Grigorovich, il mito

Grigorovich, il mito TTO DI MOSCAAL REGIO DAL 12 AL 31 DICEMBRE Grigorovich, il mito Il coreografo è stato per 30 anni padrone assoluto de grande teatro JURU Grigorovich, il coreogra¬ fo che firma i tre balletti di Ciajkovskij, è statoper 30 anni il padrone assoluto del teatro e ne ha profondamente influenzato lo stile e il profilo. E almeno tre suoi balletti sono fondamentali nella storia della danza russa del secon¬ do 900: «La leggenda dell'amore», «Spartaco», «Ivan il terribile». Suscitatore di odi sconfinati e amori profondi, nel suo lungo re¬ gno moscovita Grigorovich ha sapu¬ to raccoghere intomo a sé ima schiera di grandi ballerini, così come si è alienato il favore di altri grandi danzatori del teatro di Mo¬ sca. Nato a Leningrado nel 1927, una carriera di danzatore e coreografo al Marijnskij, arriva come direttore del ballo al Bolshoj nel 1964 sull'on¬ da del successo della «Leggenda dell'amore». Con questo racconto orientale di Chikmet su musica di Melikov Grigorovic si afferma co¬ me l'innovatore del balletto sovieti¬ co, colui che traduce in danza la ventata di libertà del disgelo chru- scioviano. Basteranno pochi drammatici anni perché il coreografo stesso, già nel 1969, metta in scena il balletto delle speranze perdute, del disin-. canto, della disillusione, dello scet¬ ticismo: proprio «Il lago dei cigni» allora considerato come il balletto che suggellava la fine del disgelo. Pur restando fedele nella sostan¬ za all'originale coreografico di Ma¬ rius Petipa, Grigorovic introduce nel suo «Lago» alcune innovazioni. Ma soprattutto il balletto doveva chiudersi senza happy end, con Siegfried e Odette che riescono a coronare il proprio amore soltanto in un mondo ultraterreno, dopo la morte. La censura sovietica lo co¬ strinse a cambiare il finale in senso positivo. Nella nuova versióne che vedremo al Regio Grigorovich sce¬ glie una terza via: alla fine del balletto il principe resta solo men¬ tre Rothbart si impadronisce della infelice Odette. Nel 1968, Grigorovic con «Spar¬ taco» affronta di petto il tema del potere e della ribellione destinata a fallire. La morte di Spartaco e dei suoi schiavi insorti è la morte delle speranze di fronte a un potere che mostra sempre di più il suo volto feroce. Vladimir Vasilev disegna uno splendido ritratto di eroe per¬ dente mentre Ekaterina Maksimo¬ va, che è Frigia, l'amante di Sparta¬ co, affronta un ruolo altamente drammatico rinunciando al suo ta¬ lento eminentemente brillante. Se «Spartaco» ci mostra ancora il bene e il male contrapposti, «Ivan il terribile», del 1975, andato in scena in pieno gelo brezhneviano, porta in primo piano il volto del potere trionfante. Con chi sta Grigo¬ rovich, con il ribelle europeizzante principe Kurbskij o con il cupo Ivan IV? In quegli anni fu soprattutto in questi termini che il balletto fu recepito dall'intellingencija russa. Oggi possiamo guardare a «Ivan il terribile» con altri occhi. Cogliere nei boiari l'antichità asiatica e tata¬ ra che si contrappone all'europei¬ smo di Kursbkij; nel nerovestito Ivan IV possiamo ravvisare l'antica Mosca, a religiosità nelle campane che Ivan fa rintoccare lugubremen- te, l'antica Rus di Andrej Rublev nell'iconostasi azzurra con gli ange¬ li e le candele. E proprio per questi aspetti profondamente russi il tito- lo è stato di recente riallestito da Grigorovich per il moscovita Ballet¬ to del Cremlino. Nel 1995, dopo 30 armi di dire¬ zione del balletto Grigorovich ne viene allontanato. Da quel momen¬ to lavora come free lance, allestisce i propri balletti per diverse compa¬ gnie in giro per il mondo. Ma gli uomini nuovi che lo hanno sostitui¬ to al Bolshoj, hanno lavorato bene per alcuni versi, male per altri e il vecchio Grigo, come viene chiama¬ to nel mondo della danza, è stato invitato caldamente a rimontare il suo «Lago». [se. tr.] HA INFLUENZATO STILE E PROFILO DELLA SCUOLA RUSSA DI DANZA Jurij Grigorovich in una vecchia immagine. Ha saputo raccogliere intorno a sé grandi ballerini

Luoghi citati: Chikmet, Leningrado, Mosca