«Senza questo Raìss si aprirebbe rinferno» di Fiamma Nirenstein

«Senza questo Raìss si aprirebbe rinferno» KHALIL SHAKAKI, DIRETTORE DEL CENTRO PALESTINESE PER LA POLITICA E LA RICERCA A RAMALLAH «Senza questo Raìss si aprirebbe rinferno» Lo studioso: la nuova generazione è sempre più integralista opinione Fiamma Nirenstein GERUSALEMME KHALIL Shakaki, il direttore del Centro Palestinese per la Politi¬ ca e la Ricerca a Ramallah è uno dei più ascoltati intellettuali del suo campo anche in Israele. Stavolta, nello scrivere un saggio dal titolo «Fallimento degli accordi, ira della piazza», basato su un'inchiesta com¬ piuta su 75 campioni territoriali da lui studiati fin dall'inizio dell'Intifa- da, è chiara la sua intenzione di offrire uno sguardo alternativo che influenzi i politici e r«intellighent- zija» ebraica. Che cosa racconta Shakaki? Quando fu firmato l'accordo di Oslo, dice lo studioso, due terzi dei palestinesi lo sostennero in base a tre speranze; la fine dell'occupazio¬ ne, la fondazione di un'entità politi¬ ca indipendente e un miglioramen¬ to delle condizioni personali della gente. Dopo Camp David il sostegno crollò, e con esso anche la fiducia in Arafat. Dal 50 per cento all'inizio dell'Intifada, toccò il 33 per cento dopo dieci mesi di lotta. E il suppor¬ to per la violenza, invece crebbe dal 50 al 90 per cento. Il 71 per cento dei palestinesi credono oggi che la violenza abbia ottenuto per loro più dei negoziati. E qui viene il vero punto che Shakaki vuole comunicare: al cen¬ tro delle spiegazioni che hanno portato all'Intifada, oltre alla scelta strategica di Arafat di premere su Israele per un accordo più vantag¬ gioso e'alla visita di Sharon sulla Spianata delle Moschee, Shakaki individua lo scontro in atto nell'Au¬ tonomia Palestinese fra padri fonda¬ tori e giovane generazione. I vecchi hanno passato gran parte della vita in esilio, hanno legittimazione inter¬ nazionale, Arafat ha dato loro sta¬ tus e controllo delle finanze. I «giovani» nascono dopo la guerra del Libano e conducono la prima Intifada. Jibril Rajub e Muhammed Dahlan ne sono esponenti eminenti, ma in fondo alla scala ci sono anche capi di vere e proprie gang, come Samikh Abu Samhadna a Rafah. Nel mezzo, personaggi come Mae- rwan Barghouti e Houssam Khadir. Il popolo li sostiene, i movimenti islamici sono molto vicini a loro, e essi si fanno forti del dissenso per imporsi sulla vecchia generazione. La loro forza sostituisce quella dell'Autorità Palestinese in molte situazioni locali, e sentono che sono loro a dare forza ad Arafat, piutto¬ sto che, come nella tradizione, rica¬ vare prestigio dalla sua figura. I «giovani» premono forte, dice Shakaki, per avere più potere, e molti chiedono una guerra contro la Corruzione e riforme politiche. Vo¬ gliono anche loro uno stato indipen¬ dente con capitale Gerusalemme, ma ciò che li differenzia dalla vecchia leadership è una dichiarata disponibilità alla violenza sia per compiacere la piazza sia per costrin¬ gere la vecchia generazione a farsi da parte. La nuova Intifada, dice preoccupato Shakaki, ha dato ai «giovani» una vera milizia in pro¬ prio che coopera da vicino con gli Islamisti. . Shakaki vede in questo motivo il dilagare del terrorismo perpetrato insieme da Jihad Islamica e Fatah. E sempre questa cooperazione dei «giovani», islamisti e non, impedi¬ sce di arrestare i terroristi. Sempre i «giovani» insistono perché non ci sia un cessate il fuoco o una repres¬ sione del terrore. E aggiunge Shakaki, senza apertura di negozia¬ ti Arafat non riesce ad avere una posizione forte da contrapporre alla loro. In definitiva, da questa analisi dall'interno, Shakaki ricava che da un ricambio ad Arafat beneficeran¬ no gli integralisti islamici. La nuo¬ va generazione sarà sempre più vicina a Hamas. Anche un ritiro parziale dai Territori sarà visto dai giovani come una loro vittoria: essi lo gestiranno come gli hezbollah di fronte al governo libanese. Non lasceranno che il loro governo con¬ trolli il potere, ma useranno le zone acquisite come una base per conti¬ nuare la lotta contro Israele. Infine, dice Shakaki, solo la vec¬ chia generazione può raggiungere un accordo, mentre i «giovani» non lo desiderano e non lo possono in mancanza di leader abbastanza for¬ ti. Alcuni dei «giovani» potranno in caso sostenerlo, e in questo caso gli estremisti saranno fermati. Insom¬ ma, se i «vecchi» e i mighori fra i «giovani» si alleassero, questa sa¬ rebbe la soluzione per tornare a parlare di pace: non quindi la sostituzione di Arafat, ma iniezioni di giovane leadership potrebbe di¬ minuire l'influenza islamica. Come dice Dahlan, cita Shakaki, se manca Arafat, si aprirà l'inferno.

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Libano, Oslo