Cade Kandahar, spariti Omar e Bin Laden di Maurizio Molinari

Cade Kandahar, spariti Omar e Bin Laden Cade Kandahar, spariti Omar e Bin Laden Bush: pensavano fossi una tigre di carta ma poi ho ruggito Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK Kandahar si è arresa e dopo sessanta giorni di «Libertà Dura¬ tura» il regime dei taleban è fuori combattimento. «Pensava¬ no che fossimo una tigre di carta ma poi la tigre ha ruggito» dice il presidente americano George Bush. Ma per il Pentago¬ no la guerra non è vinta né finita: non si sa dove siano il mullah Omar e Osama bin La¬ den, restano numerose sacche di resistenza, a Torà Bora infu¬ riano i combattimenti, il Paese non è stabile, nessuno dei labo¬ ratori per la fabbricazione di armi non convenzionah di Al Oaeda è stato finora scoperto. I difensori di Kandahar si sono arresi ai mujaheddin del comandante mullah Nabiqul- lah e, secondo fonti locali, «ma¬ nifestazioni di gioia» avrebbero salutato la loro entrata in città. Non è .cbiarp. (tuttavia quanti" taleban si siano arresi, dove jsiamfuùteleJamamoie.soprat-., tutto che fine abbia fatto il loro leader, il mullah Omar, dissolto- si nel nulla. Il negoziatore della resa e neo premier del govemo ad interim, Hamid Karzai, assi¬ cura: «Lo cerchiamo, lo prende¬ remo e lo processeremo». Il segretario americano alla Dife¬ sa, Donald Rumsfeld, non esclu¬ de la possibilità dì un tribunale in Afghanistan ma al Pentagono c'è chi teme che Karzai abbia barattato con Omar la fuga in cambio della resa della città. «Non escludo nulla - dice il generale Tommy Franks, co¬ mandante dell'operazione "Li¬ bertà Duratura" - ma con Karzai condividiamo il progetto di far nascere un nuovo Afghanistan. Resto preoccupato fino a quan¬ do non avremo trovato chi stia¬ mo cercando». Oltre al mullah Omar non si trova neanche Osama bin Laden, leader di Al Oaeda, l'organizzazione respon¬ sabile degh attacchi terroristici all'America dell'I 1 settembre co¬ stati almeno tremila vittime. I mujaheddin del comandan¬ te Haji Aman avanzano sulle Montagne Bianche vicino a Jala¬ labad e hanno raggiunto ì bunker sotterranei di Torà Bora e di Bin Laden non c'è traccia. I combattimenti con i guerriglie¬ ri arabi, pakistani e ceceni della «Brigata 055» infuriano e gli aerei Usa continuano a colpire le montagne attorno a Torà Bora ma, ammette Franks, «non sappiamo dove siano Bin Laden e Omar». I due super-ricercati sono indicati in differenti luo¬ ghi da «mighaia di rapporti» di informatori sovente in contrad¬ dizione fra loro. Ufficiah della Cia assieme a colleghi pakistani e leader loca¬ li mujaheddin sono all'opera per sigillare la frontiera. Non si trovano neanche i laboratori segreti dove Al Oaeda avrebbe sviluppato armi non convenzio¬ nali: le ispezioni in venti dei quaranta siti sospetti non han¬ no dato esito. I soldati Usa sono in campo, affiancati da truppe scelte britanniche ed australia¬ ne. Cinquanta membri delle truppe speciali americane sono arrivati nell'area di Torà Bora per setacciarla. Attorno a Kan¬ dahar i marines usciti dalla vicina base di «Camp Rhino» danno la caccia ai taleban in fuga. Ripetuti gli scontri diretti. Quello iniziale è avvenuto ieri all'alba: sette taleban morti e tre loro veicoli distrutti è il bilancio della battaglia, la pri¬ ma della guerra fra marines e taleban. I soldati Usa hanno avuto bisogno dell'appoggio ae¬ reo per aver ragione degh awer- sari. Durante le operazioni un elicottero è caduto a causa dei venti di sabbia e due mihtari sono rimasti feriti. La situazione nell'intero Af¬ ghanistan resta «fluida» - spie¬ gano...d Pentagono - perché lontano da Kandahar e Torà Bora i taleban conservano deUe sacche di resistenza, quella più salda è nel Nord, a metà strada fra Mazar-i-Sharif e Kunduz. Il confinante Uzbekistan è preoc¬ cupato e continua a rimandare l'apertura del «Ponte dèll'Anhcì- zia» con l'Afghanistan, rallen- tando l'arrivo degli aiuti umani¬ tari. «Abbiamo ancora molto da fare in Afghanistan - ha detto Tommy Franks durante una conferenza stampa al comando di ITampa, affiancato dai collé- itannico e australiano - eri contingenti americani di terra potranno presto essere aumen- contingenti americani di terra potranno presto essere aumen¬ tati». Il rientro di duecento rangers del 75" reggimento nel¬ la base di Fort Bennings, in Georgia, è un fatto di routine, non l'inizio del ritiro. Il presi¬ dente americano, George Bush, ha esaminato in una lunga tele¬ fonata con il collega russo, Vla¬ dimir Putin, il nuovo scenario afghano. Mosca condivide la lettura del Pentagono. «Non è la fine dei taleban» avverte il mini¬ stro della Difesa russo, Serghei Ivanov. Bush ha commentato la resa di Kandahar sul ponte della portaerei «Uss Enterprise» - da poco tornata dal Mare Arabico - nel 60" anniversario dell'attac¬ co giapponese contro Pearl Har- bour. «I taleban controllavano l'intero Afghanistan ma passati due mesi non gh resta in mano che qualche grotta - ha detto il Presidente - pensavano che fos¬ simo una tigre di carta, ma poi la tigre ha ruggito». L'afferma¬ zione militare per il Presidente è frutto di una scelta strategica: «In Afghanistan tanti eserciti erano andati ad occuparlo ed erano stati battuti, noi siamo andati a liberarlo e ci siamo riusciti». Ma anche Bush, come Tom¬ mY Franks, r guerra è ancor; my Franks, ribadisce che la guerra è ancora lunga: «Il terro¬ rismo non è un uomo. Un'orga¬ nizzazione è un movimento che attacca gh Stati Uniti perché combatte la civiltà. Noi non ci fermeremo, smanteUeremo que¬ sto network del terrore pezzo per pezzo, lo combatteremo ovunque e qualunque Stato gli darà ospitalità ne pagherà il prezzo». Nella definizione del nemico Bush punta l'indice contro i kamikaze: «Celebrano la morte con il sacramento del suicidio, si tratta di giovani, mandati avanti dai loro leader più anzia¬ ni che si nascondono nelle grot¬ te». Bush paragona questi ka¬ mikaze ai giovanissimi soldati che il fascismo ed il nazismo mandarono a morire negli ulti¬ mi mesi della seconda guerra mondiale: «Il terrorismo finirà come quei regimi, sarà sconfit¬ to con la vittoria degli Stati Uniti, dei nostri alleati e della causa della libertà». li comandante Franks «La situazione è fluida ci sono ancora sacche di resistenza nel paese» I marines ingaggiano il primo scontro a fuoco con i taleban Sette i nemici uccisi