Mandato europeo, la trattativa continua di Enrico Singer
Mandato europeo, la trattativa continua Mandato europeo, la trattativa continua L'Italia propone un compromesso. Uè divisa verso il vertice di Laeken Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES La fumata, questa volta, più che nera è stata grigia. E quella bianca potrebbe arrivare anche prima del vertice di Laeken con un compromesso sul mandato di cattura europeo. Sul tavolo ci sono due proposte di mediazione che saranno limate in un weekend di negoziato sotterraneo che potrebbe approdare ad un accordo già martedì, quando il premier belga, Guy Verhofstadt, presidente di turno della Uè, incontrerà Silvio Berlusconi a Roma, ultima tappa del tour nelle capitali dell'Unione per definirei capitoli ancora aperti del summit. Almeno questa è la speranza dei ministri italiani che hanno trattato per un giorno a mezzo a Bruxelles. Ma non soltanto la loro. E' anche la speranza del presidente della Commissione, Romano Prodi. «Gli sforzi per arrivare aun'intesa proseguo¬ no e resto fiducioso che si saprà trovare un accordo che veda tutti uniti i Paesi della Uè», ha detto il capo dell'esecutivo europeo che fino all'ultimo ha seguito a distanza l'esito del Consigho Giustizia e Affari intemi che aveva al centro dei suoi lavori il varo di un mandato di cattura valido in ogni angolo dell'Unione. Anche il ministro della Giustizia belga, Antoine Duquesne, ha detto che «se non si raggiungesse un accordo, sarebbe un disastro», lasciando comunque intendere che lo spazio per l'intesa c'è ancora. Ma quanto è consistente questo spazio? La trattati¬ va ieri si è fermata su due posizioni che potrebbero ancora avvicinarsi. La posizione della presidenza belga, a cui tocca il difficile compito di trovare il compromesso, è quella di far scattare il nuovo strumento giudiziario europeo per l'inte¬ ra lista di 32 reati - dal terrorismo alla corruzione, dalla tratta di esseri umani al traffico di droga - dal gennaio del 2005. Considerando, tuttavia, la possibilità di emettere il mandato di cattura anche per reati commessi a partire dal gennaio 2004. Tutto questo, sempre, nel caso che il reato contestato al singolo destinatario del mandato di cattura comporti una condanna ad almeno tre anni di carcere. La novità della proposta di mediazione belga, rispetto al progetto che era stato discusso giovedì, è lo spostamento al 2005 dell'entrata in vigore pratica del provvedimento. E questo per consentire ai Paesi di uniformare le legislazioni inmateriagiudiziaria. La proposta di compromesso itahana, in sostanza, prevede un tempo più lungo per adeguare le legislazioni e, quindi, per rendere operativo il mandato di cattura unico, valido in tutti i Paesi dell'Unione europea. Ma lascia cadere quella che era stata la discriminante più contestata: la limitazione del mandato di cattura ai soli sei reati più gravi, con l'esclusione - tra l'altro - della corruzione e della truffa. Ufficialmente la proposta itahana non è stata resa pubbhca - «è ancora oggetto di trattativa», hanno detto i ministri Scajola e Castelli - ma è possibile ricostruirla dalle indiscrezioni filtrate dalle altre delegazioni. Sia pure con il beneficio del dubbio. La lista dei 32 reati sarebbe divisa in due parti, ciascuna di sedici reati. Per la prima parte, il mandato di cattura europeo potrebbe entrare in vigore dal 2004, perla seconda dal 2008. Le novità in questa posizione, rispetto a quella sostenu¬ ta dal ministro Castelli giovedì, sono l'aumento da sei a sedici dei reati immediatamente compresi nel mandato di cattura europeo e l'accettazione di tutti gli altri con la «riserva temporale» per consentire l'armonizzazione delle legislazioni. La divisione esatta dei 32 reati tra la prima e la seconda parte della lista non è nota. Ma la logica - a quanto si dice a Bruxelles - è quella di avere più tempo per estendere il nuovo strumento a reati che sono puniti in modo diverso da Paese a Paese, come i reati di corruzione, frode o criminalità ambientale. Ma anche truffa, contraffa¬ zione di prodotti o traffico di veicoli rubati. La logica della doppia lista potrà essere accolta? E' davvero difficile prevederlo. Le reazioni dei ministri degh Paesi sono state molto diverse. Negative quelle tedesche: il ministro degh Interni Otto Schily ha definito «inaccettabile» l'esclusione di reati come la corruzione, la frode e la contraffazione. Possibili¬ ste quelle austriache. Del resto proprio l'Austria aveva già ottenuto nella prima fase della trattativa una «mora» di cinque anni per alcuni reati che non sono compresi - o che sono stati depenalizzati - nei suoi codici. Una sospensione di cinque anni significa esattamente portare al 2008 il termine definitivo dell'entrata in vigore del provvedimento. E su questo poggerebbe la speranza itahana di arrivare a ima forma simile di compromesso. Ogni previsione, però, appare azzardata. Quello che è importante, ha detto ieri il Commissario europeo alla Giustizia, Antonio Vitorino, è che ci sia «la volontà di trovare un'intesa». E di evitare lo strappo.
Persone citate: Antoine Duquesne, Antonio Vitorino, Castelli, Guy Verhofstadt, Romano Prodi, Scajola, Silvio Berlusconi
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