«Subito tregua e osservatori intemazionali» di Aldo Cazzullo

«Subito tregua e osservatori intemazionali» «Subito tregua e osservatori intemazionali» L'appello di Ciampi: Medio Oriente a un passo dalla tragedia Aldo Cazzullo inviato a LISBONA «Un atto di coraggio». Quel che ha chiesto priyatamente al pre¬ sidente israeliano Katsav, nella telefonata di lunedì, Carlo Aze- glio Ciampi ripete in pubblico a Palazzo Belem, la residenza sul Tago di un altro capo di Stato, il portoghese Sampaio. E l'atto di coraggio per i palestinesi signifi¬ ca interrompere l'Intifada, per gh israeliani accettare la presen¬ za di «osservatori intemaziona- li». Non è la prima volta che Ciampi indica questa soluzione. Ma ripeterla in questo momen¬ to per due volte, agli alleati europei e direttamente agli in¬ terlocutori di Gerusalemme, è indicativo della linea che il Quirinale persegue. L'alternati¬ va non è che «l'estrema trage¬ dia». Ciampi condanna la logica della rappresaglia. Se nella tele¬ fonata a Katsav ha ripetuto quel che aveva detto dopo 1' 11 settembre, cioè che «il terrori¬ smo va sradicato», questo non significa che il presidente della Repubblica non consideri un pericolo la reazione israeliana. «La situazione si fa di giorno in giomo più drammatica - dice Ciampi all'uscita dall'incontro con Sampaio -. La spirale tra violenza e rappresaglia ha por¬ tato israeliani e palestinesi in un vicolo cieco». E più tardi, al pranzo ufficiale: «Non posso tacere la mia costernazione per le stragi di Gerusalemme e di Haifa, ma le nuove rappresaglie di ieri e di oggi accrescono il nostro sgomento». Non sarà la guerra a garantire la sicurezza; è vero semmai il contrario, come Ciampi ha detto al suo omologo israeliano: è la pace l'obiettivo dei terroristi, sarà la pace a sconfiggerli. Arafat deve desistere dall'incitamento alla violenza, Israele deve accettare l'intervento della comunità in¬ temazionale, e in particolare di Stati Uniti, Unione europea e Russia. Sta a loro soUecitare l'atto di coraggio, «prendersi le proprie responsabilità»: impor¬ re una tregua e garantirla con l'invio di osservatori, una forza di interposizione che vigili sui confini e «ricostruisca così le basi per il processo di pace». La pohtica italiana in Medio Oriente, nella visione del Quiri¬ nale, non è disgiunta da quella europea. Nei colloqui riservati con Sampaio e con il primo ministro portoghese Guterres, Ciampi è tornato a esprimere la preoccupazione indicata due settimane fa a Berlino: l'Europa non sta parlando con una sola voce, e questo indebolisce non solo Bruxelles, ma anche le singole cancellerie. Soltanto la riforma delle istituzioni euro¬ pee potrà porre rimedio. Si trat¬ ta di aprire una nuova fase, a cominciare dall'imminente Con¬ siglio di Laeken. «L'Europa si prepara alla quarta riforma isti¬ tuzionale in dodici anni. La prossima dev'essere duratura» è il pensiero di Ciampi. Le scadenze sono rappresentate dalla Convenzione per la rifor¬ ma, dalla Conferenza intergo- vemativa, dall'allargamento a Est. Il momento cruciale potreb¬ be coincidere con il semestre della presidenza italiana, prima delle elezioni europee del 2004. «L'introduzione dell'euro ci in¬ dica la rotta. Ci conferma innan¬ zitutto che occorre guardare sempre più avanti: non può esservi un vero progetto euro¬ peo in mancanza di un autorevo¬ le governo dell'economia, di una comune politica estera e di difesa, di una incisiva coopera¬ zione giudiziaria». Lo sbocco naturale di questa visione è una Costituzione europea, che «esprimerà il sistema di valori, di diritti, di regole condivise in Europa, e darà compiuta espres¬ sione al concetto eh cittadinan¬ za europea». In attesa dei progressi della difesa comune, la forza militare congiunta dell'Europa è ancora la Nato, l'Alleanza atlantica. Ciampi non la considera defun¬ ta. E' anzi fondamentale nei Balcani (dove il Presidente sarà in visita prima di Natale). La lotta per eliminare il terrori¬ smo, avverte Ciampi, sarà lun¬ ga. «Un pieno successo è stato ottenuto con l'intervento mihta¬ re che ha consentito di affranca¬ re l'Afghanistan da un regime brutale e barbaro». Ora occorre lavorare a un governo di unità nazionale. E portare la tregua in Medio Oriente. «L'Europa adopererà tutta l'influenza che è in grado di esercitare per far cessare la violenza». Poi però, per contare di più, dovrà cam¬ biare se stessa. E' quel che Ciampi dirà oggi, nel Parlamen¬ to di Lisbona. «Servono coraggio da ambedue le parti e l'impegno di Usa, Russia ed Europa» Nella telefonata al presidente israeliano Katsav il Capo dello Stato ha ripetuto: «Il terrorismo va sradicato»