Pakistan, una vittoria mancata di Claudio Gallo

Pakistan, una vittoria mancata (L PRIMO MINISTRO MUSHARRAF HA ABBANDONATO GLI ALLEATI TALEBAN, RISCHIATO UNA RIVOLTA ISLAMICA E RIDIMENSIONATO I SERVIZI SEGRETI Pakistan, una vittoria mancata Musharraf paga un prezzo altissimo per la guerra afghana analisi Claudio Gallo SE nessuno può dire di con¬ trollare pienamente l'Afgha¬ nistan e i due «vihain» deha storia, Bin Laden e il mullah Omar, non sono ancora stati catturati, è incontrovertibile che il regime taleban è caduto. Almeno un obiettivo, seconda¬ rio certo, deh'operazione «Endu- ring Freedom» è stato raggiun¬ to. In un sommario bUancio di chi ha perso e di chi ha vinto la posizione più ambigua è occupa¬ ta dal Pakistan. Per appoggiare gh Stati Uniti, Musharraf ha abbandonato gli alleati taleban, ha rischiato ima rivolta islamica e ha dovuto decapitare i potenti servizi segreti: che cosa ci ha guadagnato? Molto poco. E ora rischia anche di alienarsi le simpatie di quella parte del¬ l'esercito più laica (se così si può dire) che finora lo ha appoggia¬ to. La visita in India, ai primi di dicembre, del sottosegretario al¬ la Difesa americano Douglas Fei- th ha fatto sobbalzare i generah di Islamabad. Feith infatti, nel solco del più generale tentativo deh'amminsitrazione Bush di migliorare i rapporti col gigante indiano, ha proposto una più approfondita cohaborazione mi¬ litare. Una prospettiva che il comandante dehe Forze ameri¬ cane nel Pacifico Dennis Blair ha definito «senza precedenti neha storia dei rapporti tra i due Paesi». A New Delhi il «tecnico» Feith era stato preceduto in ottobre dal segretario di Stato Colin Poweh e in novembre dallo stesso presidente Bush. A novembre Washington aveva da¬ to la sua tacita approvazione alla crescita militare indiana, dando il via libera a Israele per la vendita dell'ultima versione del sistema radar aviotrasporta¬ to Phalcon a New Delhi. Ancora nel settembre 2000 il veto ameri¬ cano impediva la vendita del sofisticato sistema radar alla Cina e alla stessa India, allora gravata dahe sanzioni contro l'escalation nucleare: un embar¬ go caduto dopo V11 settembre. Mentre fiuta con New Delhi, in funzione di contenimento del¬ la Cina, Washington ha sostan¬ zialmente tagliato l'assistenza militare al Pakistan, nonostante il suo sostegno non indifferente alla coahzione antiterrorismo. Durante la recente visita in America il presidente Mushar¬ raf ha chiesto la consegna di 28 aerei F-16 pagati dal suo Paese negh Anni 80. Il Pentagono ha risposto con un secco «no», di¬ cendo che il debito era stato saldato in ima transazione con il precedente primo ministro Nawaz Sharif. Secondo l'istitu¬ to «Strategie Forecasting» (stra- tfor.com) la vera ragione del rifiuto è che TF-IS è considerato uno dei principah vettori per le armi nucleari pakistane e «né Whashington né New Delhi vo¬ gliono vedere accresciute le ca¬ pacità atomiche di Islamabad». Gh attesi guadagni indiretti dell'appoggio alla guerra afgha¬ na non sono venuti, semmai il quadro strategico pakistano è peggiorato. Ma anche sul campo le cose sono andate male: la caduta del regime taleban lascia l'Afghanistan, di fatto, nehe ma¬ ni di una coahzione di tagiki, uzbeki e hazara. Nessuna di queste etnie è molto ben dispo¬ sta nei confronti dei pashtun (l'etnia dei taleban) che abitano dai due lati del confine afghano- pakistano, nonostante gli affan¬ nati tentativi americani di inse¬ rire alcuni loro leader nel futuro governo di Kabul. Inoltre la vittoria dell'Alleanza del Nord (resa possibile dall'aviazione americana) potrebbe accrescere l'influenza russa suh'Afghani¬ stan, cosa particolarmente sgra¬ dita a Islamabad visti gh stretti rapporti militari di Mosca con l'India, fi nemico di sempre. L'attuale assetto deh'Afghani¬ stan fa per giunta affiorare una vecchia paura del Pakistan: la rinascita del Pasthunistan. Un Pashtunistan esisteva prima del Pakistan e fu inglobato neho Stato musulmano, nato dalla partizione dell'India, dai solerti amministratori britannici nel ti¬ more che il nuovo Stato di Jin- nah risultasse troppo piccolo. Per questo i pakistani hanno sempre appoggiato i pashtun, ben contenti che si volgessero in direzione di Kabul e dimenticas¬ sero la loro fetta di Pakistan. E' chiaro che la più numerosa et¬ nia deh'Afghanistan, compressa dall'Alleanza del Nord e con striscianti motivi di rancore ver¬ so il Pakistan per il tradimento dei taleban, potrebbe rivelarsi un problema per i vecchi protet¬ tori. L'unica carta che Musharraf può giocare con i generah furi¬ bondi è quella degh aiuti econo¬ mici promessi e sulle varie ri¬ strutturazioni dei debiti accor¬ date da Stati Uniti, Giappone ed Europa. Cosa non da poco in un Paese sull'orlo deha bancarotta, che ha visto raddoppiare il nu¬ mero dei poveri in dieci anni e il cui prodotto intemo lordo, se¬ condo il «Financial Times», è caduto da oltre 500 dollari nel '95 agh attuah 375. Cosa non da poco ma insufficiente per un Paese che, ha scritto il «New York Times», ancora a ottobre faceva passare dal confine del Khyber Pass autocarri carichi di armi per i taleban (circostanza smentita da Islamabad), un Pae¬ se molto a disagio per aver finito la guerra dalla parte dei vincito¬ ri. Ora Musharraf è accusato, come il predecessore Nawaz Sharif, di essere un fantoccio nehe mani dell'America, ma a differenza àeh'ex premier con¬ serva una robusta popolarità. Se Washington però non gh conce¬ derà un più stretto rapporto militare, il generale presidente dovrà rivolgersi a qualcun altro per riuscire a stare a galla. Una possibihtà potrebbe essere quel¬ la di cercare un mandato popola¬ re nehe elezioni dell'ottobre 2002, ma è una data troppo lontana. Un'altra possibihtà, molto più inquietante, è quella che Musharraf cerchi eh cavalca¬ re la tigre del Kashmir, per riaffermare la sua necessità co¬ me leader pohtico e militare. Il rischio sarebbe massimo: una guerra tra due Paesi dotati di bomba atomica. Mentrefiirta con l'India, in funzione di contenimento della Cina, Washington ha tagliato l'assistenza militare a Islamabad e ha negato la consegna di 28 F-16 ordinati anni fa ma considerati possibili vettori nucleari tunica carta che il governo può giocare con i generali furibondi è quella degli aiuti economici, essenziali in un Paese dove in sei anni il Pil pro-capite è sceso da 500 a 375 dollari Salva il premier la sua robusta popolarità La bandiera americana viene bruciata durante una delle numerose manifestazioni che hanno punteggiato la guerra afghana eli sostegno dato a Washington dal generale Musharraf