Caso DAVIDS di Marco Ansaldo

Caso DAVIDS DOPO LO SFOGO DEL CENTROCAMPISTA. IN PANCHINA ANCHE CONTRO L'ARSENAL, LAJUVE STA GIÀ' PREPARANDO LE MOSSE DI MERCATO PER SOSTITUIRLO Caso DAVIDS Lolandese sarà ceduto in arrivo Doni o Fiore Marco Ansaldo TORINO ((Edgar Davids ce l'abbiamo noi», hanno cantato gli juventini per quat¬ tro anni ma negli ultimi mesi è cresciuto il gruppo dì chi pensa che non sarebbe male se adesso l'avesse¬ ro gli altri. Presto saranno acconten¬ tati. I tifosi hanno perdonato al¬ l'olandese le intemperanze e le espulsioni nelle partite più delicate, hanno sposato prima dei giudici la tesi che il nandrolone può superare la soglia consentita senza che uno sappia di aver assunto sostanze proibite però non sopportano che sia calata la sua precisione nei pas¬ saggi e che quando aggredisce un avversario, quello gli scappi, com'è successo più volte la notte scorsa ad Highbury. Il pitbull non monle o azzanna a casaccio. Per questo l'han¬ no messo di riserva e lo venderanno, benché sia tra i pupilli dell'Avvoca¬ to: a gennaio, se capiterà l'occasione buona, o a giugno perchè, nonostan¬ te tutto, Edgar rimane un gioiello che può portare altri miliardi oltre a quelli che arriveranno dalla Borsa. n «caso Davids» è esploso dopo la sconfitta di Londra anche se, per definizione, nella Juve i casi non esistono mai. «Capisco che un allena¬ tore deve scegliere però se non rientro in queste scelte me ne voglio andare», ha detto Edgar a chi gli ha chiesto come vivesse lui, uno dei centrocampisti più famosi del mon¬ do, la nuova condizione di panchina¬ ro che va in campo a sostituire chi sta male. L'emarginazione risale a una settimana fa, prima della parti¬ ta con il Bayer Leverkusen: la pa¬ zienza del Pitbull è durata otto giorni, più o meno il tempo che impiegò agli Europei del '96 (in InghilterraTper salutare la Naziona¬ le e andarsene perchè non gradiva la spaccatura creata dai calciatori bianchi contro i neri. Questa volta ha messo meno rabbia, perchè gli anni insegnano qualcosa, ma la detenninazione è la stessa, fl carattere è fumantino. All'alba di mercoledì (la Juve insiste nei rientri assurdi e sfiancanti nel cuore della notte) abbiamo dubitato che l'olandese sarebbe fuggito da Torino: la maggior parte dei suoi compagni saliva sul pullman che attendeva la squadra a Caselle, luì se ne andava per conto suo. E ieri c'era la curiosità di vedere se si sarebbe presentato al Comunale. Lo ha fatto, in silenzio. Quello che doveva dire, Davids l'aveva detto e lui è sempre stato dì poche parole e rare interviste, forse ima dozzina in quattro anni, comprese le conferen¬ ze stampa sul doping col testo scrit¬ to e concordato insieme agli avvoca¬ ti Per ora Davids resta. Domenica sera, Lippi lo userà contro il Milan per rimpiazzare Tudor che ha una caviglia malconcia. Tuttavia il tecni¬ co non rivede la propria posizione: negli equilibri della nuova Juve, l'olandese non è più indispensabile, la sua presenza condiziona Tacchi- nardi, che già patisce dì difficoltà proprie. E' una situazione comples¬ sa da spiegare. Finché c'era Zidane, Davids ne era l'alter ego rustico: l'imo pensava e creava, l'altro coire- vaeringhìava, (d'unico vero combat¬ tente che conosco», diceval'Awoca- to. Senza il francese, a Davids si chiede anche un lavoro di qualità e lui, nel frattempo, è diventato meno lucido. C'è chi dice che non ha mai superato lo choc del nandrolone. E' possibile ma chi l'ha seguito con più attenziona sa che il suo calo è antico: comincia nell'estate del '99, quando un glaucoma all'occhio lo costrinse all'intervento chirurgico e a indossare gli occhiali protettivi. Sotto la maschera da Bassotto, Davids non è più stato lui. Aveva buone prestazioni, gli mancava la continuità. Ora il problema è più serio. La Juve non lo multerà per le dichiarazioni di Highbury, a diffe¬ renza di quanto fece dopo la rissa del 22 settembre a Lecce, che gli costò due giornate di squalifica. Giraudo avrebbe confessato che gli fecero pagare 200 milioni, una stan¬ gata anche per chi ne guadagna 8 mila l'anno. «Magari questa volta gli daremo delle stock options», ha iro¬ nizzato Bettega, con un riferimento alle azioni immesse in Borsa. «Lo capisco come uomo - ha aggiunto il vicepresidente - ma come dirigente lo sfogo è criticabile: il turnover ha interessato tutti». lippi è più scosso. Non si aspetta¬ va che Edgar lo mettesse in difficol¬ tà in un momento delicatissimo. «E' un giocatore importante - ha com¬ mentato -. Si ricordi che averlo rimesso in squadra dopo quattro mesi che non giocava è stata una bella testimonianza di fiducia da parte mia». Fiducia o meno, l'olandese non accetterà a lungo il ruolo subalter¬ no. Per l'anno prossimo si parla del francese del Leeds, Dacourt, e di Vieira. Ma ci sono esigenze più immediate: le condizioni croniche della caviglia di Tudor fanno temere che un miglioramento verrà soltan¬ to da un operazione che terrà il croato fuori squadra per almeno un mese. Lo rimpiazzerà Davids oppu¬ re la Juve cercherà sul mercato un centrocampista con caratteristiche diverse, il regista alla Paolo Sousa che fu la fortuna del primo Lippi a Torino? Qualcuno che lavori come fa Corini, che nessuno però avrebbe il coraggio di riprendere dopo che fu bocciato molti anni fa. Dunque la scelta si restringe a Doni, che è in un grande momento, Fiore oppure ai sudamericani che Moggi ha fatto visionare. La scelta dell'atalantino ci pare più sicura. L'allenatore: «Da me ha sempre avuto fiducia» Bettega: «Lo comprendo come uomo, ma come dirigente lo condanno» La rabbia del giocatore a otto giorni dalla prima esclusione europea con i tedeschi del Bayer, A Milano partirà titolare per l'infortunio di Tudor che potrebbe operarsi Edgar Davids in azione contro l'Arsenal. L'olandese è arrivato alla Juve nell'autunno del 1997

Luoghi citati: Highbury, Lecce, Londra, Milano, Torino