La Cia a un passo dallo sceicco dandy
La Cia a un passo dallo sceicco dandy La Cia a un passo dallo sceicco dandy È braccato Saiid, il saudita sospettato di aver finanziato Atta Jacopo lacoboni Ora che la Cia gli dà la caccia e, come scrive il «Times», lo sta brac¬ cando, il misterioso Sheikh Saiid, banchiere e, secondo l'intelligence americana, «paymaster», principa¬ le collettore di denari di Al Qaeda, magari starà ripensando a una del¬ le tante operazioni finanziarie fat¬ te : quella che potrebbe averlo tradi¬ to. E da lì che si può partire per provare a capire chi è l'uomo che l'antiterrorismo americano indica al quarto posto nella lista dei fede¬ lissimi di Bin Laden. L'uomo a cui sono stati congelati gli asset finan¬ ziari e die adesso, con un po' di fortuna, potrebbe portare dritto dritto a Osama. Undici settembre, a New York è l'ima e trenta di notte e le Torri brillano ancora nello skyline accal¬ dato. Dall'altra parte del pianeta, a Dubai, Emirati Arabi Uniti, un uo¬ mo di 33 anni, che (forse) si chiama Mustafa Muhammad Ahmad, si , presenta allo sportello di un ufficio cambi locale, un palazzo dai colori granito argento, per riscuotere del denaro in contante. Quindicimila dollari, una somma discreta ma non tanto alta da destare stupore, in una città commerciale abituata agli scambi e al fruscio del biglietto verde. Sultan bin Nasser al Suwefd, capo della banca centrale di Dubai, ammetterà, dopo, che il conto di Atta era «più occupato» del nonna¬ ie, con frequenti trasferimenti di cifre dai dieci ai quindicimila dolla¬ ri. E aggiungerà che (mei nostro sistema è facile sapere esattamente da dove arrivano i soldi. Gli investi¬ gatori e l'Fbi già sanno tutto». In effetti, la Cia è in grado di dire che quei soldi che Muhammad Ah¬ mad va a ritirare sono stati «spedi¬ ti» da Mohamed Atta e Marwan Al-Sehhi, i due capi del commando che abbatterà le Torri. Arrivano, tecnicamente, da due banche citta¬ dine: una filiale della Citibank, dove ha un conto corrente Atta (fonte: ufficiali degli Emirati). E la sede locale di un istituto londinese, la Hsbc Holdings, dove ha un conto il compagno di Atta, Al-Sehhi. L'impiegato dell'ufficio osserva Muhammad Ahmad, documenti sauditi apparentemente regolari, aspetto impeccabile e modi elegan¬ ti. Quindi, paga. Ahmad, se questo è davvero il suo nome, prende i soldi e, alla lettera, scappa. Secondo la Cia, la sua mossa successiva - forse quel giorno stesso, quindi pochissi¬ me ore prime del crollo del World Trade Center - è salire su un volo da Dubai al Pakistan. La destinazione è Karachi, città da cui Ahmad po¬ trebbe anche essere passato in Af¬ ghanistan. Di lì a pochissimo si scatena l'attacco all'America. Quei 15 mila dollari sono un regalo di Atta a Muhammad Ah¬ mad? No, sono la restituzione di quel che resta di un fiume di dena¬ ro, 100 mila dollari secondo una fonte dell'Fbi, spedito ad Atta da Ahmad almeno un anno prima del¬ l'attacco. Gli investigatori hanno anche trovato un memorandum dove il capo dei dirottatori tiene appuntati i soldi che devono essere restituiti al generoso banchiere. E, a detta del «Times», il denaro fa parte di una dotazione molto più imponente, l'equivalente di 600 mi¬ liardi di lire, che Ahmad avrebbe girato ogni anno ad Al Qaeda: in parte da fondi personali, in parte raccogliendola da finanziatori mu¬ sulmani. Sempre col sistema della hawala, im trasferimento di dena¬ ro manuale che evita pericolosi bonifici intemazionali. Ora che la Cia gh dà la caccia e lo starebbe braccando, è anche possi¬ bile che Muhammad Ahmad o, come lo chiamano in prevalenza i rapporti investigativi americani, Sheik Saiid, abbia scelto un tenore di vita più dimesso di quello, visto¬ so, tenuto ai tempi d'oro di Dubai. Negli Emirati, il giovane sceicco dandy girava in limousine, dormi¬ va solo in appartamenti di lusso e alberghi a cinque stelle, vestiva raffinate grisaglie di foggia occiden¬ tale. Adesso, gli «spioni» americani potrebbero anche sfruttare la sua insofferenza per i disagi di una vita in fuga e l'abilità nelle transazioni: stavolta, c'è da vendere Bin Laden.
Luoghi citati: America, Emirati, Emirati Arabi Uniti, New York, Pakistan
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