realtà c'è ima parte politica che attacca la magistratura tutte le volte che questa prende iniziative non in sintonia con le aspettative di quella parte. Se questa è la realtà, prima ancora della riflessio¬ ne c'è l'esigenza che qualcuno - qualcuno che abbia titoli ed autore¬ volezza - faccia un passo avanti per far cessare il vezzo incivile di gioca¬ re al tiro al bersaglio coi magistra¬ ti». Che vuol dire tiro, al bersa¬ glio? grado, tra gh applausi, Giulio An¬ dreotti. Allora mi chiedo: quei ma¬ gistrati sono nazisti o no? Tutto ciò dpve far riflettere e porre rimedi, altrimenti continua la commedia degli equivoci. D'altra parte baste¬ rebbero le dimissioni del vertice delTAnm per dimostrare quanto sia colma la misura». - Altre volte l'Amn ha intrapre¬ sola strada di iniziative dla- H. morose. ' «te dimissioni collettive dell'inte¬ ro vertice credo non abbiano prece¬ denti. A conferma di un disagio generalizzato, che va ben al di là della difesa di pochi scalmanati, e intende ribadire il rifiuto di sotto¬ stare ad ima giustizia a due veloci¬ tà, una per i cittadini di prima categoria, l'altra per i poveracci. Altrimenti si va verso un arretra¬ mento degli spazi di democrazia, che passa anche per il rispetto della legalità e dei suoi naturali tutori». Dottor Caselli, non crede ab¬ biano qualche fondamento i timori per le garanzie dei cit¬ tadini espressi da quanti han¬ no preso le distanze dall'inizia¬ tiva del mandato di cattura europeo? «Anche qui mi sembra vi sia stata precipitazione e un'alzata di scudi senza forse aver letto bene il testo della proposta, Posso assicurare che il progetto di decisione quadro contiene, per esempio negli articoli 3,4,5 e 8, una disciplina di garan¬ zie molto precisa, fino alla prevista istituzione, in ogni paese, delle cosiddette autorità centrali di con¬ trollo». Per concludere, dottor Casel¬ li: si sta avviando un confron¬ to fra maggioranza e opposi¬ zione che potrebbe esporre all'isolamento l'intera classe della magistratura. Avverte questo pericolo? «Credo che la magistratura abbia le carte in regola. Il bilancio di anni di attività può vantare più luci che ombre. Siamo consapevoli che biso¬ gna rispettare il primato della poli¬ tica e che siamo, noi per primi, soggetti alle leggi. Siamo stati accu¬ sati di aver usato i processi per fare politica di parte solo perché ci siamo occupati di potenti - ricorren¬ done i presupposti - ed abbiamo fatto il nostro dovere fino in fondo, come impone il dettato costituzio¬ nale dell'obbligatorietà dell'azione penale. Potrei rovesciare il concet¬ to e dire che fa pohtica chi di fronte ad un reato si tappa gh occhi e finge di non vedere». «Che se condanni un imputato eccellente sei un infame che perse¬ guita, se assolvi sei un giudice benemerito. Questo per i giudican¬ ti, perché i pubblici ministeri sono, per definizione, dei malfattori. Un simile andazzo non aiuta, anzi rap¬ presenta un pericolo per il regolare funzionamento della giustizia e per la serenità dei magistrati: Perché è tutta la classe dei giudici sotto scopa: quella dei dodici militanti comunisti e teste calde è una favo- letta. Si punta ufficialmente sulla "sporca dozzina" quasi per avere un alibi contro l'intero sistema». Ma qualche problema l'avran¬ no pure creato i processi che non hanno retto al giudizio dei Tribunali. . «Qui bisogna chiarire. Prendiamo i processi Andreotti e Contrada, sen¬ za fare questioni di colpevolezza o innocenza dal momento che non ne ho più il titolo. E' accaduto questo: un tribunale ha condannato Con¬ trada in primo grado ed è stato definito persino "nazista". Quando è arrivata l'assoluzione in appello, i giudici di secondo grado sono stati celebrati come eroi. E ancora: la stessa quinta sezione che aveva condannato Contrada (identica per due terzi) ha poi assolto in primo v Giancarlo Caselli, già procuratore della Repubblica a Palermo e ora rappresentante designato dall'Italia per Eurojust

Persone citate: Andreotti, Casel, Caselli, Contrada, Giancarlo Caselli, Giulio An, La Licata

Luoghi citati: Italia, Palermo, Roma