Bossi: diciamo no all' Europa-Forcolandia di Renato Rizzo

Bossi: diciamo no all' Europa-Forcolandia Bossi: diciamo no all' Europa-Forcolandia «Berlusconi? Ha il mandato di discutere solo sul reato di terrorismo» Renato Rizzo inviato a MILANO Berlusconi, quando, domani, incon¬ trerà il premier belga Verhofstadt per trattare della futura «Forcolan- dia» in cui vorrebbero trasformare l'Europa «grazie al mandato di cattura esteso a 32 imputazioni», tenga presente un punto fermo: «Il suo mandato gli consente di discu¬ tere solo sul reato di terrorismo». Il resto è off-limits perché spetta alle decisioni dei cittadini, non a quelle delle Cancellerie. Umberto Bossi lancia quest'invito al Cavaliere con tono perentorio, sotto gli occhi e gli applausi in egual misura adoranti delle migliaia di leghisti riuniti in piazza Castello: la manifestazione, nata come appoggio alla legge con¬ tro l'immigrazione clandestina, vi¬ ra prontamente sul tema giustizia che vede il ministro Castelli, a seconda delle prospettive ideologi¬ che di chi lo inquadra, nel ruolo dell'oscurantista o in quello del¬ l'eroe. Eroe, certo, per chi sventola Soli delle Alpi e Leoni di San Marco in questa mattina milanese. Cornice ideale per il Senatur che tocca le corde dell'epica: «Vogliono usare l'Europa come cavallo di Troia: passi per il cavallo, ma Troia, quella no». Battimani e risata dan¬ no all'oratore un attimo per render¬ si conto che la metafora è scivolata un po' sull'hard. Allora riafferra il bandolo: «Voglio dire: va bene un'intesa sul reato di terrorismo, ma sul resto proprio no». Il «resto» altro non è che un tentativo dell'Europa di «sottrarci l'amministrazione delia giustizia». Bossi è sicuro: il nostro presidente del Consiglio «terrà duro con quel belga che, in modi perlomeno inur- bani, ci ha detto "su 'sta vicenda o vi comportate come dico io o nien¬ te". Senza neppure rendersi conto che il suo paese è metà della Lom¬ bardia e un quarto della Padania». Un buffetto a confronto dell'irruen¬ za verbale rovesciata su Verhofsta¬ dt dal parlamentare europeo Fran¬ cesco Speroni che apoditticamente l'apostrofa come «frocio» mentre, ecumenico, il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, coinvol¬ ge l'intero regno belga in un'unica invettiva: «Non prendiamo lezioni da sporcaccioni». Prosit. Si riaffaccia la politica. Il mini¬ stro per le Rifonne toma a parlare del Cavaliere costmendo una frase che suscita ghignetti maligni sul palco e tra la folla: «La sinistra le sta tentando tutte, ma lui non deve accettare che un qualsiasi cittadi¬ no, magari di Arcore, possa essere processato anche grazie all'aiuto dei servizi segreti degli ex comuni¬ sti ancora in funzione». A margine del discorso una confidenza espres¬ sa con la soddisfazione dell'allena¬ tore che segnala i progressi d'un suo atleta: «Prima sembrava titu¬ bante, quasi pronto a cedere, ma sta migliorando di giomo in giomo, il presidente del Consiglio. E si sta irrobustendo. C'è chi, magari, dirà che ha paura di qualche magistra¬ to, ma il problema non esiste: sono stato io a suggerire a Castelli di trattare con 1 ministro belga e resto convinto che la posizione del Guardasigilli e mia debba essere tenuta in conto dal Parlamento. Quando ci hanno mostrato la lista di quei reati da perseguire abbia¬ mo risposto che non siamo la Gesta- po. Non spetta a noi espropriare la gente dei suoi diritti. Sono i popoli che devono darsi le leggi». No, non è ancora maturo il tempo in cui l'Europa potrà avere una «sua» giustizia: troppe culture e lingue diverse senza una Costitu¬ zione comune: «Nel passato una cosa simile è avvenuta solo con l'Urss. Da brividi». Ma non basta. Il leader leghista medita sulla «malefica miscela» che rischia d'unire finanza e sinistra: «Il nazi¬ smo nacque così». Poi guarda al vicino futuro: «Ma v'immagmate quando entreranno nell'Ue certi paesi dell'Est, in cui, magari, co¬ mandano ancora quelli di prima? Qualsiasi amico degli amici po¬ trebbe emettere un mandato di cattura a un qualunque cittadi- ' no». Ecco l'ex sottosegretario Ta¬ ormina con fazzoletto verde al collo: «La questione mandati di cattura mi vede contrario per due ragioni. Prima: occorrerebbe mo¬ dificare la Costituzione dove stabi¬ lisce che gli italiani sono sottopo¬ sti alla nostra legge; seconda: non vorrei che il veleno esistente nella nostra magistratura venisse espor¬ tato e avviasse anche altrove la politicizzazione della giustizia». Roberto Castelli, l'seroe», per salu¬ tare la folla leva, un po' incongma- mente, il pugno chiuso, poi lo apre stendendo indice e medio nel se¬ gno della vittoria. Durante il cor¬ teo avverte: «I margini per un accordo ci sono, in questi giorni abbiamo trovato una buona base su cui lavorare». Sul palco l'inge¬ gnere prestato alla politica chiede alla voce volenterosi ruggiti: «Se non ci fossimo opposti al mandato di cattura europeo tutti noi, oggi, potevamo essere arrestati». Dalla folla evapora un «ooh» di stupore. E lui: «Certo, visto che manifestia¬ mo, seppur pacificamente, contro l'immigrazione clandestina, avremmo potuto trovare un magi¬ strato di sinistra - e ce ne sono tanti - che ci buttava in galera per un reato d'opinione: razzismo e xenofobia». ■t-." -i" *~ NESSUNA «Al Umberto Bossi mentre parla alla manifestazione leghista di ieri a Milano

Persone citate: Berlusconi, Castelli, Leoni, Roberto Calderoli, Roberto Castelli, Umberto Bossi, Verhofstadt

Luoghi citati: Arcore, Europa, Milano, Urss