Tremonti: il mandato europeo ci riporta indietro di secoli

Tremonti: il mandato europeo ci riporta indietro di secoli A FASSINO RISPONPO: «INTERESSANTE LA SUA APERTURA, SIAMO PRONTI ADIALOGARE» Tremonti: il mandato europeo ci riporta indietro di secoli «Non siamo contrari per principio, ma vogliamo che tutto venga deciso alla luce del sole Invece c'è stato uno strappo nel processo democratico, siamo tornati all'Antico Regime» intervista ROMA MINISTRO Tremonti, esiste un caso Italia in Europa? Il governo Berlusconi è l'unico a opporsi all'istituzione del mandato di cattura europeo. Perché? Non siamo di fronte a ima frattura grave nei rapporti con gli alleati? «Noi non siamo contrari per prin¬ cipio all'istituzione di un manda¬ to di cattura europeo. Ma voglia¬ mo che questo avvenga alla luce dei "Lumi", non nell'oscurità delle segrete, o di una sala macchine per autodafé. Siamo favorevoli alla creazione di uno spazio giuri¬ dico europeo. Ma che sia uno spazio, non un abisso». Segrete? Autodafé? «Questa vicenda del mandato di cattura europeo è segno che nella formazione della legge stiamo re¬ gredendo alla fase preilluministi¬ ca. E non per caso; pour cause. Vale la pena rileggersi il Beccaria, l'incipit dei Delitti, laddove descri¬ ve la formazione della legge nel- l'Ancien Regime: "Vedremo che le leggi, che pur sono o dovrebbero essere patti di uomini liberi, non sono state perlopiù che strumenti delle passioni di alcuni pochi, o nate da ima fortuita e passeggera necessità". Per improvvisazione e frantumazione del processo demo¬ cratico, stiamo rischiando di tor¬ nare ai tempi dell'Antico Regi¬ me». Che cosa glielo fa pensare? «C'è stata un'accelerazione im¬ provvisa, una lacerazione del pro¬ cesso democratico. Che ha i suoi tempi. Richiede discussioni e pro¬ spettive razionali». C'è stata l'emergenza inter¬ nazionale del terrorismo. «Se il problema è quello, tra i paesi europei.l'Italia,è la,prima nel contrasto alla base finanzia¬ ria del terrorismo. L'ha ricono¬ sciuto anche.il govemo.america- no. Il buco nero in Europa è semmai la Svizzera. Che forse ottempera alle richieste sulle liste dei conti; ma, a causa del sistema del segreto bancario, per ogni segreto svelato ne cela altri mille. Altro punto curioso: all'ultimo Ecofin, la presidenza belga ha formulato la proposta quanto me¬ no ambigua dì legare la trasparen¬ za bancaria alle scelte fatte dalla Svizzera. Con un meccanismo di trasparenza finanziaria che do¬ vrebbe essere rinviato al 2008. Davvero interessante: non l'Euro¬ pa che si impone alla Svizzera, ma la Svizzera che condiziona l'Europa. No, mi creda: l'impres¬ sione è che si sfrutti l'emergenza terrorismo per imporre un'accele¬ razione di cui mi sfuggono le ragioni, non i rischi». Quali sono i rischi? «Un sistema europeo costruito alla luce dei "Lumi" dovrebbe essere sviluppato - e io credo che debba essere sviluppato - facendo coincidere il crimine con la corte: crimini locali, corti locali; crimini federali, corti federali. Adesso si vogliono crimini federali, e manet¬ te locali. E' un'asimmetria, un'aporia inaccettabile. Tornia¬ mo a dire: crimini locali, corti locali; crimini federali, corti fede¬ rali. Partire dall'assoluto delle manette è come partire dal Medio¬ evo. Manette, e tortura, sono i passepartout per l'oscurantismo. Oggi nell'Ue mancano regole co¬ muni. Nella maggioranza dei pae¬ si europei i pubblici ministeri dipendono dall'esecutivo. Chi re¬ prime i reati di interesse europeo? I governi o le procure? Poi ci sono ipaesi dell'Est, prossimi a entrare in Europa: terra incognita. Con una polizia di formazione comuni¬ sta». -Jl La creazione di regole comu¬ ni europee in tema di giusti¬ zia richiede un processo co¬ stituente. Anni. La repressio¬ ne dei reati internazionali può attendere tanto? «Talvolta capita di leggere al ri¬ guardo ragionamenti curiosi. Sul Corriere della Sera, Piero Ostelli- no scrive che il mandato di cattu¬ ra europeo va fatto; ma, aggiun¬ ge, forse bisogna riflettere su alcuni punti. Bisogna cioè: armo¬ nizzare i reati; uniformare proce¬ dure e codici; creare garanzie comuni. Non esiste un appello europeo, non esiste una polizia europea, non esiste una Costitu¬ zione europea. Manca, riconosce in sostanza Ostellino, T'habeas corpus". Eppure, la conclusione è; il mandato di cattura europeo va fatto. Siamo al "credo quia absur- dum". 