Può nascere ancora una democrazia islamica
Può nascere ancora una democrazia islamica Può nascere ancora una democrazia islamica Nonostante le apparenze, il fondamentalismo declina. Ma i nuovi Stati non somiglieranno ai nostri ^flày:Tàkeyh"~ ~- —- Tanti opinionisti denunciano l'intol¬ leranza verso i musulmani e si af¬ fannano a riéordare che l'Islam, nonostante le azioni di una minoranza estremista, è una religione pacifica e tol¬ lerante. Ma resta troppo facile dipingere ciò che sta accadendo come uno scon¬ tro tra civiltà: una guerra che contrappo¬ ne l'Occidente laico e moderno ad una regione prigioniera di antichi odi e di rab¬ bia fondamentalista. La contrapposizione semplicistica tra "Islam" e "modernità" trascura una terza alternativa che va emergendo in tutto il Medio Oriente. Tra il rumore delle armi e degli slogan sì levano voci favorevoli a una riforma dell'Islam. Una nuova gene¬ razione di studiosi di teologia, guidata da personalità come il presidente dell'Iran, Muhammad Khatami, e il leader del mo¬ vimento islamico tunisino al-Nahda, Rached Ghannouchi, sta mettendo in discussione l'ortodossìa politica preva¬ lente, in nome di un nuovo ordine demo¬ cratico che però si fondi sui valori non importati dall'Occidente. Per il Medio Oriente, oggi, un Islam moderato può rappresentare l'ultima speranza della de¬ mocrazia. Per l'Occidente potrebbe rive¬ larsi, col tempo, la migliore soluzione in grado dì sconfiggere i terroristi. Il fondamentalismo continua a esercitare un'attrattiva potente per quanti vivono ai margini della società, e guida forze ana¬ cronistiche come ì taleban del¬ l'Afghanistan e la Jihad islamica della Palestina; ma il suo grande momento è già passato. In Iran, l'ordine teocratico fondato dal grande Ayatollah è degene¬ rato nella corruzione e nel ristagno eco¬ nomico. Altrove, le campagne di terrore degli integralisti islamici - i Gamma al- Islamiyya in Egitto e gli Hezbollah nel Libano - non sono riuscite a produrre cambiamenti politici, perché non hanno avuto la meglio sulla brutalità degli stati con cui si sono scontrate. La retorica in¬ cendiaria e gli attentati non hanno pro¬ vocato sommovimenti dì massa, hanno soltanto disgustato l'opinione pubblica. E' vero che negli ultimi venti anni le mas¬ se arabe si sono riaccostate alla religio¬ ne; ma si è trattato in massima parte dì una religione tollerante, che non mirava a rovesciare con la violenza l'ordine esi¬ stente in nome dell'utopia. L'Islam politi¬ co, già languente, è stato ravvivato negli Anni 90 dai grandi rivolgimenti avvenuti nel mondo. Il crollo dell'Unione Sovietica e la comparsa dì regimi democratici nell'Europa dell'Est e nell'Asia orientale hanno galvanizzato le popolazioni ara¬ be. Nelle aule, nei caffè, nelle moschee, circolavano idee di democrazia rappre¬ sentativa, dì identità culturale, dì plurali¬ smo, da lungo tempo sopite. Il compito dì indirizzare le istanze popo¬ lari verso una società pluralìstica compa¬ tibile con i valori tradizionali è stato affi¬ dato ad una nuova generazione dì stu¬ diosi dell'Islam, che hanno cercato dì le¬ gittimare le idee democratiche reinter¬ pretando ì testi e le tradizioni islamiche. Sostiene il tunisino Ghannouchi: "L'Islam non ha proposto un programma di vita specifico. E' nostro compito formularlo nell'interazione tra precetti islamici e mo¬ dernità". In queste interpretazioni, la no¬ zione islamica di shura (consultazione) obbliga il govemante a tenere conto del¬ l'opinione pubblica e stabilisce i presup¬ posti di un governo responsabile. In un Ray Takeyh è ricercatore presso il Washington Institute for Near East Policy. Ha scritto 77ie Receding Shadow of the Prophet: Radicai Islamic Movements in the Modem Middle Easl, 1 in corso di stampa. Traduzione di Elisabetta Pispoli Il velo islamico di 500 anni fa nella famosa tavola di Giovanni e Gentile Bellini a Brera
Persone citate: Brera, Elisabetta Pispoli, Gentile Bellini, Muhammad Khatami, Ray Takeyh, Shadow
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