La sinistra e gli ebrei idi pace

La sinistra e gli ebrei idi pace COMUNITÀ ISRAELITICHE D'ITALIA. LA STAGIONE DELLA SECONDA REPUBBLICA COMINCIA IL 13 SETTEMBRE DEL '93 QUANDO RABIN E ARAFAT SI STRINGONO LA MANO La sinistra e gli ebrei idi pace Con il riconoscimfì'nto da parte israeliana dei diritti dei palestinesi cambia lo scenario, l'autocritica dell'ex Pei sull'antisionismo favorisce una nuova atmosfera di cui si giova Rutelli nella corsa al Campidoglio Maurizio Molinari ROMA PER gli ebrei italiani la stagio¬ ne della Seconda Repubblica inizia il 13 settembre 1993, quan¬ do sul prato verde del giardino deUe Rose della Casa Bianca il premier israeliano, Yitzhak Ra- bin, ed il leader palestinese, Yas¬ ser Arafat, si stringono per la prima volta la mano suggellando il riconoscimento reciproco degh accordi di Oslo. Fino a quel mo¬ mento nella vita pohtica della Repubblica la posizione degh oltre trentamila ebrei italiani era stata quasi obbligata: impossibile anda¬ re a destra dove c'era il Msi fondato dai reduci della Repubbli¬ ca filo-nazista di Salò; diffìcile identificarsi'con la De trattandosi' di un partito confessionale; lace-' rante il rapporto con le sinisi eredi della Resistenza ma con* zionate durante la Guerra Fred con sfumature differenti, di posizioni ideologicamente antis: niste dell'Urss. Per la gran paite degh ebrei italiani l'unica sci era votare per i partiti laici ' Ph, Psdi, radicali) che non appi ne vano a nessuna Chiesa, sosftn vano le ragioni di Israele in ca estera in nome dello scliera mento filo-occidentale e ccndan- navano senza remore ogni mitismo, fosse dei militari ni, dei regimi arabi o de sovietico. Il 13 settembre 1993 edmbia lo scenario politico. La scem di Ra- bin di riconoscere i dritti dei palestinesi ha un forte/impatto sulla sinistra italiana. Seti Pei con Giorgio Napolitano, Piero Fassino ed AcMHé Occhetto atóv/ compiu¬ to dopoilJL991 t annpdi dsspluzio-; ne dell'Urss - una primaaùtocritii- ca sulle crociate antisimiste con¬ dotte in passato ora Km ha più remore neh'apertura a : sraele. E il via libera alla ricompos izione del¬ l'intesa fra sinistra e|l ebrei. Il primo a giovare degh effetti della nuova atmosfera è Francesco Ru- telli, nella corsa a sindaco di Roma del 1992. Viene accolto e poetato in trionfo da migliaia di ebrei in strada a Portico d'Ottavia. Venuti meno per effetto di Tangentppoh i partiti laici e la De gh eprei si trovano di fronte alla scelti fra la sinistra non più filosovietica ed antisionista e uno schierimento di destra dove ci sono/ancora simboli e nomi deh'Msi. Il risulta¬ to è Un voto di massa p^r le liste del centro-sinistra sia alte elezioni politiche del 1994 che aquelle del 1996. L'unica eccezion|è Milano, dove i buoni rapporti di vecchia data di Silvio Berlusconi con la locale comunità apronp una brec¬ cia pohtica, portano voti a Forza Itaha ed aiutano il leghista For- mentini a diventare sindaco. Il caso di Milano he vm forte valore simboheo: perla prima dal 1945 gh ebrei tornano a votare a destra, per una destra non fascista ma sempre a destra. Gh ebrei italiani non si fidano ancora deha svolta di Alleanza Nazionale ma su Fo|r- za Italia e Ccd le remore svanisco¬ no: in molte case cade il tabù della destra nato con le Leggi Razziah del 1938, volute da Mussolini e promulgare dalla monarchia Savo¬ ia. Ad accendersi che spira; un vento nuovo è un diplomaticp di razza, l'anibasciatore d'Israele a Roma, Avi Pazner. AU'inizio del 1995, al tennine del lungo manda¬ to, durante una conferenza a to¬ ma, svela con sempheità quanto sta avvenendo: «Oggi come riai prima in Itaha gh ebrei ed Isra ile danno amici e trovano ascoltcj a sinistra come a destra; nessuno dei due schieramenti politici ci è ostile». Le conferme