GUERRA MONDIALE ALLA POVERTÀ

GUERRA MONDIALE ALLA POVERTÀ GUERRA MONDIALE ALLA POVERTÀ Mario Peaglio INIZIARE la guerra alla po¬ vertà nel momento stesso in cui sembrano spegnersi i focolai principali del crudele conflitto dell'Afghanistan; ri¬ conoscere che la povertà è come l'acqua in cui nuotano i terroristi e che per sconfig¬ gere veramente i secondi bisogna eUminare la prima. Questi propositi, espressi dal presidente della Banca Mondiale James Wolfen- sohn, nell'intervista pubbli¬ cata ieri da La Stampa, se¬ gnalano una nuova sensibili¬ tà per i problemi globali. Solo pochi mesi fa, infatti, r«ortodossia economica», so¬ prattutto nordamericana, so¬ steneva che la guerra alla povertà era superflua. La povertà, infatti, sarebbe scomparsa automaticamen¬ te con l'estendersi dell'eco¬ nomia di mercato e della globalizzazione. Sostenere la necessità di una guerra attiva alla povertà significa invece ammettere che il mer¬ cato deve talora essere limi¬ tato o corretto. Il mutamento va preso con una certa cautela. La Banca Mondiale di Wolfen- sohn, l'esponente di gran lunga più aperto della globa¬ lizzazione, ha mostrato negli anni una certa facilità alle promesse e una certa penu¬ ria di risultati. Questa buona partenza attende quindi il conforto di qualche risultato pratico. Nello stesso giorno in cui comparivano su La Stampa le dichiarazioni di Wolfen- sohn, il Fondo Monetario Intemazionale (l'istituzione «sorella», ma assai più poten¬ te, della Banca Mondiale) bloccava il versamento di una rata del prestito-salvez¬ za che aveva concesso all'Ar¬ gentina: uri paese che, pro¬ prio per aver seguito le ricet¬ te intemazionali di risana¬ mento finanziario - non cer¬ to errate, ma sicuramente miopi e incuranti dei proble¬ mi sociali - vede ora il qua¬ ranta per cento della popola¬ zione sotto la soglia di pover¬ tà. Occorre però affrontare i problemi non solo «dall'al¬ to», con una maggiore atten¬ zione alle conseguenze socia¬ li delle crisi economiche, ma anche «dal basso»: per aiuta¬ re veramente le donne afgha¬ ne, ad esempio, non basta consentire che si rechino per strada a volto scoperto ma anche permettere loro di la¬ vorare, magari di iniziare nuove attività con i «micro- crediti», rivelatisi efficaci in molti paesi emergenti. E di fronte alla caduta dei prezzi di molte materie prime, a cominciare dal caffè - le cui quotazioni sono diminuite di un terzo mentre il prezzo della tazzina nei bar è rima¬ sto invariato - occorre forse un piano di stabilizzazione che impedisca variazioni troppo rapide e troppo legate a speculazioni di breve perio¬ do. Per gli uomini di buona volontà, qual è sicuramente Wolfensohn, c'è, insomma, molto da fare. E', in ogni caso, importante essersi mos¬ si nel senso di una riflessio¬ ne critica; forse per l'effetto degli attentati e della guerra afghana, il liberismo evolve¬ rà in senso meno fanatico e meno dogmatico. deaglio@econ.unito.it

Persone citate: Mario Peaglio, Wolfensohn

Luoghi citati: Afghanistan