Pace a Bonn dopo la grande zuffa di Emanuele Novazio

Pace a Bonn dopo la grande zuffa Pace a Bonn dopo la grande zuffa Domani la firma dell'intesa tra i rappresentanti delle etnie Emanuele Novazio inviato a BONN Non sono bastati cinque giorni come si augurava l'Onu, ma l'accordo alla Conferenza sull'Af¬ ghanistan è «questione di ore», annunciavano ieri a tarda sera fonti delle Nazioni Unite. Un accordo in tre punti e riduttivo rispetto alle ambizioni iniziali, secondo indiscrezioni degh os¬ servatori occidentali presenti al Petersberg, la foresteria del go¬ verno tedesco dove martedì so¬ no cominciate trattative durissi¬ me e altalenanti: le quattro delegazioni nomineranno una «amministrazione ad interim» con poteri esecutivi composta da 20-25 persone; a capo di questo governo provvisorio non ci saranno né l'ex re Zahir Shoah (che avrà comunque un ruolo rappresentativo nelle future isti¬ tuzioni) né l'ex presidente Rab¬ bani, candidato dell'Alleanza del Nord e considerato troppo poco «unificante». Ma, quasi certamente, Ahmed Krizia, vici¬ no all'ex sovrano e alla testa delle truppe anti taleban a Kan¬ dahar. La sicurezza, infine, sarà garantita da una Forza multina¬ zionale che dovrà avere «un chiaro mandato dell'Onu» e «un periodo limitato» di impiego. Ma se questo è il quadro di riferimento di un'intesa raggiun¬ ta grazie alle fortissime pressio¬ ni internazionali e quando la Conferenza era arrivata a un pericolosissimo stallo per le divi¬ sioni emerse all'interno dell'Alle- anza (il gruppo principale domi¬ nato dalle minoranze tagika, uzbeka e hazara), i punti ancora da definire nella notte erano numerosi e cruciali. Dalla com¬ posizione della Forza multina¬ zionale alla spartizione dei posti di governo, che probabilmente non saranno decisi tutti a Bonn: richiesti fino al 70 per cento all'Alleanza, secondo una fonte occidentale. Da suddividersi più equamente secondo un portavo¬ ce dell'ex re: 8 all'Alleanza, 8 al gruppo di Zahir, 2 al gruppo di Peshawar e 2 al gruppo di Cipro (le due delegazioni minori), 4 ancora in discussione, 1 riserva¬ to a ima donna. Le ultime diffi¬ coltà spingevano ieri sera un diplomatico occidentale a ipotiz¬ zare la conclusione soltanto per domani, quando l'accordo sarà firmato alla presenza del cancel¬ liere Schroeder. Meno ottimisti, altri, tra i quali l'americano Dobbins, parlavano di «alcuni giorni». La svolta - in una trattativa che costituisce un significativo successo per gli uomini del re e per l'Onu - è avvenuta nel tardo pomeriggio, quando l'inviato del¬ le Nazioni Unite Brahimi è riu¬ scito a imporre un compromes¬ so: cade l'ipotesi di un Consigho provvisorio, il parlamento previ¬ sto dall'accordo di massima rag¬ giunto da Alleanza e uomini del re. A Petersberg nascerà soltan¬ to il primo governo provvisorio che resterà in carica 2-3 mesi fino alla convocazione della Lo- ya Jirga, l'assemblea dei capi tribali che dovrà costituire un governo provvisorio (due anni), preparare la Costituzione e le elezioni. Quanto alla Forza mul¬ tinazionale, l'impasse è stato superata rinviando decisioni controverse. Conferma l'osser¬ vatore tedesco alla Conferenza, Daerr: l'accordo è «di massima», della composizione si parlerà ' succeasivainente..'Traj.puntì.wi discussione, il rapporto fra af¬ ghani e stranieri, e fra Paesi musulmani e non. Uno dei principali motivi del¬ lo stallo nel quale la Conferenza era precipitata, venerdì, era sta¬ to il rifiuto del leader dell'Allean¬ za del Nord, l'ex presidente Rabbani nel frattempo reinstal- latosi nel palazzo presidenziale di Kabul, di approvare la lista con i nomi dei rappresentanti nei nuovi organismi. Soltanto le pressioni congiunte di Onu, Sta¬ ti Uniti, Germania e Russia lo hanno convinto al compromes¬ so. Ma un ruolo importante nell'ammorbidimento della posi¬ zione di Rabbani lo ha svolto anche il suo rappresentante alla Conferenza Yunus Oanooni, mi¬ nistro degli Interno dell'Allean¬ za. «Alcuni leader a Kabul sono interessati a mantenere il vec¬ chio ordine - aveva dichiarato nella notte -. Se, Dio non voglia, Rabbani non presenterà la lista dei membri dell'amministrazio¬ ne provvisoria, non ci rimarrà che il voto popolare». Segnalan¬ do così l'emergere di ima profon¬ da frattura, all'interno dell'Alle¬ anza, fra la vecchia guardia rappresentata dal tagiko Rabba¬ ni e dal generale uzbeko Do- stum - gli uomini che fra il '92 e il '96 fecero precipitare l'Afgha¬ nistan nella guerra civile - e la generazione dei quarantenni che non vogliono ripetere gli errori del passato. Oltre al tagiko Qanooni, che ha avuto un ruolo chiave alle ..trattative sostenendo.che alia Conferenza sono necessari pro¬ gressi politici e non soltanto simbolici, il ministro degli Este¬ ri dell'Alleanza Abdullah Abdul- 1 lab, pashtun per padre di madre e tagiko per parte di padre; Qassim Fahim, capo dei servizi segreti dell'Alleanza. E Hamid Karzai, grande assente a Bonn, dove ha però inviato un forte appello all'unità nazionale. L'uo¬ mo dell'Onu, secondo fonti occi¬ dentali. Haji Ataullah Alkozai, un leader afghano del «Gruppo di Peshawar», parla alla Conferenza di Bonn

Luoghi citati: Bonn, Este, Germania, Kabul, Russia