La svolta dei Verdi Pecoraro è presidente del partito new-global di Maria Grazia Bruzzone

La svolta dei Verdi Pecoraro è presidente del partito new-global La svolta dei Verdi Pecoraro è presidente del partito new-global Il leader eletto da oltre il 70o7o del congresso: «Noi non siamo comunisti né socialdemocratici né centristi, siamo verdi e basta» Maria Grazia Bruzzone inviata a CHIANCIANO Giuliano Amato al congresso dei Verdi alla fine non è venu¬ to. Ma non per il timore dei fischi che il giorno prima ave¬ vano accolto l'ingresso in sala di Francesco Rutelli, spia dei rapporti difficili del partito ambientalista-new global con l'Ulivo. «Amato non sarebbe stato contestato anche perché sulla guerra è stato più cauto e ai Verdi ha sempre riconosciu¬ to una tradizione non violenta e una coerenza nell'essere con¬ trari», spiega Alfonso Pecoraro Scanio davanti a un piatto di risotto al radicchio. «Giuliano era in mezzo all'Europa, mi ha chiamato: "devo scapicollar¬ mi?", mi ha chiesto. Sarebbe riuscito ad arrivare giusto alla fine ma non me la sono sentita di insistere», racconta Grazia Francescato, rilassata e felice perché finalmente, da presi¬ dente onorario responsabile per i rapporti intemazionali potrà tornare a una «vita nor- mgde» e a fare politica a modo suo, partecipando a mostre e manifestazioni, organizzando gli incontri e i forum coi Verdi d'Europa che sono uno dei nuovi impegni del partito, la¬ sciando a Pecoraro tutte le grane. Il congresso è finito e si è conclusa la fase costituente. Pecoraro Scanio è stato eletto presidente come da copione, con uà maggioranza che ha superato il 70 per cento. Per la prima volta i Verdi non si si sono lacerati in mille «faide tribali» e si ritrovano un parti¬ ta più maturo, dall'apparenza meno scapigliata (banchi e ban¬ chetti e l'antico folklore am¬ bientalista a Chianciano non c'erano più), radicato sul terri¬ torio attraverso le basi eletto¬ rali dei suoi esponenti di spic¬ co (Campania, Roma, Veneto più pezzi di Toscana, Entilia e Lombardia), i molti consiglieri regionali, provinciah, comuna- li, nonché il tramite del nuovo ruolo di «cerniera» che si è assegnato col movimento. «New global - e non no global- perché non antagoni¬ sta ma interessato alla trasfor¬ mazione e a un riformismo serio» l'ha definito il neopresi¬ dente nella relazione di chiusu¬ ra. Un discorso moderato e abile, che è riuscito a tener conto delle varie anime presen¬ ti nel partito, che nella tre giorni di Chianciano si sono manifestate in interventi duri e in altrettanto aspre contesta¬ zioni, a Francesco Rutelli co¬ me a Luca Casarini. Un partito «Verde verde verde», l'ha chia¬ mato Pecoraro, orgoghoso di essersi lasciato alle spalle la vecchia spaccatura fra verdi e «rosso-verdi», «perché noi non siamo né comunisti né social¬ democratici e neppure centri¬ sti cattohci, siamo verdi e basta». Un partito «che deve stare nel mondo, nelle istitu¬ zioni, a tutto campo e realizza¬ re una controproposta a un modello di sviluppo che non ci piace». Un partito che «dovrà essere europeo» («Il 13 dicem¬ bre vedrò i leader verdi d'Euro¬ pa e chiederò l'avvio di un congresso europeo del Partito Verde», ha annunciato Pecora¬ ro). Un partito che non si accontenta neppure di dire no alla guerra all'Afghanistan ma vuole contribuire alla soluzio¬ ne dei conflitti intemazionali dando il proprio contributo nei vertici europei, come ha spiegato, applauditissima, Mo¬ nica Frassoni, mentre Pecora¬ ro ha rilanciato proponendo al centro sinistra una manifesta¬ zione «per uno Stato palesine- se e per la sicurezza di Israe¬ le». Un partito, infine, che ora ha anche una canzone, «Non è amore» di Edoardo Bennato, nuovo testimonial verde pro¬ motore di ritmi «Biorock». Questo partito cerca, chie¬ de, anzi pretende ima sua auto¬ nomia nell'Ulivo, dal quale è tentato di scindersi. In molti l'hanno chiesto, per primo Maurizio Pieroni e il suo grup¬ po («continuare così è solo accanimento terapeutico»). Pe¬ coraro ha voluto prendere an¬ cora tempo. Battersi per un Ulivo «davvero plurale», incal¬ zare gli alleati per non essere più considerati «i figli della serva», come aveva detto Gra¬ zia Francescato. Intanto, strin¬ gere legami con l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro «che va riportato nell'Ulivo», avviare un dialogo con Rifon¬ dazione comunista. Poi si ve¬ drà. Alla fine, insieme agli auguri di Walter Veltroni è arrivato un video di Jeremy Rifkin, lo studioso americano della globalizzazione esponen¬ te di spicco dei no global mon¬ diali A prendere le distanze sono stati invece gli ex. Da Luigi Manconi a Carlo Ripa Di Mea- na, a leader storici come Ron¬ chi, Mattioli, Scalia, Corleone, che hanno disertato le assise. Grazia Francescato ne è spia¬ ciuta: «Avevo insistito molto perché venissero, garantendo loro anche dei posti nell'esecu¬ tivo». I risentimenti antichi hanno pesato. «A differenza del passato darò spazio alle minoranze - promette ora Pe¬ coraro Scanio.- Tutti devono poter dare il loro contributo, ma tanti dirigenti, locali e non, non si illudano di restare a scaldare le poltrone. C'è un gran lavoro da fare e chi non rende sarà sostituito». Il movimento adesso ha anche una canzone «Non è amore» di Edoardo Bennato sarà la colonna sonora dei ritmi «Biorock» Grazia Francescato presidente onoraria Alfonso Pecoraro Scanio placa i congressisti durante l'intervento di Luca Casarini

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