I generali americani arrivano in Kuwait E' l'ora della Somalia

I generali americani arrivano in Kuwait E' l'ora della Somalia I generali americani arrivano in Kuwait E' l'ora della Somalia Navi e aerei pattugliano le zone dove la Cia teme che Al Qaeda possa riorganizzarsi. Riaperto il Ponte dell'Amicizia con l'Uzbekistan dal corrispondente da NEW YORK Il comando delle truppe di terra americane in Afghanistan è da ieri nell'Emirato del Kuwait, a pochi chilometri dall'Iraq. Il generale Paul Mikolashek, 54 anni, con il suo staff ha lasciato la sede dell'«Usarcent» a Fort McPherson in Georgia, vicino ad Atlanta, anticipando proba¬ bilmente una decisione analoga da parte del comando centrale di «Libertà Duratura», basato a Tampa e guidato dal generale Tommy Franks. La decisione è stata motivata dai Pentagono con «motivi di orario e questio¬ ni di distanza», ma l'arrivo in Kuwait del generale Miko¬ lashek - che fino al 1998 ha guidato da Vicenza la Task For¬ ce del fianco Sud dell'Alleanza - lascia intendere l'accelerazione dei preparativi logistici per con¬ durre operazioni di guerra al terrorismo lontano dall'Afghani¬ stan. Aerei della Us Navy pattu¬ gliano oramai da giorni e due zone della Somalia dove la Cia teme che Al Qaeda possa riorga¬ nizzarsi. Un numero imprecisato di ufficiali americani è arrivato nello Yemen per addestrare le forze locali a fronteggiare i terroristi. «C'è chi dice che Osa- ma bin Laden e i suoi potrebbe¬ ro rifugiarsi in Somalia, c'è chi suggerisce lo Yemen e chi altri Paesi ancora - afferma Paul Wolfowitz, numero due del Pen¬ tagono -. Noi lo raggiungeremo ovunque, chiunque dovesse dar¬ gli ospitalità deve sapere che sta commettendo un grave erro¬ re». A ridosso del Kuwait c'è l'Iraq e i leader del Congresso, tanto democratici che repubbli¬ cani, sostengono le pressioni del Pentagono per arrivare a una resa dei conti con Saddam Hussein. A temerlo è il Segreta¬ rio Generale delle Nazioni Uni¬ te, Kofi Annan, che da Oslo - dove ha ricevuto il premio No¬ bel per la pace - ha dichiarato: «Non sarebbe saggio attaccare l'Iraq». Sullo scacchiere afghano il Pentagono è riuscito a ottenere ieri dall'Uzbekistan la riapertu¬ ra del «Ponte dell'Amicizia» con l'Afghanistan. Finora Tashkent aveva resistito alle pressioni Usa, temendo infiltrazioni e sa¬ botaggi di taleban. La nuova via di terra consente ora alle orga¬ nizzazioni umanitarie e alle Na¬ zioni Uniti di accelerare i tempi per la consegna degli aiuti ali¬ mentari alla popolazione civili. A Mazar-i-Sharif, la prima città afghana dopo il ponte, il coman¬ date Dostum ha assicurato che favorirà la consegna degli aiuti e ha fatto rientrare le minacce di rivolta armata sollevate nei giorni scorsi contro il governo ad interim, che dovrebbe inse¬ diarsi a Kabul fra meno di due settimane. Il neo-designato premier ad interim, Hamid Karzai, è riusci¬ to ieri a portare a termine una delicata mediazione fra le tribù pashtun entrate a Kandahar che, per il momento, ha scongiu¬ rato il rischio di una faida dalle conseguenze imprevedibili. Kar¬ zai resta sotto pressione da parte di Washington, che chiede alle forze anti-taleban di non lesinare gli sforzi per catturare il mullah Omar. «Sappiamo che è in Afghanistan», ha ripetuto ieri il generale Myers, capo dello Stato Maggiore Congiunto Usa, per spingere i mujaheddin a braccare il fuggitivo. Le forze anti-taleban hanno perduto diciotto combattenti - fra cui alcuni importanti coman¬ danti - in un incidente avvenuto nella provincia di Tahkar, quan¬ do l'elicottero che li trasportava è precipitato. La versione ufficia¬ le della sciagura attribuisce l'in¬ cidente alle intemperie. Nel Sud continua invece la caccia al tale¬ ban da parte dei marines di base a «Camp Rhino», a Sudovest di Kandahar: ieri ne sonò stati uccisi almeno tre durante un prolungato scontro a fuoco. E dentro «Camp Rhino» è stato trasferito John Walker, il tale¬ ban nato in California catturato a Mazar-i-Sharif. Non è chiaro cosa che cosa lo aspetti, essendo sospettato di aver spinto i suoi ex compagni detenuti alla rivol¬ ta nella quale rimase ucciso l'agente della Cia Mike Spann. «Spetterà al Ministero della Giu¬ stizia occuparsi di questo caso - ha dichiarato il vicepresidente Dick Cheney - si tratta comun¬ que di un cittadino americano che potrà usufruire di tutti i diritti che la legge gli riconosce». I genitori di Walker ribadisco¬ no la richiesta di «pietà» al presi¬ dente americano, George Bush, ma le dichiarazioni attribuitegli dalla stampa Usa lo descrivono come un terrorista convinto. «Io sono venuto qui in Afghanistan per uccidere gente come te», avrebbe detto John Walker a Mike Spann durante l'interroga¬ torio nel carcere di Mazar-i-Sha¬ rif, cui poi seguì la rivolta finita in una strage. [m.mo.] Guerriglieri afghani dopo gli ultimi scontri a Spin Boldak, a pochi chilometri dalla frontiera pakistana