«No a pasticci sulle Authority»

«No a pasticci sulle Authority» IL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE DELLE IMPRESE ASSICURATRICI BOCCIA LE PROPOSTE Dl FRATTINI E Dl AMATO. «SERVE UNA PROFESSIONALITÀ' SPECIFICA» «No a pasticci sulle Authority» Desiata: sbagliato cancellare l'Isvap colloquio Flavia Podestà LI ISVAP non si tocca. La si può potenziare e ristrutturare: ma non la si può cancellare né accorpare». Alfonso Desiata è aller¬ gico ai microfoni e rifugge con meticolosità quasi maniacale il pri¬ mo piano. Quando decide di parla¬ re è proprio perché il vaso è colmo e oggi le geometrie impazzite che connotano il dibattito sulla sempli¬ ficazione delle Authority sembra¬ no aver convinto il presidente del¬ l'Ania (l'associazione delle aziende assicuratrici) che la misura è stata superata di un bel pezzo. L'univer¬ so che Desiata rappresenta ha appe¬ na schivato (o, almeno, così si illude incrociando le dita) il rischio della bancarizzazione che sarebbe stato inevitabile se l'Isvap avesse mai dovuto dissolversi (come qual¬ cuno per mesi aveva auspicato) nell'abbraccio con la Banca d'Italia che già sente incombere sul suo capo una nuova spada di Damocle: l'ipotesi di far confluire l'Isvap nella Consob. La trovata è stata partorita nel¬ l'ambito dell'Arel e trova in Giulia¬ no Amato e in Enrico Letta i paladi¬ ni più accesi che la sponsorizzano senza essersi presi il disturbo di discuterne con gli interessati. Che al loro indirizzo, e a quello del ministro della Funzione Pubblica Franco Frattini, inviano un inequi¬ vocabile alto là. «Noi assicuratori siamo, per quel che contiamo, pro¬ fondamente contrari a quel proget¬ to», scandisce il presidente del- l'Ania, regalando sciabolate azzur¬ ro ghiaccio dagli occhi di solito sorridenti e irridenti. «Il modello assicurativo è specifico - insiste l'ex presidente delle Generali - e la specificità richiede ima struttura dì Authority verticale, addirittura in termini di dottrina». Di qui il suo «no» senza appello «al convoglia- mento» dell'Autorità di settore ver¬ so i lidi indefiniti e le geometrie sghembe della Commissione di vigi¬ lanza sulle società quotate e sul mercato, perché - aggiunge Desiata - «l'Autorithy di controllo sulle assicurazioni deve caratterizzarsi per una professionalità specifica, per una organica e completa compe¬ tenza settoriale e per un bilancio finanziario autonomo, anche se cer¬ to non autoreferente». Il no di Desiata all'ipotesi di accorpamento dell'Isvap nella Con¬ sob non equivale, infatti, a una richiesta di puro e semplice mante¬ nimento dello status quo. Anzi, il presidente dell'Ama riconosce Tesi- genza di ((potenziare» l'Isvap ma di renderla anche meno autocratica. Si tratterebbe, probabibnente, da un lato di accorpare nell'Isvap la Covip, ossia l'autorità partorita nel '92 con la nascita (sulla carta) dei Fondi Pensione, con la motivazio¬ ne ufficiale di sorvegliare la previ¬ denza integrativa e la giustificazio¬ ne reale di pagare pegno ai sindaca¬ ti: im'Authority che è abortita sul nascere e oggi è poco più di un ectoplasma. Si tratterebbe, però, anche di praticare all'Isvap robu¬ ste iniezioni di democrazia, miglio¬ rando la dialettica intema e 0 meccanismo decisionale «con l'at¬ tribuzione di maggiori poteri al consiglio di amministrazione ri¬ spetto al presidente e al direttore generale». Ma anche attraverso «la creazione di un comitato di control¬ lo di bilancio - formato una un esponente del ministero dell'Econo- mia, della Corte dei conti e del¬ l'Ania - che controlli davvero la gestione. Il perché è semplice: gli assicuratori, per il funzionamento della loro Authority sborsano, a pie di lista, ben 74 miliardi l'anno, pare senza aver diritto di proferire ver¬ bo. Contro questa ipotesi di un ab¬ braccio con la Consob le compagnie di assicurazione, tramite Desiata, sono pronte a fare le barricate. Perché è un non senso, soprattutto oggi dopo che i fatti dell'I 1 settem¬ bre hanno cambiato il mondo, co¬ stringere le compagnie assicuratri¬ ci a ridisegnare i binari del loro futuro. «Voglio vedere la Consob discutere della copertura dei rischi del terrorismo», ironizza Desiata rivelando che ormai, tra la gente, è già corsa a rinnovare le polizze per strappare la copertura del terrori¬ smo, mentre le compagnie stanno ancora studiando come strutturare il loro mestiere dopo che il «model¬ lo in cui sono nate e cresciute, ragionando solo in termini di estra¬ polazioni, è svanito» - messo in ginocchio dagli attentati alle Twin Towers - e il nuovo modello (quel¬ lo, per capirci, che ha il rischio terrorismo tra i suoi assi portanti) è «alle! prime battute». Non a caso Desiata parla di autentica «rivolu¬ zione». Per la gente che chiede la copertura del rischio terrorismo: ma anche di quello di Strike (attac¬ co), di Riot (rivolta), e di Civil Commotion (sommossa). Ma anche per le assicurazioni che sino a ieri, quando il mondo prosperava avviluppato nelle sue certezze - spiega Desiata - «regala¬ vano la copertura del terrorismo» e oggi, che quel rischio si è drammati¬ camente materializzato sotto gli occhi di tutti e la domanda di copertura è esplosa, muovono i primi passi per attrezzarsi ad offri¬ re «coperture adeguate» (non più gratis, of course). Coinvolgendo an¬ che lo Stato che interviene inevita¬ bilmente, assumendosi la coda del¬ l'ignoto, in via transitoria - conclu¬ de Desiata - e con la certezza di non rimetterci ima lira. La quadratura del cerchio verrà fatta dai premi. Sia l'integrazione con Bankitalia che il passaggio sotto la Consob della vigilanza sul settore assicurativo rappresentano un errore Meglio potenziare e ristrutturare l'istituto per renderlo meno autocratico Come può Spaventa discutere dei rischi del terrorismo? E' questo il nostro nuovo | banco di prova J Alfonso Desiata, presidente dell'Ania l'associazione nazionale delle imprese di assicurazione