Bin Laden: non speravo che saremmo riusciti a far crollare le due torri

Bin Laden: non speravo che saremmo riusciti a far crollare le due torri CACCIATORI Dì TAGLIE SCATENATI ALLMNSEGUIMENTO DEL CAPÒ DI ALQAEDASULLE MONTAGNE AL CONFINE CON IL PAKISTAN Bin Laden: non speravo che saremmo riusciti a far crollare le due torri In un video trovatoin un'abitazione di Jalalabad il leader terrorista rivendica tra gli applausi dei suoi l'attacco dell'11 settembre retroscena Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK SE mancava una prova certa della responsabihtà di Osama bin Laden negli attacchi dell'11 settembre, adesso questa prova c'è. E' stata trovata per caso dai mujaheddin in un'abitazione pri¬ vata di Jalalabad. In un video registrato lo sceicco del terrore sostanzialmente rivendica quegh attentati, spiegando di essere rima¬ sto sorpreso dagli effetti devastan¬ ti dei due impntti aerei, avendo sperato di riuscire al massimo a spezzare le due torri, ma non certo di farle crollare. E la caccia a Bin Laden diventa ancora più accanita. Almeno due comandanti mujaheddin cercano Osama bin Laden fra le foreste di Spin Ghar, sulle Montagne Bian¬ che al confine con il PaMstan, inseguendo il sogno di diventare ricchi come solo i sultani potevano essere. Gul Agha e Haji Zahir braccano l'uomo più ricercato del mondo contendendosi la super-ta¬ glia da 25 milioni di dollari stabili¬ ta dal Pentagono, si tratta di oltre cinquanta miliardi di lire: ognuno di loro ha promesso ai rispettivi «ufficiah» e capi tribù sottopremi da capogiro in cambio della testa del leader di Al Qaeda. I mujahed¬ din sono all'offensiva da una setti¬ mana, sono arrivati a Torà Bora dove Osama era stato visto a cavallo durante una notte di luna piena e assicurano di aver espu¬ gnato grotte e tunnel costruite negli-Mni-Ottanta con i fondi della Cia. Americani e britannici le ritenevano impenetrabili, ma loro sarebbero riusciti a entrare facil¬ mente, «come il coltello nel burro» raccontano. Proprio il blitz dei mujaheddin lungo la Valle di Malva avrebbe costretto Osama alla fuga fra le montagne coperte di boschi, alla guida di mille fedelissimi guerri¬ glieri di Al Qaeda, giunti da ogni angolo del mondo dell'Islam e pronti a morire per lui. «E' lì, fra quei boschi lo sappiamo al cento per cento» ripete senza sosta via telefono satellitare da Jalalabad il portavoce dell'Alleanza del Nord, Mohammed Amin. I mujaheddin braccano i guerriglieri di Al Qaeda collina dopo collina, ma di fronte si trovano i combattenti migliori della Brigata 055 - pakistani, arabi e ceceni - e soprattutto lui, Osama in prima persona. Combatte con il suo fucile mitragliatore russo, lo stesso che si vede sempre al suo fianco nei video. Lo prese a un soldato russo morto al termine di una battaglia sui monti dell'Afgha¬ nistan a metà degli Anni Ottanta: lo avevano dato per spacciato, ma lui e i suoi combatterono assediati per sette giorni, poi fecero finta di essere morti e fecero avanzare i militari sovietici verso pendici mi¬ nate, fu una strage, loro sopravvis¬ sero e nacque il mito di Osama, l'invincibile condottiero della Jihad, invulnerabile alla morte. Nessuno può escludere che ora, nei boschi di Spin Ghar, Bin Laden stia ripetendo la stessa tattica, tentando di attirare i suoi nemici in una trappola, alle calcagna però questa volta ci sono i mujaheddin, spregiudicati quanto lui e assetati di dollari. «Se si sposta da solo Bin Laden rischia di essere catturato da uno dei tanti attirati dalla tagha - spiega freddamente Paul Wolfowitz, vice Segretario alla Difesa -, se sceglie di farsi proteg¬ gere da un nugolo di guardie del corpo diventa più visibile per noi». lì generale Richard Myers, capo degli Stati Maggiori Congiunti, sen¬ te l'obiettivo a portata di mano: afferma di conoscere r«area)) del¬ l'Afghanistan dove Bin Laden sa¬ rebbe e lascia intendere che la rete si sta chiudendo. Ma al momento l'unica certezza su dove si trovi viene dalle vedette dei mujahed¬ din che continuano a ripetere di averlo visto «con i propri occhi» ora a cavallo nei boschi, ora con il fucile in combattimento, ora a fianco dei suoi fedelissimi. Uno di questi caccia-taglia afferma di aver sorpreso l'altro super-terrori¬ sta in fuga, il mullah dei taleban, Mohammed Omar. Era seduto sul sedile posteriore di una motociclet¬ ta guidata da una guai dia del corpo nei pressi di