Roma, il Liverpool resta tabù
Roma, il Liverpool resta tabù CHAMPIONS LEAGUE: ANCORA UNA VOLTA LA SQUADRA Gì ALLOROSSA NON E' RIUSCITA A SUPERARE LA COMPAGINE INGLESE NELL'ATTESA SFIDA DELL'OLIMPICO Roma, il Liverpool resta tabù Inutili tentativi di lotti, in ombra il rivale Owen Roberto Beccantini inviato a ROMA Zero a zero e poco più. E quel poco, comunque, tutto della Ro¬ ma. Tardi, però. Fuori casa, il Liverpool si rintana e bada al sodo: se obbligato, applica il catenaccio e non se ne vergogna. Partita senza magìa, ìspida, noio¬ sa. Visto che alla vigilia se n'è tanto parlato, diciamo subito che Francesco Totti ha vinto ai punti il duello con Michael Owen, anche perché Owen ha ballato da solo con ì lupi, mentre Totti è stato l'anima della squa¬ dra. Capello non ha ritenuto dì sguinzagliare né Delveccbio né Cassano: 3-5-2 sempre e comun¬ que. Poteva osare, non l'ha fatto. Non sembrava nemmeno una partita di Champions League, così lenta, così dozzinale. Il clamoroso pareggio fra Bar- cellona e Galatasaray rimescola le carte. Certo, dalla Roma ci si attendeva di più: ma anche dal Liverpool, se è per questo. La pohtica dei piccoh passi non conduce necessariamente ai quarti. Staremo a vedere. Nel frattempo, non resta che conse¬ gnare all'archivio un tamburello leale ma povero, figlio dì un approccio patinato e ridondante di palloncini d'oro, sconfessato dalla pavida mentalità dei prota¬ gonisti. La musica dei Beatles introdu¬ ce la notte. Saranno, quelle, le uniche, struggenti, emozioni. I fischi deU'Olìmpico sono gretti, ingenerosi. La partita s'incanala su tutt'altro ritmo: sincopato, guardingo, come sempre succe¬ de quando rispetto e paura si prendono per mano. Roma e Liverpool presidiano il campo dì battagha attenti e perplessi, da una parte Batìstuta e Totti, dal¬ l'altra Owen e Heskey, nessuno cerca la prima mossa, nessuno rompe quella tregua non scritta e non voluta che spesso, però, rappresenta il male minore. Ca¬ pello rinuncia ad Assuncao e piazza Guìgou a destra, ma è a sinistra che giocano i campioni: quando decidono, quando posso¬ no. Il 4-4-2 degli inglesi è una coperta imbottita vecchio stile. Carragher e Murphy si dedicano alle folate di Candela e degh incursori dì turno, Henchoz e Hyypia ronzano addosso a Batì¬ stuta, Ruse e Smicer sì occupano dì Guìgou e Tommasi, poi ecco Hamann e Geirard, ai quali ì «ritorni» dì Heskey offrono ossì¬ geno e cemento. Naturalmente, dove c'è Totti c'è ressa. E dove transita Owen, mai meno di un paio dì lanzichenecchi, a scelta fra Zebina, Samuel e Alddaìr. Lima, Emerson e Tommasi faticano a rifornire l'attacco. Il Liverpool si muove in blocco, la Roma non altrettanto, almeno in avvìo. I falò del pressing sono rari e sperduti. Lo spettacolo non decolla. Coriandoli dì crona¬ ca: al 15', Carragher lìbera Smi¬ cer, il cui piatto destro viene brillantemente rintuzzato da An- toniolì; al 23', non è da Batìstuta sciupare così, con un sinistro di sublime bruttezza, un ardito ce¬ sello di Totti; al 31', Heskey spreca in mìschia; al 32', Emer¬ son ci prova dal limite, ma Dudek è tutt'altro che goffo. Si chiude, il tempo, con una sospet¬ ta coUisìone Carragher-Batistu- ta: Cesari sì, non avrebbe avuto dubbi... Alla ripresa, Assuncao avvi¬ cenda Guigou, un'idea che non ha pagato. Tommasi si sposta a destra. La Roma prova ad alzare il ritmo. Jol lascia giocare più che può e chiude gh occhi su un plateale tuffo di Totti. La partita è marmellata vischiosa, che le squadre sì passano con il terrore di sporcarsi. Le uniche luci le accende Totti: a spegnerle, prov¬ vede Batìstuta. Thompson rim¬ piazza Mmphy con Berger e Smicer con McAllister. Sì tira esclusivamente da lontano, e soprattutto su punizione: da bri¬ vidi, al 19', la traiettoria liftata di Assuncao. Meglio la Roma, alla distanza: più tenace e, final¬ mente, aggressiva. Owen rima¬ ne isolato e disarmato, in compa¬ gnia dì un Heskey più incline a far legna che non a dettare il lancio. Il Liverpool da trasferta, altro non è che l'adattamento del vituperato, ma utilissimo, calcio all'italiana. Prova ne sia¬ no le rudi imboscate tese a Totti. La contesa non offre spunti leggendari. La Roma sì protende con parsimonia, costretta ad avanzare fra reticolati così ro¬ gnosi da togliere il fiato. Fuser al posto dì Tommasi, spremuto da Riise, non sposta gh equilibri. Angolo di Totti, testa di Emer¬ son: siamo alla canna del gas. Bìscan rileva Gerrard, più utile che divertente. Gh inglesi sì chiudono a doppia mandata. L'Olimpico invoca l'ultima cari¬ ca. Lima e Assuncao stangano dal limite: Dudek ci arriva male, ma ci arriva. Il secondo tempo appartiene alla Roma, il risulta¬ to anche al Liverpool, che si è preso, non proprio alla maniera tambureggiante dei Beatles, quello che voleva. (3-5-2) ANT0NI0LI 6 ZEBINA 6 SAMUEL 7 ALDAIR 6.5 GUIG0U 5 (I's.t. Assuncao) 6 T0MMASI 6 (34's.t.Fuser) s.v. EMERSON 6 LIMA 6 CANDELA 6 T0TTI 7 BATISTUTA 5 AII.CAPELL0 6 LIVERPOOL Fjj HJiiiWiiiiM IE \\\m>m ml iV.V.ViaUMIIL mmm k ma HUd BSSB Arbitro: JOL (Olanda) 6.5 Ammonito: Tommasi. Spettatori: paganti 2.898.639.000. 57.819, ' Incasso Totti tenta il controllo del pallone marcato dall'implacabile difensore Hyypia
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