Masera: stiamo attenti di Federico Monga

Masera: stiamo attenti Masera: stiamo attenti «Briglie salde alla globalizzazione» Federico Monga TORINO T paesi in via di sviluppo non possono ■^JL farcela da soli». E' l'incipit, convinto e fermo, della lezione magistrale del presidente del Sanpaolo Imi Rainer Masera di fronte alle autorità accademiche torinesi che lo hanno appena insignito di una laurea honoris causa in Scienze Intemazionali e Diplomatiche. Il ban¬ chiere sposta subito l'attenzione verso «quei paesi che attraversano una fase di enorme sviluppo demografico con sempre minori risor¬ se. Risorse che negli ultimi anni sono arrivate sotto forma di investimenti esteri connessi, in forme e modalità diverse, al processo di globaliz¬ zazione e che ora si stanno progressiva¬ mente azzerando, soprattutto dopo i terribili fatti dell'I 1 settembre scorso». E poi indica il per¬ corso da seguire: «Oggi è particolar¬ mente urgente defi¬ nire un programma di flussi, pubblici e privati, per dare a questi paesi una speranza concreta di progr^so, per contenere e ribaltare una situazione che rischia di divenire esplosiva, soprattutto in quelle aree dove alle difficoltà economiche si aggiungono complesse situazioni politiche e tensioni di ordine religioso». Il presidente di Sanpaolo IMI lancia una proposta che parte da globalizzazione, fonte di inaccettabili divari fra le aree ricche e le aree povere del mondo se lasciata senza briglie, ma che può trasforaiarsi in uno strumento di sviluppo economico e civile per i paesi più deboli, a patto che vengano adottatigli opportu¬ ni cambi di rotta. I correttivi si traducono soprattutto in obiettivi di redistribuzione, che però non implichino né un ritomo al passato né la demonizzazione del mercato. Masera lancia quindi la sua proposta affin¬ ché «i paesi del G7 predispongano con urgenza un programma per la crescita sostenibile mon- «I paesi in via di non possono faurgente un progpubblici e privatuna speranza ve viluppo- cela da soli: amma di flussi per dar loro a di progresso» diale a favore delle aree meno prospere, parten¬ do dalla fascia di paesi che si affacciano sulla sponda meridionale del Mediterraneo, un pro¬ gramma che preveda flussi pubblici e privati nell'ordine dell' 1 -30Zo del Pil degli Stati più ricchi. Uno sforzo, questo, relativamente modesto - ha aggiunto - se confrontato con la perdita di ricchezza finanziaria della Borsa rispetto ai massùni di aprile 2000». Accanto a misure per creare un sistema di commercio multilaterale aperto e accanto ad iniziative di micro-credito nei paesi più poveri, sarebbe inoltre necessario canalizzare risorse - attraverso organismi come Banca Mondiale, Bei e Bas,- volte alla realizzazione delle infra¬ strutture, nonché flussi privati sia per il co-fi¬ nanziamento delle iniziative infrastnit¬ turali stesse con tec¬ niche di project fi¬ nance, sia per l'inve¬ stimento diretto in iniziative imprendi¬ toriali. A fronte di questi interventi, i Paesi cui è rivolto il pro¬ gramma dovrebbe¬ ro assicurare l'adozione di canoni politici .irri¬ nunciabili (lotta al terrorismo, rispetto dei diritti delle persone, standard minimi di imple¬ mentazione di regole democratiche, da concor¬ dare ad esempio a livello di Nazioni Unite), di sane pohtiche macroeconomiche e di un model¬ lo di riferimento dell'economia centrato su un sistema di imprese operanti su mercati aperti e interdipendenti. «E' un programma - ha concluso ancora il numero uno della banca di piazza San Carlo - che va accompagnato'da un pieno rispetto dei valori locali culturali, etnici, linguistici, sociah e religiosi, i quali sono, a mio avviso, non l'antitesi del processo corretto dì globalizzazio¬ ne, ma suo necessario complemento. D'altra parte è sempre più evidente che il benessere dei paesi più ricchi non può essere circoscritto in confini angusti, sia sotto il profilo geografico, sia sotto quello del numero delle persone». «I paesi in via di sviluppo- non possono farcela da soli: urgente un programma di flussi pubblici e privati per dar loro una speranza vera di progresso»

Persone citate: Masera, Rainer Masera

Luoghi citati: Torino