Follini: dall'UE non si torna indietro di Fabio MartiniMarco Follini
Follini: dall'UE non si torna indietro IL LEADER DEL CCD RICHIAMA ALLA MODERAZIONE GLI ALLEATI DEL CENTRODESTRA Follini: dall'UE non si torna indietro «Questa impasse sarà superata tra poche ore» intervista Fabio Martini ROMA GLI umori anti-europeisti che tornano a serpeggiare nella Lega e nel governo non piacciono ai moderati del centro¬ destra e Marco Follini li esorciz¬ za con ironia: «In alcuni ambien¬ ti leghisti vedo una diffidenza verso l'Europa che non condivi¬ do. Non vorrei che pensassero all'Italia come all'indomito vil¬ laggio gallico di Asterix e di Obelix e all'Europa come alle legioni di Cesare. Tra l'altro, a differenza che nel fumetto, sa¬ rebbero le legioni di Cesare a vincere. E io dico: giustamente». Anche nelle ore probabilmen¬ te più difficili nella vita del secondo governo Berlusconi, il leader del Ccd Marco Follini non rinuncia al ruolo di coscienza moderata che si è ritagliato da inizio legislatura: oltre a pole¬ mizzare con gli alleati della Le¬ ga, si schiera per un accordo con gli altri 14 governi sul mandato europeo e punzecchia il ministro dell'Economia Giulio Tramonti, Onorevole Follini, nel 1994 l'Europa diffidava dello scono¬ sciuto Berlusconi, considera¬ va Fini un ex fascista e Bossi un secessionista. Stavolta quei giudizi - o pregiudizi - sembravano dissipati e inve¬ ce nel giro di pochi mesi ri¬ schiate di diventare di nuovo un caso... «Dal 1994 abbiamo fatto gran¬ di progressi. Berlusconi è nel Ppe, Fini è in avvicinamento verso posizioni più centrali, la Lega ha abbandonato la deriva secessionista. L'Europa conosce un centro-destra più affine ri¬ spetto al '94 e dunque questa affi:iità va tenuta cara e stret¬ ta». Questa affinità lei la trova nelle dotte parole del mini¬ stro Tremonti che descrive un'Europa attraversata da ro¬ buste tentazioni giustiziali- ste? «L'Europa non è il Medioevo prossimo venturo e il mandato di cattura europeo non la riesu¬ mazione del Tribunale dell'Inqui¬ sizione». E invece il ministro Bossi battezza l'Europa nientedime¬ no che come «Forcolandia»... «Forcolandia? Non so cosa sia, ma sicuramente è un luogo che non sta in Europa». , Proprio voi, che state nel Ppe da prima di Berlusconi, come spiegate che Aznar e la Cdu sono rimasti insensibili agli argomenti del governo italiano? «C'è una differenza con gli altri paesi: senza dubbio l'Italia ha conosciuto un giustizialismo particolarmente accanito nei 10 anni che abbiamo alle spalle e dunque si capisce la preoccupa¬ zione di tenere più alta la soglia delle garanzie. Qualche cautela in più si capisce, ma va tenuta - e questo è decisivo - dentro la cornice europea». Sulla questione del manda¬ to di cattura europeo, l'Italia può tenersi fuori da questa cornice? «No. Ci dobbiamo adoperare per un accordo. L'Europa oramai è parte della nostra identità: su mille argomenti si può discutere e avere idee diverse. Su questo no: appartiene ai fondamentali». Eppure sul mandato euro¬ peo il governo Berlusconi sta vivendo la prima, autentica impasse: non c'è solo la mag¬ gioranza divisa, c'è l'intera Europa critica. Peggio, sospet¬ tosa... «Non c'è impasse. Sono con¬ vinto che stiamo parlando di un problema che sarà facilmente risolto nel giro di poche ore o giorni. Chiusa la vertenza, molti degli argomenti usati dalla sini¬ stra potranno essere rimessi nel fodero». Finora la sinistra ha caval¬ cato le sue battaglie anti-Ber- lusconi con argomentazioni lapidarie, azzerando lo spazio di dialogo con i moderati: le sembra che l'ultimo Fassino abbia cambiato approccio? «Una premessa. Fatico ad ac¬ cettare lezioni di europeismo da parte da una sinistra che, nell'an¬ no di grazia duemilauno, ha scoperto la straordinaria novità della socialdemocrazia. E poiché appartengo ad un mondo che si è sentito europeo un po' prima, io di lezioni non ne do. Ma non vorrei neanche ascoltarne...». Un personaggio come Fassi¬ no può interpretare una svol¬ ta? «Sull'esigenza di deporre la clava, a parole, siamo tutti d'ac¬ cordo e io più di altri. Ma a Fassino manca un briciolo di autocritica. Per anni la sinistra ha pensato di godere di uno statuto morale diverso. Finché questa concezione non viene messa da parte, risulta difficile fare grandi passi avanti». WMùiW^Mi «Qualcuno nel Carroccio pensa all'Italia come al villaggio gallico di Asterix e all'Europa come alle legioni di Cesare Ma a differenza del fumetto furono le legioni di Cesare a vincere E con ragione» I Dall'alto: il leader del Ccd Marco Follini e il sottosegretario Alfredo Mantovano
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