Voto dì scambio, rultìma grana dì Cecchi Gori di Fabio Albanese

Voto dì scambio, rultìma grana dì Cecchi Gori Voto dì scambio, rultìma grana dì Cecchi Gori Indagato con lui anche il deputato di An che lo batté ad Acireale Fabio Albanese corrispondente da OCTANIA Per farsi eleggere alla Camera Vittorio Cecchi Cori aveva provato di tutto: aveva portato la sua bionda compagna Valeria Marini in giro per la città e per il collegio di Acireale, aveva promesso di acquistare la squadra di calcio locale, aveva annunciato che avrebbe reahzzato l'illuminazione nello stadio Tupparello e che avrebbe organizzato un quadran¬ golare intemazionale di calcio, aveva pronto il progetto di un cinema multisala. Ora la procura di Catania sospetta che le avesse proprio tentate tutte, le sue carte: perfino quella del voto comprato e, addirittura, comprato dalla ma¬ fia. E per la magistratura a nulla vale che l'ex senatore del Ppi Cecchi Gori in quella competizio¬ ne, il 13 maggio scorso, ebbe ima sonora batosta dal suo sfidante, l'attuale deputato e membro della Commissione antimafia Basilio Ca- tanoso, 38 antìi compiuti la scorsa settimana, che riuscì a batterlo con il 63,3 per cento dei voti (il più votato a livello nazionale in tutta la Casa delle libertà), contro un miserello 23,5 del patron della Fiorentina. Anzi, per la procura sono entrambi sulla stessa barca perché ad entrambi, ieri mattina, è stato notificato un invito a compa¬ rire con l'ipotesi di reato di voto di scambio. Vicende diverse, certo, ma denominatore unico. Cecchi Gori, cui ieri mattina è stata perquisita l'abitazione di Ro¬ ma, tace. E la sua compagna Vale¬ ria Marini verrà sentita come per¬ sona informata sui fatti. Catanoso, che si sarebbe interessato per l'ele¬ zione un anno fa del sindaco di Acireale Nino Nicotra, si è già autosospeso dalla Commissione antimafia incassando la solidarie¬ tà del suo partito, An; dice che lui non c'entra nulla con questa storia e avanza un sospetto: «Non vorrei - afferma - che questa vicenda fosse legata alla mia recente nomi¬ na alla Commissione antimafia visto che mi sono sempre battuto per la trasparenza e la legalità». Cecchi Gori e Catanoso sono due dei sette politici ai quali la procura etnea ha inviato avvisi a comparire in questa inchiesta per la quale all'alba di ieri sono scatta¬ te le manette della polizia per 29 persone mentre ad altre 14 l'ordi¬ nanza di custodia è stata notifica¬ ta in carcere. Gli arrestati sono tutti presunti appartenenti ai clan della famigha catanese di Cosa nostra che fa capo a Nitto Santapa- ola e agivano tra Acireale e Fiume- freddo, tra Santa Venerina e Zaffe- rana. Per loro l'accusa è di associa¬ zione mafiosa, rapine, estorsione. Solo alcuni sono accusati pure di voto di scambio in occasione delle amministrative del novem¬ bre 2000, delle politiche dello scor¬ so maggio o delle regionali del mese successivo, e sarebbero tra quelli che si sarebbero dati da fare per i politici indagati, oltre a Cec¬ chi Gori e Catanoso, anche il depu¬ tato regionale del nuovo Psi Raffae¬ le Nicotra, i sindaci di Acireale e Aci Catena, Nino Nicotra, Ccd, e Ascenzio Maesano, Forza Italia, e due consigheri comunali di Acirea¬ le, anche loro forzisti. I «boatos» di palazzo di giustizia dicono che per alcuni di loro c'erano pronte pure le manette, ma che il gip Rosa Anna Castagnola si è opposta. Se¬ condo l'inchiesta, proprio mentre quattro giorni prima delle elezioni Cecchi Gori firmava davanti alle telecamere il contratto prelimina¬ re per l'acquisto dell'Acireale, alcu¬ ni capi tifosi della squadra avreb¬ bero contattato un suo uomo per fargli avere un pacchetto di voti in cambio di venti milioni di lire, comprensivo di un sostanzioso «sconto». Ora alcuni protagonisti di quella vicenda sono stati arre¬ stati, altri sono indagati. Nell'indagine principale, che ha svelato una quindicina di estorsio¬ ni a commercianti e imprenditori, è finito anche un singolare episo¬ dio che riguarda proprio la squa¬ dra di calcio dell'Acireale, che mili¬ ta in C2. Nei primi giorni di quest' anno un gruppo di tifosi si presen¬ tò allo stadio intimando ai giocato¬ ri di sospendere l'allenamento «al¬ trimenti vi bruciamo le auto». Secondo gli investigatori, la minac¬ cia era in realtà rivolta al presiden¬ te della società, Nino Pulvirenti, il quale aveva sospeso regali in dena¬ ro e ingressi omaggio per quella particolare tifoseria, un «pizzo» da due milioni al mese. Un'altra estor¬ sione citata negli atti riguarda un commerciante di pesce al quale sarebbe stato imposto, in cambio della cancellazione del debito, di assicurare un certo munero di voti ad un candidato. Proprio la parte dell'inchiesta legata ai politici è adesso sotto la lente dei magistrati che già ieri pomeriggio hanno in¬ terrogato i primi indagati, il depu¬ tato regionale Raffaele Nicotra e il sindaco di Aci Catena Maesano. Come Cecchi Gori e Catanoso alle politiche, i due erano stati avversa¬ ri alle elezioni regionaU di giugno: Nicotra aveva battuto Maesano, adesso si ritrovano a fronteggiare le stesse accuse. La procura di Catania ha spiccato 43 mandati di arresto Awisi a comparire per sette politici Il produttore non fa commenti Il suo ex avversario si è autosospeso dalla commissione antimafia