Firmato a Bonn raccordo afghano perii il il -taleban di Emanuele Novazio

Firmato a Bonn raccordo afghano perii il il -taleban Firmato a Bonn raccordo afghano perii il il -taleban Il governo provvisorio si insedierà il 22 dicembre e rimarrà in carica per sei mesi, poi l'assemblea dei capi tribù garantirà la formazione della nuova amministrazione che preparerà Costituzione ed elezioni Emanuele Novazio Inviato a BONN «Un incoraggiamento per il mon¬ do», secondo il CanceUiere Schroe- der. «Una sfida per tutti coloro che l'hanno negoziato», secondo il mediatore delle Nazioni Unite Lakhdar Brahimi. L'accordo sulla transizione politica nell'Afghani¬ stan sconvolto da oltre 20 anni di guerre, in realtà, è soltanto un inizio: incoraggiante e insperato nella sua formulazione fiiaale - forse - ma non privo di incognite, si riconosce nei corridoi della Con¬ ferenza di Bonn dove ieri ci si riferiva volentieri e con orgoglio alla storia. Non è stato facile raggiungere l'intesa che disegna l'architettura politico-amnuni- strativa dell'Afghanistan post-ta- leban, dopo 9 giorni di negoziati fra le 4 delegazioni afgane e i rappresentanti delle Nazioni Uni¬ te al Petersbe^g, la foresteria del governo tedesco sulle colline di Bonn. Guidato da Hamid Karzai - il quarantaseienne leader pashtun in prima linea nei com¬ battimenti contro i taleban per la conquista di Kandahar, musulma¬ no moderato gradito a Stati Uniti e Gnu e vicino all'ex re Zahir Shah - il governo interinale si insedierà il 22 dicembre a Kabul e resterà in carica sei mesi. Fino alla convoca¬ zione di una prima e provvisoria Loya Jirga: la grande assemblea dei capi tribali garantirà la forma¬ zione di un nuovo governo che in due anni preparerà Costituzione e elezioni. Ultima difficoltà, risolta soltan¬ to all'alba di ieri dopo una conclu¬ siva tornata negoziale di dieci ore, la spartizione degli incarichi nel governo. Restano ancora da defini¬ re alcuni dei 29 ministeri - e la lista presentata è provvisoria - per la difficoltà di prendere contat¬ to con le persone scelte, come si è detto forse per giustificare proble¬ mi più sostanziali che avrebbero costretto a un rinvio. Ma la sparti¬ zione dei posti, secondo quote etniche stabilite sulla base del censimento del '74, è stata fissata anche se con qualche insoddisfa¬ zione: 11 all'etnia maggioritaria pashtun, 8 ai tagiki, 7 agli hazari, 3 agli uzbeki, 2 ad altre etnie minori. Dal punto di vista dei gruppi presenti a Bonn l'Alleanza del Nord - la potente coalizione di 7 etnie minoritarie che fa capo all'ex presidente Rabbani e ha una fortissima presenza militare in Afghanistan - ha conservato i tre ministeri pesanti che aveva nel governo caduto nel '96 all'arri¬ vo dei taleban. Gli Esteri con Abdhullah Abdullah, gli Interni con Vilnus Qanooni, capo delega¬ zione a Bonn, e la Difesa con Qasim Fahim: tre esponenti della generazione dei quarantenni che ha mostrato parecchie dissonanze con Rabbani, durante le trattative al Petersberg. Due le dorme: l'ha- zara Sima Samar, una dei cinque vicepresidenti con delega agli Ana- ri femminili, e Suhaila Seddiqi, un medico di etnia tagjka. L'ex gene¬ rale dell'esercito di Rabbani sarà responsabile della salute pubbli¬ ca. Gesti simbolici, emozioni e ap¬ pelli; il dopo taleban comincia anche così. Ma se è vero che l'accordo di Bonn si candida alla storia, non sono pochi i compro¬ messi ai quali l'Onu si è piegato, nella speranza che quanto firma¬ to ieri non venga sconfessato dagli eventi. Fortissimi dissensi sulla scelta dei nomi e delle quote, ad esempio, hanno costretto Brahimi a rinunciare all'ipotesi di un Consi¬ gho supremo, un parlamento di 150-200 menibri. Nel documento finale, inoltre, si fa un cenno generico alla Forza multinaziona¬ le, anche se si sottolinea la richie¬ sta di assistenza alla comunità internazionale. Scompare, infine, il passo in cui si sottolineava che l'amnistia non avrebbe riguarda¬ to i responsabili di crimini contro l'umanità. Ma, come ha ricordato il CanceUiere Schroeder, il punto fondamentale è un altro: «Dopo tanti armi di guerra, terrore, soffe¬ renze e umiliazioni, il popolo del¬ l'Afghanistan ha finalmente con¬ crete prospettive di pace e di futuro». I rischi non mancano. «Gli oc¬ chi del mondo sono puntati su di voi, le attese sono enonni, la sfida è costruire un nuovo Afghanistan pacifico e prospero», ha ammoni¬ to Brahimi al termine di un lavoro paziente e durissimo che continue¬ rà a Kabul, dove l'inviato dell'Orni arriverà la prossima settimana dopo un incontro con Zahir Shah, a Roma. La posta in gioco è alta, mostrano di comprendere i gruppi rappresentati a Bonn: ma, come riconosce il negoziatore Onu, al Petersbei'g non erano presenti tut¬ ti i gruppi che affollano la geogra¬ fia etnica afghana. Reggerà alla prova dei fatti, la delicata architet¬ tura poKtico -amministrativa usci¬ ta dalla Conferenza? Un primo segnale di sostegno concreto, la comunità internazionale l'ha subi¬ to lanciato con la Conferenza dei Paesi donatori avviatasi ieri a Berlino immediatamente dopo la chiusura della riunione di Bonn. Le intese sulla ricostruzione van¬ no «messe in pratica alla lettera», ha ammonito il ministro degli Esteri tedesco Joskha Fischer. Fuoco amico. Tre soldati arnericani èalmeno cinque guerriglieri anti-taleban S( stati uccìsi per errore da i bomba Usa, che ha ferito 19 soldati (alcuni sono in pericolo di vita) e decine di guerriglieri. ■ Somalia. Da ormai una settimana sarebbero già in azione in sette Paesi; tra culla Somalia, agenti di Cia, Fbi, Dipartimento di Stato Usa e Pentagono, Obiettivo; «preparare la seconda fase della lotta al terrore». H Intesa. Firmato a Bonn l'accordo per la formazione del nuovo governo provvisorio dell'Afghanistan. Sarà guic dal capo pashtun Hamid Karzai. L'esecutivo entrerà in carica il 22 dicembre. l'Alleanza del Nord mantiene i ministeri chiave: Esteri, Difesa elntemo. ■Amnistia, il Mullah Omar ha chiesto un'amnistia per sé e ; alcuni alti funzionarida Taleban ijiun messaggio telefonico a Hamid l^rzai, futuro premier del govemo . transitòrio. Karzai ha detto che le trattative sono in corso con i ' 'Taleban e.cne si cerca al evitare- perdite di vite. ■Attentato. Un kamikaze ' palestinese si è fatto esplòdere nel centro di Gerusalemme, nei jiressi dell'hotel Hilton. Il ministro della sicurezza interna israeliano, Uzi Landau (Likud) è scampato all'attentato assieme ad un altro ministro che era in ' sua compagnia. I due si apprestavano ad entrare nell'albergo in cui pernottavano. Il Cancelliere Schroeder ieri a colloquio a Bonn con Atoulah Alkozai, della delegazione di Peshawar