arrivano mi mesi seguenti. Nasce l'Associazù - ne parlamentare di Amicizia Itali! - Israele con deputati e senatori eli entrambi i campi. Quando runic|- ne Giovani Ebrei Italiani organh- za il suo primo congresso naziona¬ le vi è un oratore per schieramene to, a fianco di Giorgio Napolitano c'è Giuliano Urbani. La morte di Rabin il 5 novembre 1995 Viene titolata in prima pagina daU'irnifà ed II Secolo d'Italia con la aessa parola: Shalom. Resta il nodo dei rapporti con Alleanza Nazipnale ma nell'Itaha bipolare il dulogo con il centrodestra è iniziato. | La coincidenza fra gh accordi di Oslo e l'inizio della stagione del bipolarismo pone gh ebrei itahani di fronte ad una realtà nuova: nessun interlocutore è n'ecluso, tutti si dicono interessati ad ascol¬ tare e sostenere le ragioni di Israe¬ le; E' in questa cornice che si afferma un nuovo modo di fare politica dentro le Comunità. Non più' votando per questo o quel partito o candidato ma chiedendo sejiza remore agh opposti schiera- mèntì. di essere ascoltati su que¬ stioni concrete. 'I Nell'estate del 1995 il sindaco df Roma, Francesco Rutelli, ebbe lidea di dedicare una piazza citta- ttina a Giuseppe Bottai, già mini¬ stro durante il fascismo, coinvolto bell'applicazione deUe Leggi Raz- '/ziali. Il presidente del Bene Berith /romano -un'associazione diassi- 1 sterna ebraica nata a fine Ottocen¬ to - Guido di Veroh intavolò con Rutelli una deheata trattativa, affiancato da Dario Coen, di «Euro¬ pa-Israele», e Riccardo Pacifici, consighere della Comunità, per. chiedergli di tornare sui suoi pas¬ si. Rutelli accettò di partecipare ad una riunione del Bene Berith all'Istituto Pitighani: l'ultimo ten¬ tativo di difendere la proposta di «Largo Bottai» fallì quando inter¬ venne Bruno Zevi, che imputò al sindaco mancanza di memoria storica. L'anno dopo fu la volta del caso-Priebke: in prima linea ancó¬ ra Coen e Pacifici, entrambi poco più che trentenni, trattarono du¬ rante tutta la notte fra U 1 e 2 agosto con il ministro deha Giusti¬ zia Giovanni Maria Fhck per non far rimettere il libertà l'ex SS e ci riuscirono, conquistandosi anche la sua amicizia. Coen viene da una famiglia laica, attivo in numerose organizzazioni ebraiche, nipote di un anarchico anconetano, passato per la Voce Repubblicana e pur lavorando nel commercio ha, co¬ me ripete spesso, la passione per «la pohtica per far coicidere gh interessi dell'Italia e di Israele»: è lui che ha accompagnato Berlusco¬ ni e Rutelli in visita ufficiale in Israele, a pochi mesi di distanza, alla vigiha delle ultirrie politiche. «Israele è l'interlocutore naturale dell'Italia nel Medio Oriente trat¬ tandosi di una democrazia sohda con un'economia avanzata, in co¬ mune i due Paesi hanno non solo i valori ma l'interesse a promuove¬ re stabilità e prosperità nel Medi¬ terraneo e - sottolinea Coen - questo è vero indipendentemente da chi governa in Itaha». La sua equidistanza fra Polo e Uhvo è parallela a quella che la Comunità di Roma ha osservato nel duello per la guida del Consigho comuna¬ le fra Walter Veltroni e Antonio Tajani. Le gare per Palazzo Chigi e per il Campidoglio si sono svolte fra concorrenti ugualmente atten¬ ti alle ragioni degh ebrei ma con accenti differenti: più antifascista il centrosinistra, più vicino a Israe¬ le il centrodestra. «Siamo stati e restiamo neutrah ma non indiffe¬ renti» riassume Leone Paserman, presidente deha Comunità di Ro¬ ma. Ovvero: si vota in base a ciò che i candidati dicono e fanno, ogni ebreo detide chi sceghere. «Non rinunceremo ai valori antifa¬ scisti per difendere Israele - dice Riccardo Pacifici - ma neanche alla difesa di Israele per i valori antifascisti». L'imparzialità pohti¬ ca è anche l'eredità che Toaff lascia: «Gh ebrei devono