«Così Israele aiuta Hamas» di Amira Hass

«Così Israele aiuta Hamas» LA GIORNALISTA EBREA CHE HA SCELTO DI VIVERE E LAVORARE NEI TERRITORI OCCUPATI «Così Israele aiuta Hamas» La propaganda del gruppo dairinizio del processo di Oslo («Gerusalemme non vuole la pace») ora ai palestinesi sembrano giusti. E i consensi crescono intervento Amira Hass RAMALLAH MOLTO probabilmente i pale¬ stinesi che hanno deciso di uccidere il maggior numero possi¬ bile di persone, facendosi esplode¬ re nel bel mezzo di una folla di giovani israeliani e di passeggeri di un autobus, credevano vera¬ mente che il Cielo li attendesse. Ma anch'essi, come altri kamika¬ ze, non hanno soltanto visto il Cielo in attesa. Hanno visto anche le centinaia di palestinesi morti - compresi bambini, donne e anzia¬ ni - e le migliaia di feriti dell'ulti¬ mo anno. Nonostante quella che è l'opi¬ nione dominante in Israele, la maggior parte di quelle vittime non sono state il risultato di scam¬ bi a fuoco fra due forze armate in modo uguale, ma piuttosto il risul¬ tato di una massiccia presenza militare armata israeliana nel mezzo della società civile palesti¬ nese. Quando si sono legati addosso le bombe, quei palestinesi posso¬ no anche aver tenuto conto del lai^o sostegno popolare per le loro azioni e per i conseguenti risulta¬ ti. La maggior parte dei palestine¬ si vuole la vendetta. Essi conside¬ rano tali azioni suicide come la giusta replica alla sofferenza che l'occupazione israeliana impone, non il motivo di quella sofferenza o di quell'occupazione. Molti riten¬ gono che riempire di paura il cuore del popolo israeliano sia un'appropriata risposta patriotti¬ ca alla paura con cui l'intero popolo palestinese è vissuto per l'ultimo anno: paura che veniva da elicotteri, aerei, carri armati e jeep piazzati all'ingresso dei villag¬ gi e delle città, e dai quali i soldati aprivano il fuoco contro la gente che cercava di raggiungere una scuola o un uliveto. All'inizio dell'Intifada c'erano elementi guidati da Al Fatah, nel¬ la società palestinese, secondo i quqU le dimostrazioni nei Territo¬ ri, compreso il lancio di sassi contro i soldati, avrebbero persua¬ so gli israeliani che l'occupazione continuava ancora e che soltanto la sua fine avrebbe garantito stabi¬ lità e pace per i due popoli. Dopo un anno di ininteirotta escalation si direbbe che essi ab¬ biano perso ogni fiducia nella loro capacità di convincere gli israelia¬ ni che stanno sfidando quell'occu¬ pazione. Molti palestinesi, quindi. non attribuiscono alcun significa¬ to al fatto che il terrorismo stia persuadendo molti israeliani del fatto che ogni palestinese vuole cacciare gli israeliani. Per quanto riguarda poi l'opposizione morale all'uccisione di civili, oggi è messo a tacere chi sostiene che un popo¬ lo occupato dovrebbe essere prin¬ cipalmente coinvolto nel mante¬ nere standard morali per garanti¬ re in giro per il mondo una chiara lettura del suo messaggio. E' dubbio che chi ha mandato quei giovani a farsi saltare in aria abbia mai pensato che la missione sia convincere il pubblico israelia¬ no che l'occupazione è la radice del male. Nonostante le smentite si direbbe die chi decide nel cuore di Hamas - oiBanizzazione che secondo alcuni sondaggi sarebbe ora più popolare di Al Fatah - abbia fatto i propri calcoli basan¬ dosi sulla politica interna palesti¬ nese. I suoi moniti - dall'inizio del processo di Oslo e nonostante le promesse dell'Autorità palestine¬ se - che Israele non è interessata alla pace ora appaiono accurati al pubblico palestinese. Adesso sol¬ tanto Hamas riesce a ridurre il divario fra i morti palestinesi e quelli israeliani. Sarà una bella dote quando verrà il momento di prendere il sopravvento. Inoltre l'alienazione dalla lea¬ dership che il pubblico sta provan¬ do si sta intensificando. Un armo d'Intifada non è risultato in un significativo cambiamento nella gestione dell'Autorità palestinese. Ouesta è accusata, fra le altre cose, di non avere una vera leader¬ ship né la capacità di programma¬ re a lungo termine. Quello è lo stile di Yasser Arafat e dovunque c'è chi si lamenta: non consulta nessuno. In effetti lo stile di governo di Arafat permette a chiunque di essere un mini-Arafat. Ogni oi^ga- nizzazione e ogni persona armata ritengono di conoscere il supremo interesse palestinese e di rappre¬ sentare quell'interesse, quindi di poter decidere l'uso delle armi senza consultare nessuno. Ecco perché il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) ha deciso che i suoi attivisti doves¬ sero vendicare l'assassinio del suo leader. Ecco come opera Hamas e, di fatto, come si comporta ogni cellula di Al Fatah. Israele dice che Arafat ha consentito che ciò accadesse, anzi che l'abbia pianifi¬ cato, scegliendo la «strada del terrore». I palestinesi sono convinti che Arafat non abbia cambiato il suo sostegno alla teoria della «pace come strategia» e alla soluzione che prevede due Stati. Ritengono che la risposta alla domanda sul perché non abbia previsto l'esito disastroso di una politica basata su una molteplicità di gruppi ar¬ mati abbia più a che fare con la sua gestione personale che con qualsiasi «complotto» contro Isra¬ ele. Alcuni ritengono che se un governo di emergenza, comprensi¬ vo di forze politiche palestinesi, fosse istituito per fissare strategie e obiettivi, non ci sarebbe nessu¬ no in grado di mettere in discussio¬ ne le sue decisioni congiunte. Op¬ pure, se tale governo esistesse, punire i gruppi che violano le decisioni di quel governo - islami¬ ci e altri - sarebbe considerato legittimo e non un tentativo di soddisfare gli americani e Israele né un passo tardivo. Le autorità vanno e vengono, ma il popolo palestinese resta e farà crescere una nuova leader¬ ship. Si direbbe che il governo d'Israele - il suo primo ministro e il suo esercito - abbiano deciso di votare per Hamas. Militanti di Hamas ai funerali del kamikaze che ha fatto strage domenica scorsa

Persone citate: Arafat, Fatah, Territo, Yasser Arafat