L'imbranato Gelindo nel Paese dell'Avvento di Roberto Leydi

L'imbranato Gelindo nel Paese dell'Avvento L'imbranato Gelindo nel Paese dell'Avvento Un saggio di Roberto Leydi ripercorre l'epopea del pastore piemontese Marco Neirotti GELINDO ritoma davvero, e con molti onori. «Gelindo ritorna» è un modo di dire dialet¬ tale, in Piemonte, per rispondere a colui che riappare continuamen¬ te o sempre riprende il discorso già lasciato. Ed è anche un modo di dire che annuncia il Natale: perché Gelindo - il pastore che meontra Giuseppe e Mari^ in cerca di riparo per far nascere Gesù - è tradizione, ingenuità e bontà popolare legate al 25 dicem¬ bre, che appunto si celebra pun¬ tuale ogni armo. Gelindo è personaggio della cultura popolare, del teatro, delle marionette. È il meticcio che ha qualcosa - paesano anziché citta¬ dino - di una maschera stile Gianduja e qualcosa di un improv¬ visato e inconsapevole saggio del¬ la commedia dell'arte. E toma davvero perché gli dedica un minuzioso studio Roberto Leydi, collaboratore di Luciano Beilo, saggista, docente di Etoomusico- logia all'Università di Bologna. Quasi 400 pagine (Omega Edizio¬ ni) nella bella collana diretta da Piercarlo Grimaldi, professore di Antropologia culturale all'Uni¬ versità di Torino. In apertura c'è una nota storica, affettuosa, iro¬ nica e perfino autobiografica di Umberto Eco (che apre questa pagina del giornale). La storia molti già la conosco¬ no. Gelindo è un pastore che parla soltanto in dialetto e si ritrova a Betlemme perché a quella testa buffa dell'imperatore Ottaviano è venuta la bella idea del censimen¬ to. Tra una disavventura e l'altra al mercato, dove gli rubano con forza e destrezza un po' dei suoi prodotti, incontra fuori città un vecchio e una giovane incinta - che gli par subito una signora con molto stile - i quali, stanchi e disfatti dal viaggio, non riescono a trovare camera d'albergo o rifugio qualsiasi. Vorrebbe portarseli a casa, ma la sua casa è lontana per quella donna così bella e così gentile: si affaticherebbe. Gelindo saluta e se ne va, ma subito richiama Giuseppe, perché ha avu¬ to un'idea: suggerisce un capan¬ no, o una stallailì nei pressi. Sulla scena passano via via l'Angelo dell'Annunciazione così come la moglie del contadino. Alinda. Passano Erode e i figli del buon uomo, i Re Magi e i servitori di questo ingenuo, affascinato benefattore, m parte mancato, del figlio di Dio. E lui stesso riappare a tratti in scena. Ritor¬ na, appunto. Gelindo, pastore-contadino tra¬ sportato nel Paese dell'Avvento come Alice in quello delle meravi- glie, è stato per secoli una forma popolare di partecipazione devota prima di tutto, ma anche di affer¬ mazione e identificazione di un mondo spicciolo e umile capace di fede e guizzi di generosità: lui non sa di esser così buono con la Vergine e con suo Figho, è sempli¬ cemente ammirato da lei e dal vecchio marito che l'accompagna. Ci pensa il dialetto - nei testi ricostruiti nel tempo e poi recupe¬ rati - a dare il senso di quel che Gelindo rappresenta: scarpe gros¬ se e cervello più che fino incanta¬ to, quindi poetico. È straordinario - grazie a quelle vocali larghe e a quelle parole così buone e inva¬ denti nel suono - il momento dell'incontro. Loro dialogano con un italiano ispirato, lui entra con la potenza della bontà spontanea: «Eh, brav'uomo, lo credo che alla vostra età all'Asilo le Suore non vi accetteranno più». La stessa storia si ritrova con Gianduja protagonista, ma con qualche differenza si ritrova an¬ che in altre regioni, tanto che se ne interessa perfino Benedetto Croce. Nel Piemonte stesso ci sono diversi Gelindo, con differen¬ ti afflati religiosi nelle pause dedi¬ cate alle Lodi. C'è un Gelindo alessandrino (come Umberto Eco che pur di recitarlo si traveste) come ce n'è uno astigiano e un altro novarese; ce ne sono nelle Langhe, in Liguria, in Toscana, Lombardia, Veneto, Emilia. L'au¬ tore è ignoto, la data di nascita pure, qualcuno parla dell'undice¬ simo secolo. Illustri religiosi l'han¬ no riscritto nel tempo. Roberto Leydi procede da stu¬ dioso di cultura come procedereb¬ be un esperto della polizia scienti¬ fica. Analizza ogni traccia, ogni variante, conta passaggi e perso¬ naggi con una precisione e una passione che vanno al di là di qualunque sprint dell'intelligen¬ za artificiale dei computer, inca¬ paci di cogliere varianti nelle sfumature emotive della medesi¬ ma scena. Copertine di libri, parti¬ ture, immagini di rappresentazio¬ ni teatrali, testi scritti a penna in calligrafia d'epoca: è l'archeolo¬ gia applicata a un personaggio che è stato ciascuno dei nostri antenati trasportato laggiù, vici¬ no a Betlemme. RnBtim) Umii Gelindo Ritorna Il Natale in Piemonte Cini uiu nou di Umtaln Eto a copertina del saggio di Leydi