essere e restare di sopra dei partiti, mai farsi coinvolgere». Il comune im- pegno di Polo e Uhvo contro razzi¬ smo ed antisemitismo rende cru¬ ciale la questione del Medio Orien¬ te. «Dahe forze pohtiche ci aspet¬ tiamo che riconoscano i valori democratici che accomunano Ita¬ ha e Israele - sottolinea Paserman - e che chiedano ah'Autorità pale¬ stinese di porre fine al terrori¬ smo». Da qui il fatto che Rifonda¬ zione è l'unico partito con cui il dialogo è proibitivo. Durante i governi Prodi, D'Ale- ma ed Amato l'ebraismo italiano, con Tullia Zevi prima e Amos Luzzatto poi, ha trovato ascolto ed interlocutori, sia nella maggio¬ ranza che nell'opposizione. Ma in maniera alterna e su argomenti differenti. L'Uhvo ha guidato gh sforzi che hanno portato alla pro¬ clamazione del 27 gennaio «Gior¬ nata della Memoria» deha Shoà di sei milioni di ebrei trucidati dai nazisti. Il Polo si è distinto nella solidarietà ad-Israele aggredita dal terrorismo della seconda Inti¬ fada e nella campagna per la scarcerazione degh ebrei iraniani imprigionati a Shiraz ed Ishfan. La vittoria del centrodestra non ha mutato la situazione ma ha portato in primo piano la questio¬ ne aperta di Alleanza Nazionale. Negh anni passati Gianfranco Fini ha aperto un varco con gli ebrei itahani grazie al Congresso di Fiuggi ed salotto romano di Mau¬ ro Bevilacqua ma è soprattutto la posizione del govemo di Israele a giovargh: i governi di Gerusa¬ lemme danno da tempo un giudi¬ zio positivo sulla rottura di An con le radici fasciste del Msi. Gh ebrei itahani sono più prudenti e per il momento restano alla finestra, nella memoria cohettiva è indele¬ bile l'ombra di camice nere e repubblichini che razziavano gh ebrei a fianco dei nazisti. Ciò non toghe che le bandiere di An e di Israele fianco a fianco a Piazza del Popolo durante l'Usa Day sono un segno dei tempi: se il nemico è il terrorismo fondamentahsta isla¬ mico ci si trova dalla stessa parte, tantopiù se alla parallela manife¬ stazione dei No Global si bruciano le bandiere con la Steha di David. «Il dialogo di An con noi passa attraverso l'ammissione da parte loro - tiene a precisare Luzzatto - deha responsabilità pohtica e mo¬ rale del fascismo e deha Repubbli¬ ca cohaborazionista di Salò, da cui nacque l'Msi, per i crimini com¬ messi in Italia contro gh ebrei perché fanno parte deha Storia dell'Olocausto». Il paradosso vuo¬ le tuttavia che nel chiedere ad An di fare i conti con la Repubblica di Salò gh ebrei itahani siano soh. Pur essendo centrosinistra e cen¬ trodestra interlocutori a tutto campo del mondo ebraico, gh ebrei appaiono isolati su una que¬ stione che riguarda la memoria e l'identità del Paese. «L'atmosfera deha riconciliazione nazionale fra destra e sinistra che ha segnato la nascita deha cosidetta Seconda Repubblica ha sacrificato la me¬ moria storica» osserva Amos Luz¬ zatto. L'equiparazione fra i parti¬ giani ed i giovani di Salò, oramai ricorrente nel linguaggio politico del Paese, è inaccettabhe per gh ebrei perché i partigiani combatte¬ vano il nazismo e i repubblichini lo, sostenevano. Fra i pochi a comprendere queste ragioni c'è statò Massimo D'Alema die inter¬ venendo nehe vesti di premier al Congresso di Stoccolma sulla me¬ moria dell'Olocausto il 26 gennaio del 2000 disse: «Pochi sanno che anche l'Italia ha delle responsabili¬ tà nell'Olocausto degh ebrei». In¬ frangendo così per la prima volta il mito degli itahani «tutti brava gente» durante le persecuzioni razziah. (3-Fine. Gii articoli precedenti sono usciti il 22 e il 27 novembre) ? L'Ulivo ha promosso l'istituzione del giorno della memoria, il Polo si è distinto nella solidarietà per la seconda Intifada Ragazzi in corteo a Milano il 27 gennaio scorso perii «Giorno della memoria»