Scuola, i radicali «scavalcano» la Moratti di Filippo Ceccarelli

Scuola, i radicali «scavalcano» la Moratti IL NEO LEADER, DANIELE CAPEZZONE, CONTRO GLI «STUDENTI CONTESTATORI»: SONO I NEMICI DI CHI STUDIA E LAVORA Scuola, i radicali «scavalcano» la Moratti Filippo Ceccarelli DILEMMI pannelliani e post- pannelliani: come bucare l'indifferenza dei media senza che questo apra contraddizioni in un ambito che è già di suo carismatico-libertario? Il nuovo e giovane leader radicale Daniele Capezzone ha infatti preso di petto, in antici¬ po su tutti, la questione della scuola. E già questo, in fondo - essen¬ do acclarato un certo spirito tra il rabdomantico e l'anticipatorio dei radicali - basterebbe a butta¬ re un occhio su quanto va matu¬ rando in via di Torre Argentina. Tra gli studenti medi, in effet¬ ti, c'è fermento. Parecchi licei sono stati occupati; altre scuole superiori stanno per essere occu¬ pate o autogestite; come non accadeva da un bel po' le manife¬ stazioni e i sit-in hanno un certo ritmo e un certo seguito. Al Tasso, per la prima volta, hanno sperimentato con successo gh scioperi della fame. Insieme con il movimento no-global, gh ado¬ lescenti del 2001-2002 - su cui si manifesta un inedito interesse anche in termini di libri, film, ricerche sociologiche e indagini di mercato - tornano a fere notizia, specie in televisione. Nel frattempo la Moratti va avanti per la sua strada. Ha idee piuttosto chiare e strategie co¬ municative altrettanto precise. Per il 19 e 20 dicembre ha convocato a Fohgno una grande conferenza - ribattezzata «Stati Generali della scuola» - che ri¬ schia di trasformarsi nel più classico evento non solo mediati- co, ma di massa e forse anche di contestazione. Fuori, con l'idea di un blocco (si spera pacifico) della manifestazione, ci saranno gh studenti in lotta, Casarini, i sindacati e le tv. In questo quadro, fautore di un movimento giovanile pro-glo- balizzatore, americano, Ubensta e avverso al pacifismo, Capezzo¬ ne ha lanciato l'altro giorno una parola d'ordine che nella miglio¬ re tradizione radicale sembra costruita per scavalcare la Mo¬ ratti e fare scandalo. «Ora basta - così comincia la sua dichiara¬ zione - Occorre impedire che a una minoranza rumorosa sia indebitamente attribuita la tito¬ larità esclusiva della rappresen¬ tanza del mondo giovanile». La «minoranza rumorosa» è quella dei contestatori. Capez¬ zone li attacca a fondo in nome di quei «sedicenni o venticin¬ quenni che studiano, lavorano, si impegnano nel "sociale" e non hanno nulla a che fare con chi occupa aule e sfascia vetri¬ ne». Tutti costoro, insiste, «so¬ no e restano senza volto, oscu¬ rati dal baccano e dalle chiac¬ chiere dell'ultimo occupante del Tasso». E qui arriva anche il dispositivo per épater i benpensanti della sinistra: con¬ tro «le grigie e intercambiabili brigate delle aule del Tasso, degli studi di Santoro e delle piazze di Foligno», il leader post-pannelliano si candida a dar voce alle «maggioranze si¬ lenziose». Capezzone è nato nel 1972, ma certamente saprà che l'anno prima era sorta, in una sezione monarchica di Milano, la «mag¬ gioranza silenziosa», appunto, come la battezzò con indubbia efficacia il direttore de La Notte Nino Nutrizio: movimento certa¬ mente di destra, per non dire reazionario, che pure allora si opponeva alle «minoranze rumo¬ rose e sediziose» della sinistra. Al Nord si distinsero Massimo De Carolis e l'avvocato Adamo Degh Occhi, avvolto in un trico¬ lore; a Roma sfilarono sotto l'altare della patria Caradonna e il generale De Lorenzo. Com'è ovvio, tutto questo non vuol dire che i radicali di oggi siano equiparabUi ai «reaziona¬ ri» di ieri. Meno ovvio - di qui il cortocircuito che rende la cultu¬ ra pohtica radicale sempre gravi¬ da di sorprese e paradossi - il fatto che tra i piccoli leader della nuova contestazione nei licei ci sia proprio un radicale o, se si preferisce, un baby-radicale. Il che per certi versi è ancora più significativo, se solo si consi¬ dera che Francesco Radicioni, 16 anni, protagonista del digiu¬ no del Tasso, ha cominciato a frequentare la sede del pr e a far scioperi della fame quando di anni ne aveva dodici. Non solo, ma in qualità di cucciolo dell'ul¬ tima covata panneUiana, non ha il minimo dubbio di svolgere una pohtica tutta radicale. Ana¬ logia per analogia, sostiene, la battagha contro questo tipo di globalizzazione è la stessa che fece a suo tempo Pannella con¬ tro la fame nel mondo; e la morte di Carlo Giuliani ha molto a che fare con quella di Giorgia¬ na Masi. L'entrata in guerra deU'Itaha, insiste Radicioni, è contro la Costituzione; i radicali dovevano stare a Genova e mar¬ ciare ad Assisi proprio in quanto nonviolenti. «E non abbiamo sfasciato nessuna vetrina». Pannella l'ha amichevolmen¬ te scomunicato. Capezzone si limita a far notare come «sia sufficiente far cose non radicali per finire sui giornali». Questo articolo potrebbe pure confer¬ marlo, anche se la pohtica e la vita, dopo tutto, rifiutano gli automatismi e non di rado si prendono curiose rivincite con il passato. Al liceo Tasso di Roma sperimentato per la prima volta (e con successo) lo sciopero della fame Tra di loro anche un giovanissimo seguace di Pannella subito «scomunicato» Asinistra gli studenti che protestano al Cavour di Roma, qui sopra il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti

Luoghi citati: Assisi, Foligno, Genova, Milano, Roma