«Il governo sblocchi il gruzzolo che ci spetta»

«Il governo sblocchi il gruzzolo che ci spetta» IL GOVERNATORE DEL LAZIO ATTAGCAI LEGHISTI: QUESTA RISCHIA PI ESSERE LA DEVOLUTION PELl/IMPOPQLARnA «Il governo sblocchi il gruzzolo che ci spetta» Storace: siamo a un punto di rottura, la nostra pazienza durerà solo tre mesi .■M-Wf ^.j *rv-^- .'- - ■■t* - intervista Amedeo La Mattina WrÉÈMÌ^M ROMA FRANCESCO Storace vorreb¬ be frenare la lingua. Si strin¬ ge nel doppiopetto diplomatico da governatore, non vorrebbe fare il «solito pierino», ma alla fine alza la voce con il governo che «non molla i soldi» e conti¬ nua un'attività legislativa «in¬ vasiva» delle competenze regio¬ nali. Quelle competenze che la riforma costituzionale dell'Uli¬ vo ha devoluto agli enti locali. Si morde la lingua perchè qualunque commento fuori dai denti «si presterebbe al titolo giornalistico più infame», dice Storace. Allora meglio «aggira¬ re» un po' la questione e soste¬ nere che il govemo sta perden¬ do tempo. E, soprattutto, che è arrivato il momento di un verti¬ ce tra il presidente del Consi¬ gho e i governatori della Casa delle libertà per capire quale modello di sviluppo il centrode¬ stra intende proporre al paese. Presidente, molti ministri, quelli di An in testa, voglio¬ no frenare Bossi sulla devo¬ lution, le regioni minaccia¬ no di abbandonare la cosid¬ detta «cabina di regia» na¬ ta per applicare la riforma federalista e lanciano la sfida: o entro tre mesi lo Stato trasferisce le risorse necessarie o si aprirà un conflitto istituzionale. Co¬ me si è arrivati a questo punto? «Il govemo deve prendere sul serio tutta la questione. Siamo ad un punto di rottura pericolo¬ so. Per le regioni i problemi galoppano e a Roma forse non si rendono conto in che situazio¬ ne ci troviamo. Prendiamo il settore del turismo, che è una di quelle materie che la riforma costituzionale ha trasferito alle regioni. Ecco, il turismo è in crisi e le agenzie di viaggi bussano alla nostra porta e noi presidenti di regioni non sap¬ piamo cosa rispondere, con qua¬ li soldi fare fronte alle loro giuste richieste. E potrei fare altri esempi di questo tipo... Allora, io nel Lazio riduco l'Irap, mentre altri l'aumenta¬ no, abbatto di un terzo le tasse di concessione regionale... In¬ somma, stiamo facendo un grande sforzo finanziario per non gravare sui cittadini, e intanto il govemo tiene fermo, non sblocca il gruzzolo di soldi che ci spetta». E lei chiama «gruzzolo» le migliaia di miliardi che do¬ vrebbe piovere nelle casse delle regioni? «Guardi, anche se fossero mille lire il problema non cambia. Se non arrivano le risorse nel giro di poche settimane sarebbe un autogol per tutti, saremmo di fronte alla devolution dell'im¬ popolarità. C'è, poi, una que¬ stione più generale che il cen¬ trodestra si deve porre, quello di ima regia politica, e per avviare questa regia pohtica è necessario che il presidente del Consiglio riunisca tutti i presi¬ denti delle regioni eletti dalla Casa delle libertà. Dopo il 13 maggio, è arrivato il momento di capire dove stiamo andando, qual è la strategia politica, la direzione di marcia del proces¬ so federalista». Cosa manca? Vuole correg¬ gere qualcosa che non va dentro il governo? O pensa di contenere la devolution di Bossi? A questo ci stan- no pensando i suoi mini¬ stri di An. Alemanno, in particolare, cerca di tener¬ si stretta l'agricoltura, o no? «Io dico che c'è bisogno di comunicazione tra governo e le regioni governate dal centrode¬ stra. Per quanto riguarda Ale¬ manno, dobbiamo essere onesti con noi stessi. Bruxelles tende ad avocare a sé il coordinamen- to delle politiche agricole, lì si riuniscono spesso i ministri dell'Agricoltura, questa è una realtà. L'accordo con la Lega è sempre stato chiaro: la devolu¬ tion riguarda solo la sanità, l'istruzione e la polizia locale. Nient'altro. Qualunque altra in¬ novazione richiederebbe un ne¬ goziato e ognuno sarebbe libe¬ ro di dire la sua. Non si tratta di difendere il mio amico Aleman¬ no, ma nel programma della Casa delle libertà non si parla dell'agricoltura o di altri setto¬ ri. Io ho chiesto di aggiungere la questione di Roma-Regione e su questo Bossi era d'accordo. Spero che il testo del govemo mantenga l'impegno preso pri¬ ma del referendum confermati¬ vo». Torniamo alla «cabina di regia» tra Stato e regioni. Il ministro La Loggia vi chiede di stare calmi, di non legiferare fino a quan¬ do non saranno chiari i confini della legislazione concorrente. Cosa accadrà tra tre mesi? «Lo abbiamo detto ieri alla Conferenza delle regioni: anco¬ ra tre mesi. Dopo saremo conse¬ guenti alle nostre decisioni. E' dal 7 ottobre che è venuto meno il controllo governativo sulle leggi regionali. Non si vuole che legiferiamo fino a quando tutto non sia chiarito? Ma quanto bisogna aspettare? E poi su alcune materie i confi¬ ni sono più che chiari... Comin¬ cino a mollare i soldi su queste competenze. Ho un buon rap¬ porto con il ministro La Loggia, ma devo dire che nella "cabina di regia" non c'è chiarezza. Per esempio, ho sollecitato una ri¬ sposta sulla delega dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: questa è una delle materie con¬ correnti. Bene, da parte del govemo c'è stato il silenzio. Non si può continuare in que¬ sto modo». «Non voglio difendere il mio amico Alemanno ma nell'accordo che avevamo fatto con il Carroccio non si parlava affatto di agricoltura» «CI chiedono di non legiferare fino a quando tutto sarà chiarito ma è dal 7 ottobre che aspettiamo e poi su alcune materie tutto è chiarissimo»

Persone citate: Aleman, Alemanno, Amedeo La Mattina, Bossi, Comin, Consi, Storace

Luoghi citati: Bruxelles, La Loggia, Lazio, Roma