Venture capitalist cercasi

Venture capitalist cercasi Venture capitalist cercasi Ragionevoli incentivi per attirare a Torino gli investimenti nelle aziende high-tech QUALCHE tempo fa su que¬ sto giornale avevo scritto una cosa molto sensata, ma che ad alcuni era parsa avventata: e cioè che mai come adesso è l'ora giusta per investire in start-up tecnologiche. Il perché è presto detto: finita la bolla speculativa, si può investire su progetti più sensa¬ ti, con tempistiche di ritomo meno mirabolanti ma anche più ragione¬ voli e dunque sicure, con costi di strutture e personali ridotti. In altri termini, non si investe più in qualunque cosa sapendo che una su cento sarà così redditizia da ripagarti in un paio d'armi tutto il resto. Le logiche temporali e di ritomo percentuale sono già oggi più normali, dunque più sicure ed efficaci sul piano del sistema eco¬ nomico generale. Sono stato felice. di leggere sul supplemento econo¬ mico del «Corriere della Sera» di un paio di lunedì scorsi la stessa tesi sostenuta da un esperto ameri¬ cano di venture capital. E scopro oggi da una newsletter elettronica che nonostante la guerra e tutto il resto, nelle ultime sei settimane nei soli Stati Uniti sono stati inve¬ stiti in venture capital per aziende high tech la non disprezzabile cifra di 500 milioni di dollari la settima¬ na. La notizia è buona soprattutto perché si spera che il trend si possa trasferire presto anche in Europa, e dunque in Italia, e perché no Hallfl nostre parti. Se così fosse, eviteremmo di annunciare la nasci¬ ta del nostro distretto tecnologico privo di una gamba (e che gamba): i soldi, appunto. L'ho detto più volte, e lo ripeto: oggi Torino è realmente competitiva su molti piani: possiamo offrire infrastrut¬ ture buone a prezzo competitivo, grazie al Politecnico sforniamo ogni anno bravissimi giovani inge¬ gneri, materia prima fondamenta¬ le di ogni azienda high tech, abbia¬ mo banda larga a sufficienza per i palati più fini. Ma se oggi a me viene una formidabile idea di busi¬ ness dove credete che debba anda¬ re per trovare un partner finanzia¬ rio? Come minimo, a Milano. E a forza di andarci, va a finire che a Milano ci resto. Ora, i venture capitalist sono come qualunque altra azienda: o nascono per caso, o nascono in un contesto favorevole. Poiché a Tori¬ no per caso non ne nascono, è necessario creare un contesto favo¬ revole: attiriamoli in città offren¬ do loro contributi in termini di parziale copertura dei costi. Maga¬ ri ima banca londinese a Torino non ci pensa', ma se scopre che avere un suo uomo in città gli può costare molto poco, e in cambio può occupare un potenziale spazio di mercato, allora il gioco può valere la candela. E se vale per uno può valere per altri. 0 pensiamo che siano sufficienti i fondi pubbli¬ ci per creare la svolta? Adréatit* Marconetto

Persone citate: Marconetto

Luoghi citati: Europa, Italia, Milano, Stati Uniti, Torino