Berlusconi: «I vincoli europei ci frenano»

Berlusconi: «I vincoli europei ci frenano» l DI FRONTE ALLA CRISI DELL'ECONOMIA DOPO L'11 SETTEMBRE Berlusconi: «I vincoli europei ci frenano» Il premier cerca l'accordo con i partner Uè: «Ora bisogna rivedere i tempi del patto di stabilità per favorire la ripresa». Solbes: «Impegni da rispettare e basta». Il Tesoro: «Nessuno li discute». Partita aperta sull'Airbus 400 Ugo Magri ROMA Per forza che l'economia euro¬ pea ristagna, esclama Silvio Ber¬ lusconi: «Non c'è nessuno a gestirla!». 0 meglio, puntualiz¬ za, ci sarebbe la Banca centrale europea, la quale ahimè si occu¬ pa di politica monetaria e non può intervenire sul resto. Col risultato che l'America ci sur¬ classa. «Dopo l'II settembre», segnala il presidente del Consi¬ glio con un pizzico di invidia per George W.Bush, «gli Stati Uniti hanno immesso 400 mila miliardi di lire nella loro econo¬ mia» al fine di rilanciarla. A loro è permesso. Noi, invece, «da questo punto di vista siamo vincolati dai parametri del Pat¬ to di stabilità, che vogliamo rispettare ma...». Il «ma» la dice lunga sulle riserve del premier. In una fase di recessione, vuol fare intende¬ re, quel Patto costituisce un freno allo sviluppo. Se ce ne fossero le condizioni, andrebbe aggiornato. Per esempio, butta lì durante la presentazione del¬ l'ultimo libro di Bruno Vespa, «rimodulandone in altro modo le scadenze». La frase è subito rimbalzata fino a Bruxelles do¬ ve il commissario Uè Pedro Solbes ha sbattuto la porta: «La posizione della Commissione è chiara, noi crediamo che debba¬ no essere rispettati gli impegni presi da ciascuno Stato». Con¬ troreplica dal ministero del¬ l'Economìa: «Il Patto dì stabili¬ tà non è in discussione, le dichiarazioni del premier sono in armonìa con il principio che in Europa si decìde tutti insie¬ me». E qui occorre una chiosa. Le scadenze cui fa riferimen¬ to Berlusconi prevedono che ciascun paese aderente al tratta¬ to di Maastricht si impegni a raggiungere il pareggio dì bilan¬ cio entro il 2003-4 (quest'anno finiremo con un deficit dell'1,1 per cento, l'anno prossimo l'obiettivo è lo 0,5). Sì tratta di vincoli piuttosto rigidi cui se ne aggiungono altri che legano le mani al governo. «Non ci viene consentito», lamenta il presi¬ dente del Consiglio, «di fare alcuna mossa di sostegno al turismo e alla nostra compa¬ gnia di bandiera», l'Alitalia. Purtroppo le regole europee, come obietta Solbes, si cambia¬ no di comune accordo. Berlusco¬ ni lo riconosce «L'Italia non può chiedere di rimodularlo da sola. altrimenti finisce per fare l'ana¬ troccolo nero», con le ben note accuse al centro-destra di essere al fondo anti-europeo. D'altra parte, il Cavaliere non intende rassegnarsi alla stagnazione. Sa di giocarsi molta credibilità sul¬ le promesse di crescita economi¬ ca e annessa creazione di posti di lavoro. Per questo non avanza richieste ufficiali ai partner del- l'Ue (sarebbero respinte), ma svela di essersi messo al lavoro sotto traccia. «Ci vuole pazien¬ za», ha detto ieri, «occorre telefo¬ nare e parlare coi leader europei per trovare un concerto di preoc¬ cupazione e responsabilità...». Di sicuro, ne ha già fatto oggetto di colloquio una settimanaìa col presidente francese Chirac. In quell'occasione hanno di¬ scusso pure di Airbus 400, l'ae¬ reo da trasporto militare che l'Italia deve decidere se acqui¬ stare o meno. Berlusconi c'è tornato sopra ieri con un lin¬ guaggio che i diplomatici defini¬ rebbero «piuttosto franco». Il progetto Airbus, ha premesso, «è un grande favore all'indu¬ stria francese». Nel consorzio «ci siamo anche noi, ma ci fanno fare un pezzo della coda, il che non mi sembra», ha ironiz¬ zato, «tecnologicamente gratifi¬ cante». Insomma, tutto porte¬ rebbe a rifiutare l'acquisto. Ma... anche qui c'è un «ma». «Sul tavolo del prossimo Con¬ siglio europeo a Laeken», sco¬ pre le carte il premier, «ci sono tre questioni». Le elenca nel seguènté'òlttiine: la candidatui'a di Parma per l'Agenzia agroali¬ mentare Uè, quella di Giuliano Amato per la Convenzione che riscriverà la costituzione euro¬ pea, e la poltrona per il Patto di stabilità nei Balcani. «Da im¬ prenditore», avverte Berlusco¬ ni, «io non ho mai regalato qualcosa senza niente in cam¬ bio. Do una cosa se mi convie¬ ne, quando mi conviene e a seconda di cosa ne ottengo». Con Chirac applicherà la stessa regola: puntare al massimo. «Io dare soldi, tu dare cammello», tira le somme con un sorrisetto. li ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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