Dall'Egitto a Torino
Dall'Egitto a Torino CONGRESSO Dall'Egitto a Torino Dal 9 dicembre i massimi esperti a confronto su Faraoni e Tolomei Da domenica 9 sino a mercoledì 12, dicembre si tiene a Torino il V Congresso Internazionale Italo-Egi¬ ziano, che ha come tema «Faraoni come dei, Tolomei come Faraoni». La sedata inaugurale del 9, ore 9,30, si terrà al Teatro Carignano e sarà aperta al pubblico. Dal pomeriggio i lavori si sposteranno all'Archivio di Stato e saranno riservati agli speciali¬ sti. Sono attese tutte le massime autorità italiane e egiziane in mate¬ ria, da Queyrel a Neverov, da Curto a Gullini, da Braccesi ad Anna Donado- ni, autrice dell'articolo che pubbli¬ chiamo e che approfondisce uno degli argomenti trattati nel Congres¬ so: «Le mummie d'oro». IL 2 marzo 1996 Zaki Hawass, Direttore Generale per il Ser¬ vizio delle Antichità nella zona di Giza, venne avvisato di una eccitante scoperta avvenu¬ ta poco prima nell'oasi di Bahari- ya situata nel deserto a ovest del Nilo. Lì un asino, di proprie¬ tà di un custode del tempio dedicato ad Alessandro Magno, era inciampato in una buca, permettendo al suo proprietario di intravedere la sommità di un vano al cui interno brillava una maschera di mummia ricoperta di foglia d'oro. In Egitto le scoperte sono sempre possibili anche nei luo¬ ghi che sembrano aver esaurito ogni potenzialità, come è avve¬ nuto per lo straordinario rinve¬ nimento delle statue depositate nel cortile del tempio di Luxor, e in alcuni casi il merito, come per la scoperta del tempio di Mentuhotep a Deir el Bahari, è dovuto a un passo falso della cavalcatura, cavallo o asino che sia. In questo caso lo scavo che seguì la scoperta mise alla luce una galleria, con due banconi sui lati, nei quali erano stati riservati dei loculi destinati a più deposizioni. I cadaveri mum¬ mificati avvolti in complessi bendaggi erano in molti casi coperti da maschere dorate e giacevano l'uno a fianco dell'al¬ tro, forse riuniti in gruppi di famiglia o di corporazioni, con accanto pochi oggetti di corre¬ do. Tuttora non se ne è stabilito il numero e lo scavo continua, ma l'eco della scoperta ha già fatto il giro del mondo. Si tratta in effetti di un grup¬ po di sepolture impressionanti, soprattutto perché rinvenute in una zona attualmente piuttosto povera. In età greco-romana l'oasi godette di un notevole incremento economico dovuto alla presenza di guarnigioni mili¬ tari poste a guardia dei confini occidentali, nonché per proteg¬ gere la via carovaniera che attra¬ verso le oasi portava al centro dell'Africa. E qui si stabilirono solide postazioni commerciali e si sviluppò una agricoltura dedi¬ ta a prodotti di esportazione, soprattutto vino e datteri. Ciò spiega la relativa ricchezza di queste mummie, cui l'oro, il metallo che non perde col tempo il suo splendore, assicura una protezione per l'eternità. Le mummie appartengono all'età romana e si aggiungono ad altre strutture di epoca più antica già precedentemente rinvenute, tra le quali sono particolarmente notevoli una tomba della fine della XVIII dinastia, e un'altra della XXVI splendidamente de¬ corata. Sono solo esempi, parti¬ colarmente impressionanti del¬ le ricchezze archeologiche custo¬ dite nelle oasi che punteggiano a ovest il corso del Nilo, da Kharga, a Dakhla, a Farafra, a Bahariya, a Siwa, e da sole meriterebbero un viaggio in Egitto. Anna Donadoni Soprintendente al Museo Egizio di Torino IN EGITTO LE SCOPERTE SI FANNO ANCHE LADDOVE SEMBRA ESAURITA OGNI POTENZIALITÀ COM'È' ACCADUTO PERLE MUMMIE D'ORO Una delle mummie d'oro trovate nell'oasi egiziana di Bahariya
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