Castelli si difende «Nessun dramma, l'Italia resterà fuori»

Castelli si difende «Nessun dramma, l'Italia resterà fuori» IL GUARDASIGILLI: LA MEDIAZIONE DEI BELGI SUL MANDATO DI CATTURA EUROPEO AVREBBE PRODOTTO RISULTATI PARADOSSALI SCONTENTANDO TUTTI Castelli si difende «Nessun dramma, l'Italia resterà fuori» r Piovono le critiche dagli altri paesi, l'esponente leghista replica: «L'Inghilterra non fa parte dell'euro, e non è finita in bancarotta» Enrico Singer corrispondente da BRUXELLES «L'Inghilterra è rimasta addirit¬ tura fuori dall'euro e non è in bancarotta per questo. Se l'Ita¬ lia resterà fuori dal mandato di cattura europeo non bisogna fame un dramma». L'estenuan¬ te trattativa nel Consiglio Giu¬ stizia e Interni della Uè è appe¬ na fallita e il Guardasigilli italia¬ no, Roberto Castelli, si presenta nella sala stampa del palazzo dedicato al giurista belga Ju- stus Lipsius per spiegare il «no» che ha bloccato anche l'ultimo compromesso. Altri ministri eu¬ ropei criticano la posizione ita¬ liana. La definiscono «incom¬ prensibile». Ma Castelli contrat¬ tacca: incomprensibile, dice, è l'atteggiamento di chi ha voluto difendere «come un sacro to¬ tem» una lista di 32 reati puniti in modo diverso da Paese a Paese invece di concentrarsi nella lotta al terrorismo. «La casa non si costruisce dal tetto, ma dalle fondamenta», sostiene CasteUi. E le fondamen¬ ta sono l'armonizzazione della giurisdizione europea che deve venire prima del varo di uno strumento così delicato come il mandato di cattura valido in tutta l'Unione. Per questo, se¬ condo il ministro, la proposta della Commissione era una «fu¬ ga in avanti» e la mediazione tentata dalla presidenza di tur¬ no belga della Uè «per soddisfa¬ re le riserve di molti, finiva per scontentare tutti». Il risultato, dice Castelli, è paradossale: si poteva trovare un accordo^sul mandato di, cattura per i reati più giravi - dal terrorismo alla tratta di esseri umani - e si è preferito «uno scontro frontale» sulla base del prendere o lascia¬ re. Per Roberto CasteUi è «para¬ dossale» anche quel sospetto che rimbalza nei corridoi del Palazzo del Consiglio: che l'op¬ posizione italiana alla Usta dei 32 reati sia stata dettata dalla volontà di escludere corruzione e truffa dal mandato di cattura europeo perché di quei reati è stato accusato lo stesso presi¬ dente del Consiglio, Silvio Berlu¬ sconi, dal giudice spagnolo Gar- zon. «L'inchiesta su Telecinco non c'entra niente. In trattative di questo genere non si guarda ai casi singoli: se così fosse stato, non sarebbe stato diffìci¬ le aggirare l'ostacolo attraverso: qualche escamotage tecnico. Ma non è così che noi ragionia¬ mo», diceCastelii^ Il ministrò, anzi, ricorda che con la Spagna c'è un accordo di cooperazione giudiziaria ratifi¬ cato un anno fa e discusso dall'ex ministro della Giustizia, Piero Fassino: «Un accordo che noi rispettiamo». Ma, allora, che cosa aveva controproposto l'Italia nella trattativa cominciata alle 10 del mattino e naufragata otto ore dopo? Castelli racconta che al Consiglio dei ministri europei aveva lanciato questa idea: par¬ tire già dal 2003 con il mandato di cattura valido in tutta l'Unio¬ ne per i sei reati più gravi e limitare il provvedimento per gli altri 26 reati - «tra i quali c'è anche il furto d'auto e la falsifi¬ cazione della firma sugli asse¬ gni» - ai soli cittadini degli Stati 'lichiedentfcMn altre?p»ole; se un magistrato di Atene avesse chiesto l'arresto e là consegna di un-citlgdino greco «ralpevole di un reato nel suo Paese e rifugiato in Italia, non ci sareb¬ bero stati problemi. Ma quello stesso giudice greco non avreb¬ be potuto spiccare un mandato di cattura europeo per un citta¬ dino italiano. «Questo almeno in una prima fase: fino a che la legislazione europea in materia di reati e di pene non sarà uniformata», pre¬ cisa Castelli. Ma la proposta italiana non è stata accettata: «Non hanno voluto nemmeno prenderla in esame», ammette il ministro. E dopo una fitta rete di consultazioni telefoni¬ che con lo stesso Silvio Berlusco¬ ni - «i contatti sono normali in questi casi di trattative» - Ca¬ stelli ha confermato il suo «no» al progetto europeo. Che cosa succederà adesso? «Lo spazio perùna mediazione c'è ancora. :A1 vertice di Laeken, o anche prima: in un Consiglio dei mini¬ stri della Giustizia straordina¬ rio. Ma non è détto che le concessioni debbano venire da parte nostra». Castelli, insomma, è per la linea dura: «Sono gli altri che uo. oìi valutare se non sia me¬ glio fare intanto un accordo sui reati più gravi». Ma la linea della presidenza belga e del Commissario per la Giustizia e gli Affari intemi, il portoghese Antonio Vitorino, è altrettanto netta. Se l'Italia vuole rimanere fuori, gli altri 14 andranno avan¬ ti con il sistema delle «coopera¬ zioni rafforzate»: accordi tra gruppi di Paesi su temi specifi¬ ci. Una decisione che potrebbe essere presa già al vertice di Laeken, il 14 e 15 dicembre: un summit che si annuncia all'inse¬ gna di un «caso-Italia». A meno di un'intesa in extremis. Questa mattina i ministri della Giusti¬ zia dei Quindici hanno ancora delle riunioni a Bruxelles. Ma i margini di manovra appaiono davvero esigui. «L'inchiesta su Telecinco non c'entra niente In trattative di questo genere non si guarda certo ai casi singoli» «La nostra proposta non è stata accettata pria c'è-ancora spargine per una mediazione ài vertice di Laeken» Il Commissario europeo Vitorino «Se non aderirete gli altri 14 andranno avanti con il sistema delle cooperazioni rafforzate» Il ministro della Giustizia Roberto Castelli ieri a Bruxelles