A Bonn il totopresidente dice Karzai di Emanuele Novazio

A Bonn il totopresidente dice Karzai A Bonn il totopresidente dice Karzai Il leader pashtun dovrebbe guidare il governo provvisorio Emanuele Novazio inviato a BONN Restano 29 nomi da scegliere: quelli del capo della ammini¬ strazione provvisoria, il primo governo afghano del dopo-tale- ban che dovrebbe restare in carica sei mesi, dei 5 vice presidenti e dei 23 ministri. Ma soprattutto resta un'inco¬ gnita, l'ex presidente Burha- nuddin Rabbani: «la vera pre¬ senza incomoda», lo definisce un diplomatico europeo, alla Conferenza sull'Afghanistan in corso da una settimana sulle colline di Bonn. Consolidato l'accordo politi¬ co sul documento finale che ridisegna l'architettura politi¬ co-amministrativa del Paese - una seconda bozza con poche correzioni formali è stata mes¬ sa a punto ieri dal mediatore dell'Onu Lakhdar Brahimi - le quattro delegazioni sono impe¬ gnate in una maratona nego¬ ziale che potrebbe durare un paio di giorni ancora, secondo le previsioni degli osservatori occidentali accreditati alla Conferenza. Purché, da Kabul, Rabbani interrompa le sue «inopportune interferenze» - come le definisce un altro diplomatico - e non insista nelle richieste di maggior pote¬ re per sé e per l'Alleanza del Nord, della quale resta il lea¬ der nonostante le frizioni con i suoi rappresentanti a Bonn, la generazione dei. quarantenni sempre più insofferente di lui. Difficilmente l'ex presiden¬ te potrà accontentarsi dei rico¬ noscimenti che il preambolo del documento finale gli riser¬ va. In un'intervista al «Washin¬ gton Post» Rabbani - che ha guidato l'Afghanistan dal 1992 fino all'arrivo al potere dei Taleban, nel 1996 - propone l'istituzione di un Consiglio direttivo di 12-20 membri che controlli l'amministrazione provvisoria e, di fatto, vi si sovrapponga, finendo forse per esautorarla: e se ne riserva la leadership. La delegazione dell'Alleanza alla Conferenza, guidata dal suo ministro degli Esteri, Yu- nus Qanooni, si é accordata al contrario con il Gruppo di Ro¬ ma - i seguaci dell'ex re Zahir, che avrà un ruolo simbolico nel nuovo Afghanistan - e con i piccoli gruppi che fanno riferi- mento a Pakistan e Iran perché la guida del governo provviso¬ rio spetti ai sostenitori dell'ex sovrano. I candidati sono quat¬ tro, ma la scelta sarà quasi certamente fra Abdul Sattar Sirat, un uzbeko molto vicino a Zahir, del quale guida la delega¬ zione a Bonn, e Hamid Karzai, un potente capo pashtun che ieri sera era considerato il più probabile vincitore. Poche le possibilità dell'ex presidente provvisorio Sibgha- tullah Mojaddedi (rimase in carica dall'aprile al giugno del '92) e di Pir Sayed Ahmad Gailani, guida spirituale di una confraternita sufi e famo¬ so per avere combattuto i so¬ vietici. In favore di Karzai giocano numerosi fattori che potrebbe¬ ro rivelarsi decisivi: intanto il fatto di appartenere all'etnia pashtun, la più numerosa del¬ l'Afghanistan, e di avere rice¬ vuto per questo il sostegno dello stesso Rabbani. Karzai, inoltre, viene identificato con la Loya Jirga, la grande assem¬ blea dei capi tribali che è il cuore del progetto politico emerso alla Conferenza di Bonn. Ma il candidato pashtun è anche stato vice ministro degli Esteri con Rab¬ bani ed è «uomo di campo»: impegnato, in queste ore, nel¬ la battaglia di Kandahar con¬ tro i taleban. Assegnata la presidenza del governo provvisorio a un uo¬ mo del re, i Ministeri più importanti andranno all'Alle¬ anza, secondo l'accordo rag¬ giunto domenica: quasi certa¬ mente conserveranno i posti attuali Qanooni (Interni), Ab- dullah Abdullah (Esteri) e Mohammad Fahim (Difesa). Ma la stesura definitiva del¬ la Usta nasconde altre insidie: «La battaglia dei nomi potreb¬ be durare più a lungo del previsto, considerata l'avidità di potere che alle volte emerge nei rappresentanti delle varie delegazioni», indica uno degli osservatori presenti alla Confe¬ renza. E un ostacolo imprevi¬ sto potrebbe affacciarsi anche a giochi fatti: molte persone candidate dalle quattro delega¬ zioni all'amministrazione provvisoria vivono da anni all'estero. Accetteranno di tor¬ nare?, si chiedeva ieri un osser¬ vatore europeo. Leader autorevole della LoyaJirga il «parlamento tribale» sta combattendo alle porte di Kandahar e gode del rispetto di tutti i clan. L'unico ostacolo alla conciliazione è l'intransigenza dell'ex presidente Rabbani