Berlusconi: «Domani convinco il premier belga» di Ugo Magri

Berlusconi: «Domani convinco il premier belga» Berlusconi: «Domani convinco il premier belga» L'idea è accettare il mandato di cattura ma rimandarne l'applicazione Ugo Magri ROMA «Domani vedo il primo mini¬ stro belga e sistemo il caso», annuncerà stasera il presiden¬ te del Consiglio ai suoi alleati di governo. Il summit con Fini, Bossi, Follini e Buttiglio- ne è convocato, secondo tradi¬ zione, per l'ora di cena nella residenza romana di via del Plebiscito. Si parlerà di devo- lution, ma prima di mettersi a tavola Berlusconi racconte¬ rà agli ospiti come pensa di rompere l'assedio stretto in¬ torno all'Italia sul mandato di cattura europeo. Ha tra¬ scorso il fine settimana a studiarsi il dossier con l'ausi¬ lio di appunti e pareri elabora¬ ti da alcuni esperti tra cui, pare, ex presidenti della Cor¬ te costituzionale. «Ho messo a fuoco la formula esatta», dirà, «per una soluzione che garantisca i diritti costituzio¬ nali dei cittadini italiani e le esigenze di armonizzazione europea». Il premier è sicuro che nessuno dei convitati sol¬ leverà obiezioni. L'idea è quella di sottoscri¬ vere il mandato di arresto europeo, ma di diluirne al massimo i tempi di applica¬ zione. Dovrebbe entrare in vigore a partire dal 10 genna¬ io 2004, ma Berlusconi vuole convincere Guy Verhofstadt a spostarlo più in là. Per dimostrare l'wanomalia ita¬ liana», è pronto a dissertare sui tanti ostacoli di natura costituzionale che si frappon¬ gono all'introduzione sic et simpliciter del mandato euro¬ peo, e perfino a sostenere che il sistema giudiziario italiano, così com'è oggi, rap¬ presenterebbe un vero peri¬ colo per l'Europa. Ha prepa¬ rato all'uopo una lunga lista di esempi, alcuni volti a terrorizzare il mite premier belga, del tipo: in virtù del¬ l'azione penale obbligatoria, che vige solo in Italia, perfi¬ no il pm di Canicattì potreb- he disporre retate a Bruxel¬ les... Insomma, occorre prima armonizzare i sistemi. Del resto, per non recitare la parte di chi è andato a Canos¬ sa, piegandosi al diktat del¬ l'Europa, a Berlusconi basta che Verhofstadt accetti un rinvio. Poi provvedere lui a sbrigarsela con Bossi, che an¬ cora ieri tuonava conti o «For¬ colandia». Ben prima del man¬ dato di arresto, gli spiegherà Berlusconi, sarà entrata in vigore la nuova Costituzione europea (attesa per il 2004). Dunque è su quel mulino a vento che conviene concentra¬ re l'attenzione, poiché tutto il resto ne discende. «Acconten¬ tiamoci intanto», gli dirà, «di aver battuto un colpo». A Berlusconi preme chiude¬ re la vicenda senza ulteriori danni. «Vedo Verhofstadt e metto la parola fine», ha rassicurato ieri il ministro dell'Interno, Claudio Scajola, che lavora in sintonia col Quirinale per una soluzione senza vincitori né vinti. «Mar¬ tedì risolvo», ha garantito il premier in tutti i suoi fitti colloqui domenicali. La fretta è dettata dal calendario. Oggi si riunisce la conferenza dei capigruppo a Montecitorio, e si sa già che il presidente della Camera, Pier Ferdinan¬ do Casini, darà il via libera per mercoledì a un dibattito in aula che, se il caso non si sarà nel frattempo risolto, fungerà da palcoscenico al¬ l'opposizione in virtù anche della diretta televisiva. Sem¬ pre mercoledì, a Strasburgo, il ministro belga della Giusti¬ zia ragguaglierà il Parlamen¬ to europeo sul «caso Italia». L'indomani, sempre a Stra¬ sburgo, si discuterà di G8 a Genova: meglio non fornire agli avversari ulteriori muni¬ zioni, suggerisce il presiden¬ te degli europarlamentari az¬ zurri, Antonio Tajani. E ve¬ nerdì, a Laeken, inizia il Consiglio europeo, dove Ber¬ lusconi vorrebbe evitare di trovarsi tutti contro. Non è incomprensibile, dunque, il suo desiderio di intendersi domani con Verhofstadt. L'incognita, a questo pun¬ to, è rappresentata proprio dal premier belga: sarà anche lui flessibile? Gli sherpa del Cavaliere sostengono che è stato Verhofstadt a mandare a monte la trattativa tra i ministri della Giustizia, quan¬ do l'intesa pareva a portata di mano. Né Berlusconi ha gradito le minacce dell'uomo che fino al 31 dicembre prossi¬ mo detiene la presidenza Uè: «Se non c'è accordo, andremo avanti in quattordici senza l'Italia...». Tuttavia, gli ulti¬ mi segnali di fumo da Bruxel¬ les raccontano di un Verhof¬ stadt anche lui interessato a concludere senza traumi il semestre belga di presidenza Uè. «Il barometro volge al bello», si sbilanciava a sera il pur prudentissimo portavoce del governo. Paolo Bonaiuti.