Ucciso Blake, vinse la Coppa America di Stefano Mancini

Ucciso Blake, vinse la Coppa America Ucciso Blake, vinse la Coppa America Assassinato da pirati lungo II Rio delle Amazzoni Stefano Mancini Dalla forza degli oceani si era sempre difeso, ma aveva sottova¬ lutato gli uomini. Peter Blake è stato ucciso dai pirati del Rio delle Amazzoni, criminali che la polizia brasiliana chiama «topos de agua». Erano in sei, sono saliti nella notte a volto scoperto sulla sua imbarcazione per fare razzia. Blake ha reagito e quelli hanno sparato, ammazzando lui e feren¬ do due marinai. Nato a Auckland, aveva 53 an¬ ni, lunghi capelli e baffoni biondi, fisico atletico, aria sognante e un'ir¬ ripetibile bacheca di trofei. In Ita¬ lia, Blake l'abbiamo conosciuto be¬ ne perché guidava il sindacato di Black Magic, la barca neozelande¬ se che distrusse i sogni di Luna Rossa nell'ultima Coppa America. Nel mondo e per tutti i velisti era già un mito. Il mito. Amava il mare perché incarnava l'idea di avventu¬ ra che era la sua vita e, quando decise di finirla con le competizio¬ ni perché non c'era più nulla da vincere, si dedicò alla sua seconda passione: l'ecologia. E continuò ad andare per mari e fiumi, alla testa della «Cousteau society», gruppo ambientalista fondato dal grande esploratore degli abissi, e nel nome dell'Onu, che l'aveva nominato am¬ basciatore. «Siamo tutti nipoti di gente arrivata qui per mare - spie¬ gava con grande affabilità agli ita- ianiradunatiaAuckland per segui¬ re Luna Rossa, increduli di fronte a un popolo tanto eccitato per la vela - Viviamo su un'isola ma non riusciamo a stare fermi». L'ultima sfida di Blake comin¬ cia nel novembre 2000: la «Blakexpedition» muove dalla Nuova Zelanda sul «Seamaster» (barba die fu di Cousteau), tocca agh inizi dell'anno il Circolo polare antartico, le Isole degli Antipodi, le Campbell e la Terra del Fuoco. «Senza acqua non c'è vita» è lo slogan. Acqua come fonte di avven¬ tura, acqua come fonte di vita: per Blake non c'è differenza, tutto ha origine da lì. «Antartide e Amazzo- nia sono grandi termometri di quanto accade nel nostro pianeta - dice - ed è quindi indispensabile approfondire ciò che questi termo¬ metri ci indicano». Su Internet, tra gennaio e febbraio, mostra in diret¬ ta dal Polo Sud bellezza e scempio del confine del mondo. In Amazzonia l'avventura pro¬ cede secondo i programmi. «Nei due mesi di navigazione la Blakexpedition ha incontrato sem¬ pre gente ospitale e amichevole - ha raccontato commosso alla tv neozelandese Alan Sefton, amico di Peter e portavoce della sua spedizione - Non appena è entrata nella cosiddetta zona civilizzata, è successa questa tragedia». Giove¬ dì sera il «Seamaster» è ancorato nella zona di Macapa, nel Sud dell'Amazzonia, in attesa di ottene¬ re il visto per lasciare il Brasile e risalire fino al Venezuela, dove si sarebbe riunito al gruppo di ricer¬ catori a terra. Intorno alle 22,15, i pirati irrompono sull'imbarcazio¬ ne, sparano al tentativo di reazio¬ ne di Blake e fuggono con un bottino misero: un motore e alcu¬ ni orologi. Nel marzo 2000 Blake aveva ricevuto una lettera minato¬ ria. «Abbiamo preso tutte le pre¬ cauzioni del caso», riferì senza scomporsi. Sul sito Internet di «Blakexpedition», Sir Peter teneva il diario di bordo: ((Ancora una volta mi pongo la domanda: per¬ ché siamo qui?». E rispondeva: «Vogliamo fare la differenza». Grande personaggio anche fuo¬ ri dal mondo dello sport, deve la fama ai suoi successi, a un feeling incredibile col vento e le correnti, scritto nel dna e coltivato fin dal¬ l'infanzia. Figlio di un marinaio britannico, riceve in dono la prima barca all'età di otto anni, quando i coetanei europei di solito pensano alla