Castelli: «L'accordo ora è più vicino» Si tratta ad oltranza di Enrico Singer

Castelli: «L'accordo ora è più vicino» Si tratta ad oltranza Castelli: «L'accordo ora è più vicino» Si tratta ad oltranza Scajola: «Rimangono ancora riserve ma sono caduti i pregiudizi Non ci sono secondi fini politici». L'ultima parola potrebbe arrivare dal vertice in programma martedì tra Berlusconi e il premier belga Enrico Singer corrispondente da BRUXEUES «L'accordo non c'è ancora, ma è più vicino: il dialogo non è chiuso». Dopo un'altra marato¬ na di incontri, di contatti e di telefonate, Il ministro della Giu¬ stizia, Roberto Castelli, e il suo collega degli Interni, Claudio Scajola, lasciano il palazzo del Consiglio dell'Unione con la speranza di poter evitare lo strappo sul mandato di cattura europeo. Le facce restano tese: la trattativa è stata estenuante ed anche dura. Ma il tono è cambiato. Se giovedì sera Ca¬ stelli aveva detto che rimanere fuori dall'intesa «non sarebbe stato un dramma», adesso l'obiettivo di salvaguardare l'unità dell'Europa - per usare le parole di Scajola - «è la cosa più importante ed esprimere riserve su un provvedimento non significa mettersi fuori dal¬ la Uè». Quando Castelli e Scajola1 erano ancora impegnati nel ne¬ goziato, il ministro degh Esteri, Renato Ruggiero, che era a Bruxelles per il vertice della Nato, aveva già preso una posi¬ zione netta a favore di un compromesso. Per Ruggiero «l'Italia è sempre stata nella pattuglia di testa dell'Europa e deve continuare ad esserci, co¬ me il presidente della Repubbli¬ ca e il presidente del Consiglio hanno più volte detto». E se non si arrivasse a un compro¬ messo, «sarebbe il primo caso in cui l'Italia si isolerebbe di fronte a un grande progresso già deciso dalla Uè: quello di creare uno spazio comune giu¬ diziario». Parole molto chiare. Con un riferimento anche alle prime dichiarazioni di Castelli: «Un'opinione personale del mi¬ nistro della Giustizia. Non la mia». Sull'armonia del govemo in questa delicata trattativa euro¬ pea ha insistito molto Claudio Scajola. «Il ministro Ruggiero è stato in continuo contatto con me. E la pensiamo tutti allo stesso modo, come pure il presi¬ dente del Consiglio, Berlusconi. Voghamo una conclusione posi¬ tiva; voghamo raggiungere un risultato condiviso». Nessuna vogha di strappo con l'Europa, insomma. Anche Castelli dice che «mai come in questi mo¬ menti il govemo deve essere unito». Anche se precisa che «Ruggiero non è il presidente del Consiglio, al quale faccio riferimento, e se non è d'accor¬ do con me mi dispiace». Ma su quale base sarà possibile il tanto auspicato compromesso? I contomi esatti della proposta italiana, Scajola e Castelli non li voghono definire perché «la trattativa è in corso». L'ultima parola verrà, proba¬ bilmente, nell'incontro già pro¬ grammato per martedì prossi¬ mo a Roma tra il premier belga, Guy Verhofstadt e Berlusconi. Una visita che doveva essere di routine - l'ultima tappa delle consultazioni bilaterali prima del vertice di Laeken - e che è diventata, invece, l'occasione per risolvere il contenzioso sul mandato di cattura europeo. Scajola, però, dice di essere «fiducioso» perché un risultato positivo la maratona di Bruxel¬ les, almeno, lo avrebbe prodot¬ to. «Siamo riusciti a far capire che la nostra posizione dipende dalle differenze che esistono tra la giurisdizione itahana e quella degh altri Paesi.'Che non abbiamo secondi fini pohtici». E questo, dice Scajola, «è un passo avanti importante» per¬ ché fino a giovedì «avevamo avvertito una posizione precon- giudicanti. In altre parole, per Castelli ci deve essere il tempo di riformare il sistema della giustizia in Italia, per «renderlo europeo», prima eh far scattare il nuovo strumento del manda¬ to di cattura per tutti i 32 reati previsti nella hsta. Il compromesso, così, si po¬ trebbe trovare su una hsta in due fasi: il mandato di cattura europeo scatterebbe nei tempi accettati da tutti - il gennaio 2004 - per una parte dei reati e per gli altri dopo un periodo di preparazione più lungo. Scajola e Castelli non voghono com¬ mentare le date - il 2008 - e le liste - sedici reati nella prima, altri sedici nella seconda -che circolano a BruxeUes negli am¬ bienti della presidenza belga e di alcune altre delegazioni. «E' argomento di trattativa», ripe¬ te Scajola. Come dire che sbilan¬ ciarsi adesso potrebbe spiazza¬ re i protagonisti dell'ultimor negoziato: Berlusconi e Verhof¬ stadt. ^^y^es&o^di fluita, trattativa i ministra vemitr'a' BruxeUes si sbUanciano: «Spe¬ ravamo di poter concludere stamattina. Non è stato possibi¬ le, ma siamo fiduciosi di chiude¬ re prima del vertice di Laeken». cetta» nei confronti dell'Italia. Se i «preconcetti» sono supe¬ rati, l'accordo sarà possibUe. Un accordo, soprattutto, sui tempi dell'applicazione dei mandato di cattura europeo, più che sulla hsta dei reati. «Non facciamo una questione di lista: U problema è avere U tempo per uniformare i metodi giudiziari dei vari Stati euro¬ pei», sostiene Castelli che ricor¬ da come l'Itaharsia l'unico Pae¬ se della Uè in cui l'azione penale è obbligatoria e uno dei pochi in cui non ci sia la separazione deUe carriere tra pubblici ministeri e magistrati Ruggiero preme per l'intesa in extremis ma soprattutto vuole evitare uno strappo perché «sarebbe il primo caso in cui l'Italia si isolerebbe di fronte a un grande progresso già deciso dall'Ue: quello di creare un grande spazio giudiziario comune» Il ministro degli Interni lo ha rassicurato: «Tutti vogliamo una soluzione positiva» Il compromesso forse si troverà su una doppia fase: il mandato di cattura europeo potrebbe scattare nel 2004 per una parte di reati (16?) Per gli altri invece occorrerà un periodo più lungo, anche per «armonizzare» le norme dei vari paesi Il ministro < dia oius ;izia Roberto Castelli ieri a Bruxelles