«Una democrazia a misura afghana»
«Una democrazia a misura afghana» IL MINISTRO DEGLI INTERNI DELL'ALLEANZA DEL NORD SUL FUTURO DEL RftESE «Una democrazia a misura afghana» Yunus Qanooni: nessuno deve imporci un modello Non accettiamo altre visioni del mondo quali il laicismo Il nostro sarà uno Stato fondato su un Islam liberale intervista Wolfram Eberhardt e Amo Heissmeyer BONN YUNUS Qanooni, lei è mini¬ stro degh Interni dell'Alle¬ anza del Nord. Qual è la vostra visione di uno stato afghano? «Per prima cosa bisogna por¬ re fine allo scontro militare e capire come è possibile instaura¬ re un dialogo, così come si è cercato di fare alla Conferenza di Bonn». Pensa a una democrazia sul modello di quella occidenta¬ le o a una democrazia di tipo islamico? «Noi voghamo una democrazia che rispetti il modello afghano. Nessuno al mondo ha l'autorità per dirci.come dovrèbbe o non dovrebbe essere. Per prima cosa intendiamo garantire l'unità na¬ zionale sulla base di un Islam liberale. Non accettiamo altre visioni del mondo come il laici¬ smo, il secolarismo o il dominio della religione fondamentali¬ sta». Questo significa che siete contrari a una separazione tra Stato e religione? «Perché ponete questa doman¬ da? L'Islam in cui noi crediamo non è in contraddizione con una pohtica liberale. Il novantanove per cento degh afghani sono musulmani che si battono con¬ tro il fondamentalismo islamico. Non voghamo nessun controllo del pensiero e neanche lo stesso modo di vestire per tutti». All'inizio degli Anni Novan¬ ta è già fallito il tentativo di riportare la pace nel paese. Perché oggi dovrebbe esse¬ re diverso? «Il motivo fondamentale, allora, era l'ingerenza dei pakistani,, che poi hanno dato vita ai tale¬ ban» ' In che cosa si distingue l'Alleanza del Nord dai tale¬ ban? Anche i vostri soldati imperversarono nel paese traill992el996. «I taleban sono devoti a un Islam fondamentalista. Noi no. I taleban voghono procedere a un'esportazione dell'Islam in tutto il mondo. Noi no. I taleban appoggiano la violenza e il, terro¬ rismo intemazionale. Noi no. I taleban favoriscono la separazio- ne tra le diverse etnie del paese. Noi no. I taleban si proteggono dagli infedeli. Noi no». Perché all'inìzio della Confe¬ renza l'Alleanza del Nord si è espressa in modo cosi netto contro l'Impiego di una forza multinazionale in Afganistan? «Il modo in cui gli americani hanno scelto di- collaborare con noi non ci piace per niente. La loro lotta al terrorismo è certa¬ mente efficace, ma nessun solda¬ to americano combatte con noi sulle linee del fronte. Prima di parlare di forze multinazionali di pace bisogna distinguere bene gh ambiti di competenza. In questo momento, in Afghani¬ stan, la sicurezza è garantita e c'è una situazione di pace». Come, potrebbe ripetere? «Dalla presa di Kabul, non c'è più violenza. Truppe straniere potrebbero creare molti più pro¬ blemi di quanti non ne risolve^ rebbero». Lei ritiene in sostanza che gli Stati Uniti una volta catturato Osama Bin Laden e annientata Al Qaeda do¬ vrebbero lasciare l'Afghani¬ stan? «Nel momento in cui in Afghani¬ stan non ci sarà più il terrori¬ smo, gh americani potranno pro¬ seguire la loro guerra in qualsia¬ si altro posto del mondo. Noi voghamo dar vita a uno Stato sicuro, in cui i diversi gruppi etnici possano convivere e ven¬ gano rappresentati». L'Alleanza del Nord accon¬ sentirà a dividere il potere, tuia volta conquistata la gran parte del paese? «Voghamo arrivare a un sistema parlamentare in cui vengano rappresentati i diversi partiti». Saranno rappresentati an¬ che i pashtun, anche se hanno appoggiato i tale¬ ban? «I pashtun sono un gruppo e importante. Devono in ogni mo¬ do entrare nella composizione della pohtica futura». Copyright Focus «Non ci piace il modo in cui gli americani collaborano con noi Devono andarsene appena avranno annientato Al Qaeda» ■- ì m II ministro degli Intemi 'dell'Alleanza Yunus Qanooni a Bonn
Persone citate: Osama Bin Laden, Wolfram Eberhardt, Yunus Qanooni
Luoghi citati: Afganistan, Bonn, Kabul, Stati Uniti
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