bicicletta. Partecipa a cinque edizioni della Whitbread (il giro del mondo) prima di conquistarla e a due del trofeo Jules Verne (tempo record: 74 giorni 22 ore 17' 22") e della Coppa America, prima di trionfarvi. Vince, tra l'altro, la Sydney-Hobart e la Admiral's Cup. Assieme alla Coppa America, conquistata nel '95 alle spese degli .americani guidati da un'altra leg¬ genda, Dennis Conner, si aggiunge un altro riconoscimento: la regina d'Inghilterra lo proclama baronet¬ to, onorificenza che raramente nel¬ la storia ha varcato i confini del Regno Unito. Nel 2000 non scende in campo a difendere il trofeo. Affida ogni responsabihtà al fido Russell Coutts e resta nelle retro¬ vie, capo del sindacato di New Zealand, un ruolo di rappresentan¬ za in cui si sente stretto. Con l'Inghilterra Blake aveva un rapporto stretto: da lì salparo¬ no nel 1840 i suoi bisnonni diretti agli antipodi, 11, a Londra, trascor¬ reva lunghi periodi con la moglie Philippa (Lady Pippa per gh ami¬ ci) e i fìgh Sara-Jane e James. Altra passione era l'Italia, dove la famigha Blake aveva una dasa e Lady Pippa trascorreva lunghe ore a dipingere paesaggi. Aveva le sue debolezze, sir Pe¬ ter. Era scaramantico e supersti¬ zioso come ogni velista. In regata, indossava sempre calzini rossi. Diceva che gli avevano portato fortuna per vincere l'America's Cup nel '95 neUe acque di San Diego. Ma sfidò la sorte cambian¬ do nome a una nave, cosa che i marmai non fanno mai: ribattezzò «Seamaster» l'«Antarctic Explo¬ rer» appartenuto a Jacques Cou¬ steau, e sul «Seamaster» è stato ucciso dai pirati. I calzini rossi aveva cominciato a metterli per puro caso nella prima regata di «Black Magic» nel '95. Lui anche lì era il capo del sindacato, lo skipper era Roussel Coutts. Blake si era ritagliato il ruolo di regolatore della randa. Quella barca strappò la Coppa America agh Stati Uniti per la seconda volta nella storia. E perse una sola regata, l'unica in cui Blake con i suoi calzini rimase a terra. «Una volta mi infortunai - raccontò un giorno - fu mutile: mi caricarono a bordo e mi obbligaro¬ no a indossare le calzette rosse. Ovviamente vincemmo». Le red socks diventarono una follia collet¬ tiva mentre ((New Zealand» prepa¬ rava la sfida con Luna Rossa. Gli sponsor della Coppa America ne ordinarono a decine di mighaia per un paese che in quei giomi si fermò col fiato sospeso. Blake ma¬ nifestava stima per gli avversari del team Brada, perché avevano sconfitto gh americani, ma era conscio deUa superiorità neozelan¬ dese. «Ha concluso la sua vita esplorando il mondo come una navigatore d'altri tempi - Io ricor¬ da lo skipper di Luna Rossa France¬ sco de Angelis - L'ho conosciuto come una persona determinata, di poche parole, abile, integro». «Peter Blake è il mighor velista del mondo», ammise un anno fa Giovanni Soldini. Ieri, al telefono della sua barca partita da Bahia e di ritomo in Itaha, Soldini ha confermato quel giudizio: «Sape¬ va fare tutto e ha vinto di tutto, dalle regate transoceaniche alla Coppa America. Per me è stato un grandissimo esempio. E soprat¬ tutto un mito». Dopo il trionfo con Black Magic spinto dal suo desiderio di avventura si era dedicato all'ecologia Diceva: «Sono nato su un'isola ma non riesco a restare fermo» IldoloredideAngelis «Ha concluso la vita come un navigatore d'altri tempi» Soldini: «Era il migliore» Gli assalitori che la polizia chiama «topos de agua» erano in sei, sono saliti di notte a volto scoperto sulla sua imbarcazione per fare razzia. Quando i marinai hanno reagito hanno sparato Il portavoce della spedizione: navigavamo da due mesi senza guai Il navigatore neozelandese Peter Blake, ucciso nello Stato amazzonico di Amapà, nel Nord del Brasile