Forza di pace, allertati i parà di Francesco Grignetti

Forza di pace, allertati i parà Forza di pace, allertati i parà Cambia la missione italiana in Afghanistan Francesco Grignetti ROMA Alle Nazioni Unite stanno mettendo a punto il manda¬ to per una forza di pace in Afghanistan. Il testo dovreb¬ be essere pronto venerdì mattina, oppure, come ha ha detto il Segretario generale Kofi Annan, «al più tardi nei primi giorni della settimana prossima». Molti governi europei, in¬ tanto, fanno sapere che par¬ teciperanno. Si preparano a inviare soldati gli inglesi, i tedeschi, i francesi e gli spagnoli. Australiani e ame¬ ricani sono già sul terreno. Il premier inglese Blair, però, non ha sciolto la riserva se accettare il comando oppure no. Lionel Jospin, da Parigi, fa sapere che sarà «una mis¬ sione breve» e che la Francia invierà «diverse centinaia di uomini». In Germania si par¬ la di trasferire un migliaio di soldati. E anche il governo spagnolo ha rotto gli indugi, annunciando che aderirà. E l'Italia? Il ministero del¬ la Difesa ha concluso la sua pianificazione. Spetta ora al¬ le autorità politiche decide¬ re. Fonti di palazzo Chigi fanno però osservare che della questione si discuterà al Consiglio europeo di Laeken, e precisamente nel¬ la sessione plenaria di vener¬ dì mattina, quando il futuro dell'Afghanistan sarà al pri¬ mo punto dell'ordine del giorno. Sarà in quell'occasio¬ ne che il governo italiano, verificata la posizione dei partner europei, e risoluzio¬ ne dell'Onu alla mano, pren¬ derà la sua decisione. L'Ita¬ lia si attende quanto prefigu¬ ra il premier tedesco, Ge¬ rhard Schroeder: «Raggiun¬ geremo a Laeken un consen¬ so sul futuro impegno in Afghanistan nel quadro del¬ l'Unione europea». Un nuovo piano operati¬ vo, comunque, è già sui tavoli che contano. Prevede un impegno militare italiano di qualità, ma diverso da quello che il ministro della Difesa, Antonio Martino, aveva presentato in Parla¬ mento. Il fatto è che è cam¬ biata la missione. Se prima si ipotizzava la necessità di scortare lunghi convogli umanitari, e quindi erano indispensabili le autoblindo Centauro, ora s'immagina un intervento del tutto diver¬ so. Come ha detto espressa¬ mente il ministro della Dife¬ sa tedesco, Rudolph Schar- ping, «si tratta di presidiare Kabul, l'aeroporto e i dintor¬ ni. Non altre località perché sembrerebbe un protettora¬ to. Ma occorrono almeno 8000 uomini, bene armati e con un mandato preciso per quanto riguarda i compiti, la durata e l'area di interven¬ to». A questa forza multilatera¬ le di pace, che dovrebbe ricalcare l'esperienza di Ti¬ mor Est, l'Italia pensa di partecipare - come anche in quella occasione - con un contingente di paracadusti della Folgore. Un reggimen¬ to di para è già stato prealler¬ tato. Il gruppo italiano sareb¬ be rinforzato da un centina¬ io almeno di carabinieri pa¬ racadutisti del Tuscania, da qualche plotone di fanteria, e poi da specialisti del genio, antisminamento, telecomu¬ nicazioni e guerra batteriolo¬ gica. Niente reggimento di ca¬ valleria blindata, invece. Troppo difficile spostarlo in blocco così lontano. Anche i tempi inevitabilmente slitte¬ rebbero. Con la nuova confi¬ gurazione, invece, assai più leggera e facile da trasferire in Asia centrale, pensata per un presidio statico delle cit¬ tà, si prefigura una forza di pace che avrà il compito prevalente di garantire la sicurezza di Kabul e dei palazzi del governo di transi¬ zione. E' appunto quanto chiede l'Alleanza del Nord, che non manca di sottolinea¬ re che di una forza interna¬ zionale in fondo farebbe an¬ che a meno. Se proprio l'Onu insiste, l'Alleanza del Nord ammette la presenza di un migliaio di uomini e soltanto nella capitale. «Segnali non univoci», come li definisce il ministro Martino. Non si tratta più di scortare convogli umanitari ma di presidiare Kabul e i dintorni. Una decisione definitiva verrà presa domani al vertice di Laeken La Garibaldi e la Zeffiro (in secondo piano a sinistra) in navigazione

Persone citate: Antonio Martino, Kofi Annan, Lionel Jospin, Rudolph Schar, Schroeder