I nodi che frenano le Telecomunicazioni italiane

I nodi che frenano le Telecomunicazioni italiane NELLA TELEFONIA MOBILE NON ARRIVA L'ATTIVAZIONE DEL SERVIZIO PER IL PASSAGGIO DA UN OPERATORE ALL'ALTRO MENTRE NELLA FISSA PESA SEMPRE IL CANONE I nodi che frenano le Telecomunicazioni italiane LA STORIA DA qualunque prospettiva lo si guardi, il mercato resta un'araba fenice, con buona pace del processo di liberalizzazione avviato in Italia negli Anni 90. Va detto subito, però, che nel settore delle telecomunicazioni, a differenza dell'energia, non si è fermi a poco più dell'anno zero e la liberalizzazione faticosa¬ mente introdotta è riuscita a far arrivare qualche beneficio nelle tasche di «Pantalone», un sogget¬ to verso il quale l'attenzione da noi ha geometrie molto variabi- li: è massima in prossimità dei confronti elettorali e pratica¬ mente nelle altre stagioni duran¬ te le quali il cittadino rileva (e nemmeno sempre) solo quando g indossi i panni del commercian¬ te, dell'imprenditore o del lavo- H ratore (sempre'dimeno). I progressi compiuti - che la commissione Uè ha messo in luce anche nel settimo rapporto licenziato da Likkanen solo po¬ chi giorni fa - sono avvenuti, i inutile nasconderlo, a scapito ' della Telecom Italia, abituata i per decenni a cullarsi sugli allori della sua condizione di monopo- \ Usta. Oggi, sulla carta, la situa¬ zione è mutata almeno in parte con l'arrivo di altri protagonisti B sia nella telefonia fìssa sia nel | mobile. In entrambi i casi, peral¬ tro, il mercato aperto si va confi¬ gurando come un oligopolio stretto: nel fisso c'è Infostrada impegnata ad aggredire la rocca¬ forte del vecchio carrier naziona¬ le, mentre Albacom si muove più timidamente; nel mobile la U Tim di Marco de Benedetti deve vedersela con l'esplosione della f Omnitel di Vittorio Colao e l'ag¬ gressività della Wind di Tomma¬ so Pompei. Il campo più aperto e ricco di fermenti e di nuove iniziative è quello dei servizi in cui sono nate decine di provider pieni di belle speranze: la mag¬ gior parte di loro, purtroppo, è finita impantanata nello stagno della Borsa che, affetta da circa un anno dalla sindrome delle montagne russe, per diverso tempo ha rivelato come unica costante il tiro al bersaglio con¬ tro le hi-tech e l'universo delle telecomunicazioni. Il rapporto di Likkanen - ac¬ canto ai progressi - mette in luce svariate zone grigie che corri¬ spondono ad altrettanti proble¬ mi aperti nelle telecomunicazio¬ ni italiane, suscettibili di diven¬ tare altrettanti terreni di possibi¬ le contenzioso tra i principali attori di questo ricchissimo mer¬ cato. Alcuni di questi nodi, inevita¬ bilmente, hanno al centro anco¬ ra una volta Telecom Italia, o meglio quella posizione domi¬ nante che, sconfitta dalle nor¬ me, l'ex monopolista tende a difendere in svariati modi e dalla quale nessuno dei suoi azionisti - nemmeno gli ultimi in ordine di tempo, ossia Marco Tronchetti Provera e Gilberto Benetton, ovviamente - è dispo¬ sto a rinunciare a cuore leggero. Ed è, anzi, suggestivo constata¬ re come anche i campioni del libero mercato, della concorren¬ za, del confronto competitivo nei mari aperti dei mercati inter¬ nazionali, non appena hanno l'opportunità di riposizionarsi strategicamente nelle public Uti¬ lities - che, per definizione, si sono sviluppate e hanno prospe¬ rato nei mercati captive, spun¬ tando margini abbondanti gra¬ zie all'impotenza degli utenti finali - per difendere la redditivi¬ tà finiscono per aggrapparsi al¬ l'ipertrofia delle costruzioni oli¬ gopolistiche. Su questo confine Telecom Italia è la più esposta, ma alle sue spalle si allineano tutti i grandi protagonisti del settore, che lanciano strali con¬ tro l'eccesso di regolamentazio¬ ne del business senza accorgersi di cadere in contraddizione. Non è un mistero per nessuno, infat¬ ti, che la visione amministrativi- stica delle liberalizzazioni nel campo dei Pubblici Servizi è proprio figlia dell'assenza di un mercato autenticamente concor¬ renziale, nel quale i controlli potrebbero davvero ridursi alle sole qualità, costanza, sicurezza e, dove è possibile, universalità del servizio. Dei tanti nodi che vanno ad arricchire le zone grigie delle