All'improvviso lassù la rocca di Cetona

All'improvviso lassù la rocca di Cetona ZIGZAGANDO QUASI SENZA META TRA LE STRADINE DI VAL DI CHIANA E VAL D'ORGIA All'improvviso lassù la rocca di Cetona WEEKEND Giovanni Tcsio | 'IDEA può essere correre su una frontiera, evitando ì più titolati centri d'arte e andan- Lb do in cerca di borghi segreti e forse oscuri ma quanto md suggesti¬ vi. L'idea può essere tenersi aibóidì dì Montepuldaho e Pienza (a nord) e Chiusi (a sud) in cerca dì sterrati che possono mettere a dura prova le vetture non corazzate ma che garan- tiscono un percorso diverso. Zigza¬ gare a piacere tra Vd dì Chiana e Vd d'Orda inventandod il viaggio con qudche improwìsadone e gu¬ sto della sorpresa. Naturalmente diventa più "economico" con accom¬ pagnamento di una persona dei posti (nel mìo caso una brava stu¬ dentessa dì Cetona, Laura Patini, che mi ha evitato i più auspicabili smarrimenti). A Chìancìano evitare il nugolo impressionante dì alberghi e dare uno sguardo d borgo antico sco¬ prendovi la linda dimensione dì un tempo domestico (dalla stradina più estema godervi il panorama della Vd dì Chiana dì primo autunno). Poi diligersi (solo dirigersi) verso Montepulciano, per prendere a sini¬ stra - dopo Sant'Albino - in direzio¬ ne Monticchiello e Castellucdo. A cinque chilometri circa prima devia¬ zione a destra per Monticchiello e Pienza, entrando nel Parco Artisti¬ co Naturde Culturale della Vd d'Or¬ da: faggete, divi, mandorli, quer¬ ce, pini marittimi, sottobosco, «pro¬ date» dì ginestre e olmi, casali, agriturismi, percord per bike e ca¬ valli, l'Amiata sullo sfondo, più a sinistra la rocca dì Radicof ani (nido del Ghino dantesco e delTonnd sbiadito pseudonimo credano) con la sua inconfondìbile silhouette. Pa¬ esaggi di colline argillose, aspre rughe dì calanchi die trasformano la dolcezza in dramma (da queste parti, tra San Quirico e Pienza, d hanno girato H gladiatore dì Riddle Scott). Prima tappa, dunque, Mon¬ ticchiello: un boi^o tutto raccolto intorno alle sue piccole piazze che formano un'architettura scenografi¬ ca e teatrale, tant'è che qui nel '67 nacque una delle espressioni più durature (forse la più duratura) dì «teatro povero» che d conoscano in Italia: non commedia dell'arte, non teatro ideologico e neanche teatro popolare in senso stretto, che è per altro espressione corale dì tutto un paese. Dd '67 a oggi, anno dopo anno, una serie dì rappresentazioni della «gente dì Monticchiello» (co¬ me recitano le locandine) che da metà luglio a metà agosto va rappre¬ sentando qudcosa della propria sto¬ ria comudtarìa. Sopra ogni considerazione di pre¬ stigio artìstico (bella la Chiesa du- gentesca dei SS. Leonardo e Cristofo¬ ro), a vincere, qm, è l'emodone di un'atmosfera ben tenuta, ma assolu¬ tamente non imbalsamata. Riprendendo la strada all'ìndìe- tro si punta verso Castellucdo (un castello del XIV, poi diventato fatto¬ ria fortificata), in cui oggi si tengono mostre di varia natura. Ma è proce¬ dendo verso La Foce, oltre l'incrodo della strada per la Cassia, che prima d d immerge in un fitto bosco dì cipressi, ancora querce, ancora ol¬ mi, ancora pini marittimi, incon¬ trando sul tragitto una bellissima quercia secolare proprio davanti ad un piccolo cimitero campestre, in cui sono stati e vengono ancora seppelliti ì morti delle cìnquantasei famiglie che lavorano nei tremila ettari dell'adenda agraria dì pro¬ prietà della famiglia Origo (la stessa che gestisce una serie di casali ristrutturati, diventati magnifid luoghi dì soggiorno: per ìnformado- m Benedetta Iddori, La Foce, tei. e fax 0578-69101). Inerpicandosi un po', su strada sempre rigorosamente sterrata, d sde a Castiglioncello del Trinoro (quasi ottocento metri di dtitudì- ne), un borgo che fa capo alla maggiore. Sarteano e che conserva dì un passato abbastanza illustre qudche resto ancora notevole: la trecentesca Porta Senese e la chiesa romanica di Sant'Andrea. Qm far tappa all'albei^o-ristorante-enote- ca La Rosa del Trinoro diventa un precetto: ravioli dì radìcchio, cin- ghìde della riserva o bistecche di chìanina, torta della casa d cioccola¬ to (senza farina e senza zucchero) per un conto di circa cinquantamila lire, vini esclusi (quasi prescrittivo attingere all'abbordabile carta dei toscam). Scendendo e guadagnando (find- mente) l'asfdto, ultima tappa a Ceto¬ na d piedi del monte omonimo. Un paese dì tremila abitanti, che ha una bella piazza in basso (su cui affaccia il Rinascimento dì Palazzo Vitelli), una beDa rocca in cima (XIII secolo) immersa in un ampio ciuffo di pini e cipressi, un bel giro di case a ridosso che d può percorrere a passi brevi e a occhi lunghi. Tra tutte le soste possibih, una consiglia¬ bile d Museo Cìvico per la preisto¬ ria del Monte Cetona con possibilità di vìdtare le "grotte" dei dintorni che hanno nomi molto evocativi. La rocca di Cetona PICI FATTI A MANO, FEGATELLI E CROSTATE H Alla Rosa ddtqnoro di Castigtioncello: 10 camere (d180.000 lìrecon prima colazidsingoia 130.000). A Monticchl'Osteria "La Porta", all'ingressborgo. Beila terrazza con vistaPienza eVald'Orcia: zuppe (rie pappa al pomodoro), pia famano (eadoepepe), fegatellfaraonaripfena,crostalte,dalalle45,000 lirfcvì",i esclusii M?,^|kJe iJ" PW^ H Alla Rosa ddtqnoro di Castigtioncello: 10 camere (doppia 180.000 lìrecon prima colazidne, singoia 130.000). A Monticchiello l'Osteria "La Porta", all'ingresso del borgo. Beila terrazza con vista su Pienza eVald'Orcia: zuppe (riboliita e pappa al pomodoro), pia fatti a mano (eadoepepe), fegatelli, ' faraonaripfena,crostalte,dalla40 alle45,000 lirfcvì",i esclusii

Persone citate: Benedetta Iddori, La Porta, Laura Patini, Origo, Sant'albino