0, se preferisce, air'absur- dum quia credo". Credo in che cosa? "Extra ecclesiam nulla sa- lus". Dove la chiesa va sostituita con l'Europa». E' proprio questo che si impu¬ ta al governo: un deficit di europeismo. Tra l'Europa e l'Italia di Berlusconi i rappor¬ ti non sembrano facili. Come se esistesse un caso italiano. Di cui il no al mandato di cattura europeo è solo l'ulti¬ mo casus belli. «Quali sarebbero gli altri?». L'Airbus. «Bene. Che fine ha fatto? Pareva fosse il marcatore del tasso euro¬ peo. Abbiamo invece assistito. come avrebbe detto l'ambasciato¬ re Ruggiero da giovane, alla "dé- marche" della Germania. Nel sen¬ so che ai dubbi italiani si sono aggiunti i dubbi tedeschi. Non so bene, perché non ho seguito il dossier; ma mi pare che non se ne parli più». Le nuove norme volute dal governo, dalle rogatorie al rientro dei capitali. «Sul rientro dei capitali non ho avuto che elogi. Anzi, dall'Europa è arrivata la richiesta di maggior tutela dell'anonimato. Sulle roga¬ torie l'Europa non ha eccepito nulla». C'è stato un voto contrario del Parlamento europeo. «Non un voto contrario; un voto orario. In quel momento in aula c'era una maggioranza di attivisti di sinistra. No, tra l'Italia e l'Euro¬ pa c'è semplicemente un contra¬ sto specifico, che riguarda il man¬ dato di cattura. Si è creata la sindrome che gli antropologi defi¬ niscono "group fallacy", conformi¬ smo erroneo di gruppo. Cui si aggiunge il fervore giuridico di alcuni professionisti "penali", an¬ che in senso freudiano, tra cui emergono autentici spettri medie¬ vali, figure atroci che ambiscono al consenso delle vittime, come quelle descritte da Franco Corde¬ rò né "Gli osservanti". Ha presen¬ te? "La astrazione del peccato dal peccatore raggiunge il vertice nel¬ l'autodafé, quando il colpevole si converte in extremis sul palco del rogo. Giubilo. Abbracci. Forti effu¬ sioni di amicizia. Poi, a un cenno del consulente spirituale, ansioso di condurre quell'anima in porto, il carnefice di sorpresa afferra il ravveduto, e lo strozza"». Mi fa un esempio di spettro medievale? «I giudici "universali" come Gar¬ zón. Il quale non fa Norimberga; guarda dal buco della serratura dei trattati bilaterali. Siamo di fronte a ragionamenti da oscuran¬ tisti. Elaborati da gente che ai "Lumi" della ragione preferisce le luci dei riflettori tv. Che, a propo¬ sito di buchi della serratura, muo¬ re dalla voglia di chiudere la vittima a doppia mandata, e di buttar via la chiave». L'obiezione nasce sponta¬ nea, e infatti non solo l'oppo¬ sizione italiana, ma anche commentatori europei l'han¬ no formulata. Nel nostro pae¬ se si sta combattendo uno scontro durissimo tra gover¬ no e magistratura. Il no al mandato di cattura europeo viene interpretato come un altro colpo inflitto dal presi¬ dente del Consiglio nel con¬ fronto in corso. Come rispon¬ de? «Che queste ragioni io le formule¬ rei anche se fossi di sinistra». A proposito, la sinistra, per bocca del segretario dei Ds Piero Fassino, ha lanciato attraverso questo giornale un segnale di disponibilità al dialogo sul tema della giusti¬ zia. Purché la maggioranza cambi tono sui magistrati. «Considero le parole di Fassino un'apertura interessante. .Voglio¬ no dialogare? Dialoghiamo. An¬ che sul mandato di cattura euro¬ peo. Ma purché i riferimenti non siano l'abuso e le manette. Insiste¬ re su questa linea significa fare il male dell'Europa, volerne la di¬ struzione». Non solo l'opposizione, an¬ che il Quirinale non perde occasione per ricordare che l'Italia deve far parte del¬ l'avanguardia dell'Europa, pure nella creazione di uno spazio giuridico europeo. «Le rispondo che io credo nell'Eu¬ ropa. Considero la fase che si sta aprendo, la terza nella costruzio¬ ne europea, come un momento fantastico per la mia.generazione. Finora l'Italia è sempre stata protagonista. Sia nella fase eroi¬ ca; pensi ad Altiero Spinelli. Sia nella fase dell'economia; pensi a Ciampi. Ora deve esserlo nella fase politica. Ma questa fase de¬ v'essere segnata dal confronto di idee. Perché la costruzione politi¬ ca non si fa con i colpi di mano; non riguarda la moneta, ma la libertà; e la vita non si riduce in un grafico. L'Italia la affronta con le carte a posto: bilanci in regola, frontiere aperte. Ma non rinuncia a far valere le proprie ragioni; oggi, a dire no a un provvedimen¬ to dalle finalità oscure e oscuran- tistiche. Siamo convinti che dopo l'Europa dell'economia si possa fare l'Europa della politica e della giustizia. Ma alla luce di una Costituzione; non nel buio di un carcere». «Il vero buco nero non siamo noi, ma la Svizzera: che a causa delle leggi bancarie per ogni segreto svelato ne crea altri mille» «Si aggirano spettri medievali: come Garzón, che non fa Norimberga ma origlia dal buco della serratura dei trattati bilaterali» Giulio Tremonti, ministro dell'Economìa del governo Berlusconi e uomo di punta di Forza Italia Il segretario dei Democratici dì sinistra Piero Fassino