«L'uomo di Kandahar» sarà Presidente di Emanuele Novazio

«L'uomo di Kandahar» sarà Presidente «L'uomo di Kandahar» sarà Presidente Una donna tra i vice: ultime limature all'accordo di Bonn Emanuele Novazio inviato a BONN L'Afghanistan del dopo-taleban - annunciava ieri sera un delega¬ to deU'AUeanza del Nord - ha un presidente, il quarantaseienne capo pashtun impegnato neUa battaglia di Kandahar contro i taleban, sponsorizzato da Stati Uniti e Onu e deUa stessa etnia dell'ex re Zahir. Ma, avvertiva il delegato, «la notte, l'ultima not¬ te di trattativa, potrebbe dura¬ re mi giomo». Al.Petersberg, la foresteria del governo tedesco sulle colline di Bonn dove è in corso la Conferenza suU'Afgha- nistan patrocinata dall'Onu, ie¬ ri sera nessuno sapeva quanto sarebbe durata la notte. Perché raggiunto l'accordo sul docu¬ mento che disegna l'architettu¬ ra pohtica del nuovo Afghani¬ stan e definiti i tempi della transizione - due anni e mezzo fino alle elezioni - restavano da riempire le caselle del govemo provvisorio che resterà in cari¬ ca sei mesi e fino aUa convoca¬ zione deUa Loya Jirga, la gran¬ de assemblea dei dignitari triba¬ li che sarà aperta da Zahir. Oltre al presidente 23 ministri, fra i quali potrebbero esserci quattro donne, secondo una rac¬ comandazione delle Nazioni Unite, e cinque vicepresidenti (fra loro una donna, forse Sima Wall, vicina all'ex re). Ventino- ve nomi in tutto e «una trattati¬ va molto impegnativa», secon¬ do il portavoce deU'Onu Ahmed Fawzi, che forse per scaraman¬ zia ieri sera non osava esprime¬ re «più di u a speranza» suUa possibihtà che la Conferenza si chiuda davvero oggi, come venr filavano fonti tedesche, con una cerimonia alla presenza del ministro degU Esteri Joschka Fischer. Di certo, l'accordo sull'asset¬ to politico raggiunto nella notte fra lunedì e martedì ha spianato la strada a un'intesa suUa sparti¬ zione dei ruoU: una scelta che avverrà suUa base deUa «compe¬ tenza e dell'integrità persona¬ le», e secondo un criterio «rigo¬ rosamente etnico» che dovreb¬ be garantire fra 10 e 12 seggi a ognuno dei gruppi maggiori - l'AUeanza del Nord guidata a Bonn da Yunus Qanooni e U Gruppo di Roma fedele a Zahir - e due-tre posti ai due raggruppa¬ menti minori, vicini a Pakistan e Iran. Ma l'impressione, ieri sera, era che un accordo conclusivo fosse molto vicino. L'ostacolo principale era caduto in matti¬ nata grazie aUe fortissime pres¬ sioni di Stati Uniti e altri Paesi occidentaU, e dopo una lunga telefonata di Fischer a Kabul: quando Burhanuddin Rabbani, tuttora riconosciuto dalle Na¬ zioni Unite come legittimo pre¬ sidente afghano e leader dell'Al¬ leanza del Nord-Fronte Unito - una coaUzione di sette etnie minoritarie spesso in disaccor¬ do fra loro - ha finalmente consegnato la lista dei propri candidati al negoziatore Onu Lakhdar Brahimi, 60 su un totale di 150 nomi aU'intemo dei quaU Brahimi sta redigendo la rosa definitiva. Dopo lunghe esitazioni giustificate, forse, daUa riluttanza a trasferire U potere (Rabbani è tornato a lavorare nel palazzo presiden¬ ziale di Kabul) aUa nuova ammi¬ nistrazione provvisoria. L'Onu, ieri, ha lanciato un significativo appeUo a Rabbani - presidente dal 1992 al 1996, quando venne deposto dal tale¬ ban - perché «continui a coUabo- rare per il bene dell'Afghani¬ stan favorendo l'attività della ammipistrazione provvisoria». Ma in serata ancora non era stato sciolto, dopo nuove con¬ sultazioni con lui, U nodo deUa data in cui la nuova amministra¬ zione assumerà U potere: U 22 dicembre, propone l'Onu. «Se Dio vorrà» - come ama ripetere l'egiziano Fawzi - r«autorità provvisoria» che esprimerà U govemo ad interim, la commis¬ sione indipendente incaricata di convocare la Loya Jirga e una Corte suprema che costitui¬ rà il primo embrione del siste¬ ma giudiziario, assumerà il po¬ tere entro due-tre settimane. Nel frattempo, U Consiglio di sicurezza deU'Onu autorizzerà U dispiegamento di una forza intemazionale - la sua composi¬ zione e la durata dell'impegno non sono state ancora definite - incaricata di garantire la sicu¬ rezza a Kabul e nella zona circostante. Ma U govemo assu¬ merà le sue funzioni «anche se la forza non esisterà ancora», garantisce Fawzi. La nuova am¬ ministrazione istituirà anche una commissione per U rispetto dei diritti umani e per U soccor¬ so ai rifugiati, si legge nel testo deU'accordo, che esclude un'am¬ nistia per «le persone colpevoli di crimini contro l'umanità».