telecomunicazioni in Italia ve¬ diamone due. Con una premes¬ sa: l'Italia è a rischio inflazione per il ritardo dell'ex monopoli¬ sta nel fissare la tariffa di riferi¬ mento necessaria per il passag¬ gio dei dati. Nella telefonia mobi¬ le - la cui prossima frontiera è l'Umts che merita un discorso a se stante - il ritardo più rilevan¬ te è rappresentato dalla Mobile Number Portability, ossia la pos¬ sibihtà di spostarsi - in base alle convenienze tariffarie e dei ser¬ vizi - da un gestore all'altro (da Tim a Omnitel, a Wind e vicever¬ sa) mantenendo invariato il nu¬ mero del cellulare. Il servizio era stato promesso per la scorsa primavera ma poi si è ceduto alla politica del rinvio: prima la sua introduzione è stata sposta¬ ta, per la fase iniziale, al novem¬ bre del 2001, ma a novembre nulla è successo - pare per il rifiuto di Omnitel dì fornire le proprie stazioni radio base - così la fase di regime, prevista per il 30 aprile 2002, finirà per essere spostata in avanti nel tempo. L'operazione non sarebbe one¬ rosa: secondo alcuni operatori l'onere sarebbe di appena 19.400 lire, un prezzo in linea con i costi per trasferire una linea telefonica fissa, ma pare che la Telecom la pensi diversa¬ mente. Mentre incrociano le la¬ me tra di loro, i grandi gestori allargano il campo delle scher- maglie al legislatore, reo, agli occhi di alcuni di loro, di scelte poco ortodosse sul piano dell'op- portunità e della convenienza. Sotto tiro finisce la delibera perché per la fase sperimentale del servizio prevederebbe una sorta di «trasferimento di chia¬ mata» limitativo del godimento di servizi come la segreteria telefonica e gli sms; perché non procede «a una scelta tecnica chiara» cui i gestori dovrebbero fare riferimento; perché, secon¬ do Omnitel e Wind, potrebbe stabilire un nuovo privilegio in capo a Tim se dovesse consenti¬ re alla società guidata da Marco de Benedetti di trasferire la mi¬ gliore clientela tacs sulla sua rete Gsm. Il risultato del duello in corso tra i nostri campioni della telefonia mobile è che gli itahani non possono usufruire di un servizio che altrove in Europa - dall'Inghilterra al¬ l'Olanda, dalla Spagna alla Dani¬ marca (ma entro fine anno il servizio sarà attivato in molti altri Paesi) - è stato tra i più gettonati dai cittadini, ben con¬ tenti di poter scegliere libera¬ mente nell'ampio ventaglio di offerte presentate loro dai gesto¬ ri locali di telefonia mobile. Ba¬ sta un un dato a testimoniare la voglia di libertà di scelta in tutto il mondo: ad Honk Kong, dove il passaggio da un operatore all'al¬ tro avviene nel giro di 48 ore, più della metà dei clienti di telefonia mobile ha cambiato gestore. Onesto spiega perché Tim, con i suoi oltre 20 milioni di clienti, o l'Omnitel - che ha annunciato in questi giorni di aver raggiunto il traguardo di 17 milioni di utenti - cerchino con tutti i mezzi di ritardare quanto più possibile l'attivazione di un servizio che per molti funzione¬ rebbe da chiave per la libera uscita. Nella telefonia fissa domesti¬ ca, lo smacco più grosso è rappre¬ sentato dal permanere del cano¬ ne, che è un autentico balzello: milioni di utenti di linee telefoni¬ che fisse, nonostante abbiano un consumo bimestrale di telefo¬ nate inferiore al canone, non possono evitare di pagare le 300 mila lire l'anno di costi obbhga- tori alla Telecom Italia. Al balzel¬ lo si potrebbe sfuggire se l'Un- bundling Locai Loop - ossia la diffusione dell'ultimo miglio - dovesse diventare effettiva: co¬ sa che non è nei fatti, con buona pace di Telecom Italia. Va detto infine che - salvo i rari casi di Unbundling - per l'attivazione di ima nuova lìnea sì deve sem¬ pre pagare il contributo una tantum all'ex monopolista e ora si attende dall'Authority di setto¬ re il varo del nuovo listino di interconnessione di Telecom Ita¬ lia. s***' Il rapporto di Likkanen ha messo in luce svariate lacune che potrebbero diventare terreno di possibile contenzioso tra i principali attori di questo ricchissimo mercato Marco Tronchetti Provera

Persone citate: Gilberto Benetton, Likkanen, Marco De Benedetti, Marco Tronchetti Provera, Vittorio Colao

Luoghi citati: Europa, Honk Kong, Inghilterra, Italia, Olanda, Pompei, Spagna