Kandahar. Difficile per la Cia e i comandi Usa verzicare in tempo reale l'affi¬ dabilità-di ógni fonte, l'esattezza di ogni rapporto : la veridicità delle fonti ìh-Aaghanistan è assai relati¬ va. La scelta del generale Tommy Franks, comandante di «Libertà Duratura», resta quella che ha portato alla caduta delle città af¬ ghane: spingere avanti i mujahed¬ din sostenendoli logisticamente per aumentarne la capacità e af¬ fiancandoli con pochi consiglieri militari. Si spiegano così i martel¬ lanti bombardamenti dei B-52 sul¬ le Montagne Bianche. Appena i mujaheddm indentificano un'area dove si trovano i guerriglieri di Al Qaeda, i consiglieri Usa guidano via laser le bombe che piovono dal cielo. Durante la giomata di ieri gli attacchi con ordigni da oltre una tonnellata si sono succeduti nel¬ l'area di Spin Ghar ogni trenta minuti. Ai marines della base di «Camp Rhino», a Sud-Oyest di Kandahar, spetta invece pattugliare le aree a ridosso dell'epicentro dei combat¬ timenti, nel Sud come nell'Est, alla ricerca di altri terroristi in fuga: per identificarli meglio ognu¬ no di loro è stato dotato della fotocopia con i volti dei 22 super- ricercati dall'Fbi perché coinvolti nell'attacco all'America dell' 11 set¬ tembre, dove morirono più di tre¬ mila persone. Proprio una di queste squadre di «hunt-killer» (caccia-assassini) si è imbattuta in una abitazione privata nei pressi di Jalalabad in una videocassetta finora scono¬ sciuta, nella quale Bin Laden riven¬ dica la paternità dei quattro aerei- kamikaze lanciati contro Washin¬ gton e New York. La notizia è stata rivelata dal «Washington Post» di Léonard Downie - vero mattatore degli scoop di questa guerra - e confermata ieri dal vicepresidente Dick Cheney intervistato da Tim Russert al programma «Meet the Press» della tv «Nbc». «Ho visto la cassetta e ne ho capito il contenu¬ to grazie ad una traduzione dal¬ l'arabo, è un'altra prova della sua responsabilità nel!' 11 settembre - ha raccontato Cheney - le immagi¬ ni mostrano Bin Laden assieme a quello che appare essere un religio¬ so e dimostra di avere una cono¬ scenza abbastanza significativa di ciò che è avvenuto». Il «Washin¬ gton Post» aggiunge dettagli signi¬ ficativi: la cassetta è un video amatoriale della lunghezza di cir¬ ca quaranta minuti che sarebbe stato girato a fini di reclutamento, mostra Bin Laden durante una cena che spiega ai commensali il fatto di essere rimasto sopreso dall'entità del danno procurato dai kamikaze alle Torri Gemelle perché non aveva pensato che sarebbero crollate del tutto, era sicuro che si sarebbero solamente spezzate. Una fonte ufficiale che ha visto il video ha riferito che Io sceicco saudita sembra divertito per'il fatto che alcuni terroristi che l'I! settembre parteciparono ai dirottamenti di quattro aerei di linea americani non sapevano che le loro erano azioni suicide e pensa¬ vano a semplici sequestri. La Casa Bianca sta decidendo, in consultazione con Londra, se diffondere il video. I timori non mancano, fra l'altro c'è un'ultima frase di Bin Laden della cassetta che è rimbalzata subito da un'agenzia dei servizi segreti all'al¬ tra: «Molto altro deve ancora acca¬ dere». Non è chiaro perché 0 lea¬ der di Al Qaeda abbia detto queste parole, ma per Cia ed Fbi vi è la conferma delle ragioni che hanno portato il ministro della Sicurezza Interna, Tom Ridge, a dichiarare lo stato di massimo allarme per tutto il periodo delle festività di fine anno. Un altro messaggio di Bin Laden è stato diffuso dall'agen¬ zia di stampa cecena «Kavkaz». E' un appe lo ai musulmani di tutto il mondo affinché si mobili¬ tino per la Jihad: «La gioventù musulmana deve continuare la Jihad fino a quando l'Islam non avrà continuato tutto il mondo, è venuto il momento che tutti i musulmani, ma soprattutto i più giovani, si uniscano per continua¬ re la guerra santa fino a quando gli infedeli e le forze antislami- che non saranno state annienta¬ te e fino a quando tutte le false religioni non saranno state scon¬ fitte». Assediato o meno fra i boschi di Spin Ghar, Osama conti¬ nua a minacciare l'Occidente. Nella stessa registrazione lo sceicco afferma che «molto altro deve ancora accadere». Secondo militari dell'Alleanza è stato visto alla guida dei suoi mille fedelissimi «Concorrenza» tra i mujaheddin nella caccia al super ricercato Bin Laden in un'immagine del video mandato in onda il 7 ottobre