La danza firmata Bolshoj

La danza firmata Bolshoj IO DAL 12 AL 31 DICEMBRE La danza firmata Bolshoj Per la prima volta a Torino, con Ciajkovski Alle spalle una storia iniziata a fine 700 Em là prima volta che il Balletto 9 del Bolshqj arriva a Torino. Gruppetti sparsi se ne sono visti molti, ma la compagnia di danza del teatro di Mosca al gran completo, come sarà al Regio dal 12 al 31 dicembre, non si era ancora vista. Ed è la prima volta che il Bolshqj presenta in Italia tutti e tre i balletti.di .Cigjko- vskij: «Lago deftcigni^.iBella Addor¬ mentata»,, i^^eci^H»: -'Sratica- . feent?tmaà^òlópàdéÙà dama tardo-/ - romanica: |ii83a,' la suAnna dell'arte coreografiÈadi Marius Petipa,TÌvjsta attraverM^à^lènte'éonten^iòrari'eà di Jurij Giigorovich. Il Bolshoj non è soltanto la più importante compagnia di danza russa insieme al Marijnskij di Pietroburgo, non soltanto rappresenta una delle migliori scuole di danza classica. Le otto massicce colonne sormontate da gapitelli cqrinzi^lie sorreggono il tup- pano tri^ol^. e^la ramosissimaV' quadriga bronzea, sonò (Sventate nei secolo tìàsimbólo anche politico della vita ntósà.-La facciata bianca che si apre sulla piazza del teatro ed'è rappresentata sul biglietto dàicento rubli, è stata, in 225 anni di vita, centro, oltre che di danza e musica, di intrighi e lotte di potere. La storia del Bolshoj incomincia nel 1776 quando nasce la prima trou¬ pe teatrale. Ma la prima costruzione è del 1780 e si chiama Teatro Petrovskij perché si affaccia sulla via Petro- vskaja. Andato a fuoco più volte nei secoli, è già fulcro della politica russa nel 1812 quando durante la guerra e l'invasione napoleonica va in scena il balletto «L'amore per la patria». Nei ruggenti anni romantici della prima metà dell'800 le più grandi ballerine dell'epoca danzano a Mosca e le eroine tradite, come Giselle, infiammano i cuori degli intellettuali progressisti. E' nella seconda parte dell'800 che il Bolshoj conosce il suo primo periodo di decadenza, mentre al Marijnskij di Pietrobui-go Marius Petipa dà vita a una straordinaria stagione di trionfi. Mosca diventa quasi una città di provincia, le grandi ballerine vengono ' ad esibirsi qui dalla capitale del nord. Ma a fine 800 aniva da Pietroburgo Aleksandr Gorskij ed è la rinascita. Mentre nella capitale del nord la danza si identifica nel gusto retrospet- tivista. Mosca vuol dire Stanislavskij, Teatro d'Arte, realismo. E Gorskij sposa volentieri questa specialità mo- scovita ripulendo i classici dagli ecces¬ sivi orpelli ottocenteschi, cerca di creare balletti adattati alle esigenze del realismo stanislavskiano. Il suo primo grande successo è la revisione del «Don Chisciotte». La rivoluzione, gli sperimentah- smi, il ritomo all'ordine stalinano, la nascita del drambalet sovietico (il balletto drammatico) toccano Pietro¬ burgo come Mosca. Ma Mosca, ora nuova capitale, toma centrale anche perla danza. Da Leningrado arrivanoi migliori danzatori e i migliori coreo- grafl. Galina Ulanova, Leonid Lavro- vskij sono i principali artefici del «Romeo e Giulietta» di Prokofev il massimo capolavoro dell'epoca sovie¬ tica, uno dei balletti che la compagnia porterà nelle primissime tournée del dopoguerra. La morte di Stalin e il disgelo fanno affluire anche alla danza nuova linfa, innovazioni, voghe di fare. Tutti senti¬ menti che si identificano con l'arrivo a Mosca di Jurij Grigorovic. Resterà a capo della compagnia moscovita per 30 anni, Grigorovic. Accanto alla rico¬ stituzione dei titoli classici dell'800 crea una serie di balletti dovè sempre più c'è spazio per una rutilante e magniloquente danza maschile, una specialità della casa. E i suoi ballerini feticcio sono prima Vladimir Vasiliev poi Irek Muchamedov. I 70 e gli 80 sono anche gli anni in cui Maja Pli- setskaja, Vladimir Vasihev, Ekaterina Maksimova diventano star intemazio¬ nali. M'interno del palazzo lotte di corridoio e guerre di bande avvelena¬ no l'ambiente, mentre il teatro conti¬ nua ad essere la perla più splendente della corona sovietica e «Il lago cigni» il «biglietto da visita» della compa¬ gnia. Un teatro così legato al potere non poteva non essere coinvolto dalla caduta del regime. Così negh anni 90 incomincia una profonda crisi. Le lotte di potere sfociano nel 1995 con l'allontanamento di Grigorovich sosti¬ tuito proprio da Vasiliev. Oggi a capo della musica e del balletto troviamo Aleksandr Vedemikov e Boris Aki- mov. La compagnia è tomata agli antichi splendori, ha uno stuolo di giovani stelle e un corpo di ballo forte e brillante. Il teatro intanto apre il suo repertorio a coreografi stranieri (di recente Roland Petit vi ha allestito una versione molto scandalosa della «Dama di picche») e va a recuperare titoli perduti, versioni originali: rina¬ sce la «Figlia del faraone» balletto del 1870, ritoma restaurato il «Don Chi¬ sciotte» che Gorskij mise in scena al Bolshoj nel 1900. Sergio Trombetta Anastasia Volqchkova e Andrej Uvarov in una scena del «Lago dei cigni», al Regio il 12 dicembre UN SIMBOLO ARTISTICO MA ANCH E POLITICO DEL PAESE