Quella iena di Bunker non diverrà mai un angelo

Quella iena di Bunker non diverrà mai un angelo Quella iena di Bunker non diverrà mai un angelo RECENSIONE Carlo Lucarelli CI sono due cose che gh scrittori itahani, almeno quelli di genere come me, hanno invidiato da sempre agh americani. Una è l'entità del¬ l'anticipo alla pubbhcazione, ma non è un bel discorso. L'altra è la vita, l'esperienza esistenziale, il vis¬ suto che riempie i loro libri e le loro storie. Leggere Edward Bunker, pe¬ rò, ci porta a pensare che non sia proprio così. Soltanto un pazzo masochista potrebbe invidiare a Bunker gli anni passati dietro le sbarre di Folsom e tutti quelli tra¬ scorsi ad entrare ed uscire dai principali penitenziari degh Stati Uniti in una carriera, tra l'altro incredibilmente sfortunata, di rapi¬ natore professionista. Allora non è la vita degh scrittori americani che gh scrit¬ tori di genere come me, e. non solo, posso¬ no invidiare a Ed Bunker, ma anche a James Ellroy, a DashieU Hammet op¬ pure ad Ernest Hemin¬ gway. E' la capacità di raccontarla, questa vita, di fartela vedere, con lo stile oggettivo ma intenso di un osservatore privilegiato. «Come una bestia feroce» è la storia di Max Dembo, un rapinatore di Los Angeles che cerca di rigare dritto perché è appena uscito di galera e non vuole tornarci più, ma che non ci riesce. Nella sua struttu¬ ra la storia è semphee, ma nei suoi contenuti è sconvolgente. Ed Bunker ha questo stile incredibil¬ mente oggettivo e secco, spietato e durissimo, un dialogo, un'azione e un commento, uno accanto all'al¬ tro, senza spazio per niente che non sia essenziale, e tantomeno per la retorica. E' il modo di parlare di chi è stato in galera, fatto di frasi significative, di fatti, e anche di silenzi molto eloquenti. La cosa sconvolgente è quello che questo stile racconta, la violen¬ za delle cose che accadono, la rasse¬ gnazione senza scampo delle perso¬ ne che le vivono, i colpi drammatici di un destino feroce, anche lo squal¬ lore e la disperazione, osservati con lo sguardo impietoso di uno scien¬ ziato, di un antropologo, di un RECENCaLuc SIONE o elli entomologo addirittu¬ ra, che descrive la ma¬ teria. Solo che lo scien¬ ziato è parte della ma¬ teria stessa, ci ha vissu¬ to e ancora ci vive den¬ tro, e questo dà una forza a quello che scri¬ ve che lo rende, appun¬ to, sconvolgente. James EUroy, nella sua prefazio¬ ne al romanzo, dice che questo è il «più bel libro mai scritto sul tema della rapina a mano armata». E' vero, è U più beUo, perché è il più vero. Come era vero «Cane mangia cane», uscito sempre per Einaudi due anni fa, e come sarà verissima, durissima e sconvolgente l'attesissi¬ ma autobiografia di Bunker. Perché è vero lui. Ed Bunker, così vero che Quentin Tarantino l'ha voluto nehe «Iene», a prestare il suo volto e il suo modo secco di camminare al silenzioso Mister Blue. E forse pro¬ prio questaverità così intensa an¬ che nei dettagli, anche quando deve descrivere una storia brutta e senza lieto fine, è stata la ragione del fallimento di «Sorveghato Specia¬ le», il film tratto da «Come una bestia feroce». Ma non è solo la verità a rendere forti le storie e romanzi di Bunker. E' che lui, queste storie, le sa raccontare, e con tutta l'abilità drammaturgica di un grande scrit¬ tore di genere. Con i colpi di scena al posto giusto e con la capacità di entrare nei personaggi, farteli ap¬ prezzare, a volte anche amare, catti¬ vi come sono, prima di colpirli con le mazzate che il destino necessaria¬ mente gli riserva. E con un finale. come quello di «Come una bestia feroce», che quando ci arrivi ti accorgi che non poteva che essere quello. Sarà perché è un rapinatore per sbaglio. Ed Bunker, e nel suo destino, invece della pistola e del fucile a canne mozze c'era una macchina da scrivere, come raccon¬ ta nella dedica che apre il romanzo: A Louise Fazienda Wallis che ha dato a un condannato a diciotto anni una macchina da scrivere e un'amicizia. Un destino seguito con l'ostinazione di un criminale incalli¬ to, prima scrivendo sceneggiature sottopagate, poi romanzi rifiutati, con la stessa sfortuna di quando compiva le rapine, finché qualcosa non cambia, il «colpo della vita», a differenza di quanto succede a Max Dembo, riesce, e Bunker diventa finalmente uno scrittore. E' una bella storia, e aspettiamo che ce la racconti in «Education of a fellon: a memory», la sua autobiografia. So¬ no sicuro che lo farà con U suo stile: lucido e freddo, oggettivo e apparen¬ te privo di sentimenti, ma intenso come soltanto la vita vera, racconta¬ ta bene, sa esserlo. Edward Bunker Come una bestia feroce trad. di Stefano Bortolussi, Einaudi Stile libero, pp.348, L 18.000 ROMANZO Edward Bunker, oggi al «Noir in Festival» di Courmayeur

Luoghi citati: Courmayeur, Los Angeles, Stati Uniti