Il documento tradisce il «falsario» della cellula di Al Qaeda di Vincenzo Tessandori

Il documento tradisce il «falsario» della cellula di Al Qaeda Il documento tradisce il «falsario» della cellula di Al Qaeda Catturato all'aeroporto di Fiumicino l'egiziano Samir Kishk: un agente cambia una lettera del nome e dal computer esce la foto del ricercato Vincenzo Tessandori MILANO Forse è una dimenticanza o forse una scelta: fatto sta che dal manua¬ le che ogni perfetto «guerriero di Allah» dovrebbe tenere nello zaino, sembrano mancare i capitoli sullo «sganciamento» e sulla valutazio¬ ne del nemico: insomma quello che ricorda tutto ciò che uno deve sapere per tentare la fuga e l'altro, sulla pericolosità dell'avversario. Forse per questi motivi, giorni or sono, alla stazione centrale di Mila¬ no; mentre sale sul treno, arresta¬ no Abdelhalim Remadna, algerino, indicato come segretario-factotum dell'istituto di cultura islamica di viale Jehner. E forse per l'identica ragione, giovedì beccano Yassine Chekkouri, conosciuto come «il Mo¬ naco», marocchino, bibliotecario dello stesso centro e Nabil Benat- tia, tunisino, abile ma neppure troppo, nella falsificazione di docu¬ menti. E sempre per queste lacune, imperdonabili per un terrorista, l'altra sera all'aeroporto di Fiumici¬ no si è fatto prendere Samir Kishk, detto «Hammadà», 46 anni, egizia¬ no: sorpreso nel settore «in transi¬ to», proveniente dal Cairo e diretto a Parigi. Lo ha fregato la certezza di aver in tasca un documento inattac¬ cabile e un poliziotto del controllo passaporti che, consapevole dei li¬ miti del computer capace di ricono¬ scere soltanto ciò che contiene, ha sostituito una «e» con ima «i» e così è saltato fuori il nome dell'uomo ricercato dal 5 ottobre per associa¬ zione per delinquere finalizzata al traffico di armi, esplosivi, aggressi¬ vi chimici, documenti di identità e favoreggiamento dell'immigrazio¬ ne clandestina: quel venerdì era passato attraverso le maglie della rete gettata in primavera dalla polizia -sui membri presunti del Gruppo Salafita per la predicazio¬ ne e U combattimento che, oltre a prosperare in Lombardia, vantereb¬ be filiali in mezza Europa, soprat¬ tutto in Francia. In quella rete, in aprile, era rimasto impighato Essid Sami Ben Khemais, detto «Saber», 30 anni, tunisino, conosciuto an¬ che con i nomi di Umar al Muhajer e Umar al Muhwir: in Italia, a Gallarate, dal '95, titolare di un permesso di soggiorno, ma conside¬ rato il capo dei Salafiti e sospettato di legami più o meno stretti con il ricercato ^numero uno» al mondo, lo sceicco ^audita del terrore. Ecco, felsapere la polizia, «Ham¬ madà» sarebbe il suo braccio de¬ stro. Ma sarebbe anche altro: un falsificatore di documenti che avrebbe distribuito a quelli in par¬ tenza per i campi di addestramen¬ to di Al Qaida; e sarebbe stato lui, nel marzo scorso, il compagno di viaggio di «Saberi) in Francia e Spagna per contattare i militanti del gruppo. Quando lo hanno bloc¬ cato, racconta Febee Ferlizzi, diri¬ gente di Polaria di Fiumicino, è rimasto «impassibile, muto, anche quando gli abbiamo chiesto se vo¬ lesse avvertire qualcuno. Ha detto che non gli serviva nulla. L'abbia¬ mo portato in una camera di sicu¬ rezza, quindi il trasferimento a Milano. Vorrei aggiungere che le forze dell'ordine fanno del loro meglio per affrontare l'emergenza terrorismo. I controlli sono assai severi, i cittadini possono stare trariqtdlli»,; Insomma, si precisa, Kishk Sa¬ mir non è uno qualunque, ma «una figura di pruno piano)^ e ja cattura equivale a «un duro colpo inferto alla complessa struttura terroristi¬ ca che, dalle basi del nord Italia, si dirama in molti Paesi europei rap¬ portandosi direttamente con refe¬ renti di Osama bin Laden». Dun¬ que, appare doveroso oltreché giu¬ stificato (di più vivo compiacimen¬ to per la brillante operazione» espresso da Claudio Scajola, mini¬ stro degli Interni, a Gianni De Geimaro, capo della polizia. Così, fra i personaggi di questa nebulosa i cui contomi sono stati indicati anche dagli States e che partirebbe dall'Afghanistan taliba- niSÈato per spazzare'TOccidénte, con punti di riferimento pure a Milano, manca Abdelkder Es Sayed, rimaiii.di. via Quarantina Milano, sospettato di essere mèm¬ bro del Jihad, sodale di Rifai Ah- med Taha, indicato come il capo della Jamaa Islamya e ideatore della strage di turisti a Luxor. Un cerchio che si chiude? Vedremo. Domani mattina, al palazzo di giu¬ stizia di Milano, incominceranno gli interrogatori dei presunti «guer¬ rieri di Allah» bloccati negli ultimi giorni. Ma forse il meccanismo si bloccherà prima ancora di mettersi in moto perché, sottolinea l'avvoca¬ to Lucio Bauccio, difensore di due arrestati, «fino a domani non potre¬ mo avere accesso agli atti: li ho chiesti alla cancelleria del giudice per le indagini preliminari ma ho ricevuto un netto rifiuto. Questo vuol dire che non saremo in grado di rispettare il nostro mandato difensivo». Non meno risentita l'eco che arriva dall'avvocato Anto¬ nio Nebuloni: «Si tratta di una situazione inaccettabile perché non potremo oi^anizzare la difesa, un diritto sancito dalla Costituzio¬ ne». OJJt Nell'attesa, il clima si arroventa e Carla De Albertis, consighere comunale di An a Palazzo Marino, anonlètìi altri eaiteiglièri dèi parti¬ to rinnova la richiesta di sbaracca¬ re viale Jenner, anche se, garanti¬ sce, «la libertà di culto è nel nostro dna e non si discute. Ma tolleranza non significa resa». Non c'è accor¬ da unanime e il vice-sindaco, Ric¬ cardo De Corato, assicura che non tutti quelli di An sottoscrivono la richiesta. Insomma, anche in que¬ sto caso, megho dare tempo al tempo. Il ministro Scajola si congratula con il capo della Polizia De Gennaro «L'uomo è sospettato di essere una figura di primo piano dell'organizzazione, per gli estremisti sarebbe un duro colpo» A sinistra, Samir Kishk, detto «Hammadà», 46 anni, egiziano: sarebbe il braccio destro del capo cellula Essid Sami Ben Khemais'. Sopra, controlli all'aeroporto dì Fiumicino ~