Uccide per pietà la moglie malata di Marco Raffa
Uccide per pietà la moglie malata Uccide per pietà la moglie malata Tragedia della disperazione in casa a Genova Marco Raffa GENOVA Strangolata dal marito, anziano e malato come lei, forse per mettere in pratica quei proposi¬ ti di eutanasia di cui aveva parlato spesso con la figlia e dei quali anche i vicini di casa avevano avuto l'eco. Oppure - come ha dichiarato al magistra¬ to il presunto uxoricida - vitti¬ ma di un maldestro tentativo di soccorso da parte dell'uomo, sconvolto per aver visto la mo¬ glie che stava per morire soffo¬ cata dalla sua stessa lingua? Sono le due possibili spiega-' zioni di una dramma che si è consumato, ieri intomo a mez¬ zogiorno, al quarto piano di uno stabile di via Orsini, zona signo¬ rile del Ponente di Genova. Lei, Elide Dazzi, classe 1911, era da circa un anno costretta su una sedia per i postumi di ima frattura al femore e, più di recente, per un ictus che l'ave¬ va semiparalizzata. Lui, il mari¬ to, Vittorio Versace, 88 anni, ragioniere in pensione, è a sua volta invalido e sofferente. Ouando, dopo una serie di conci¬ tate telefonate, carabinieri e volontari dell'automedica sono arrivati in via Orsini, hanno trovato la donna in pigiama e vestaglia, seduta in poltrona nella camera da letto, la testa reclinata all'indietro, strangola¬ ta con una cordicella girata due volte attorno al collo e con un cerotto sul viso: forse sulla bocca. Il particolare è importante perchè la spiegazione data dal¬ l'anziano al sostituto procurato¬ re Alberto Lari, che l'ha lunga¬ mente interrogato, si basa pro¬ prio sul tentativo di soccorso. «Ho visto che stava soffocando, la lingua si era girata verso la gola, allora ho preso un cerotto per cercare di tenerla fuori». Questa, riferita dall'avvocato Luca Forlani, il legale d'ufficio che ha assistito all'interrogato¬ rio, è la versione dei fatti data da Vittorio Versace. E così an¬ che la cordicella trovata ancora attorcigliata intomo al collo della vittima sarebbe stato, al¬ meno nelle intenzioni dell'uo¬ mo, un altro espediente per evitare il soffocamento della moghe. Spiegazioni in apparenza as¬ surde, ma da inquadrare in una situazione medico-psicologica difficile. Vittorio Versace e la moghe vivevano ormai da tem¬ po bloccati in casa dall'età e dai malanni. «Non li vedevamo usci¬ re da anni» raccontano i vicini. A curarli era la figha, cinquan¬ tenne, che abita in via San Martino, poco distante da via Orsini. E' stata proprio lei, ieri, a scoprire l'accaduto, accorrendo poco prima delle 14 nella casa dei genitori dopo ima telefonata confusa del padre. Alla vista della madre senza vita, la don¬ na è svenuta. A questo punto Vittorio Versace ha chiamato il 113, chiedendo aiuto per la figha ma dando l'indirizzo del¬ l'alloggio di via San Martino, dove però non c'era nessuno. A questo punto, dato che l'anzia¬ no aveva lasciato il suo recapi¬ to, le forze dell'ordine e l'equi¬ pe dell'ambulanza si sono spo¬ stati in via Orsini, e qui è stata scoperta la tragedia. Secondo il medico legale Er¬ nesto Pallestrini, Elide Dazzi sarebbe stata strangolata due ore prima, intomo a mezzogior¬ no. Dopo aver autorizzato la rimozione del cadavere, il magi¬ strato si è fermato nell'apparta¬ mento dove ha interrogato a lungo Vittorio Versace. Poi, in¬ tomo alle 18, avvolto in una coperta per non mostrarne il volto, l'anziano è stato trasferi¬ to in ambulanza all'ospedale San Martino dove è ricoverato in stato di fermo. Secondo l'av¬ vocato Forlani, durante tutto l'interrogatorio, Vittorio Versa¬ ce ha continuato a negare di essere un uxoricida. Eutanasia o tragico errore? Strangolata con una corda L'anziano si difende «Ho soltanto cercato di salvarla, stava per morire soffocata» L'anziano che ha ucciso la moglie è disabile ed è stato portato via su una barella
Luoghi citati: Genova
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