«Tutti in pensione a 65 anni» di Enrico Singer

«Tutti in pensione a 65 anni» RAPPORTO DI BRUXELLES SUL FUTURO DELL'ECONOMIA. BISOGNA REALIZZARE UNA MAGGIORE INTEGRAZIONE FRA I MERCATI FINANZIARI «Tutti in pensione a 65 anni» La Commissione Uè insiste: riforma necessaria Enrico Singer corrispondente da Bruxelles - Se in Italia il governo mantiene le sue aspettative di crescita per il prossimo anno al 2,3 per cento, da Bruxelles la Uè confer¬ ma una previsione molto meno ottimistica - esattamente un punto percentuale in meno - e invita a intervenire in quattro settori-chiave per rimettere su binari sicuri la marcia dell'eco¬ nomia europea. Primo fra tutti il sistèma pensionistico che va an¬ cora riformato, perché l'invec¬ chiamento della popolazione si annuncia come «la sfida più grande dei prossimi anni», per usare la parole degli esperti che hanno realizzato le 258 pagine della «Rassegna dell'economia europea». Il documento, pubbli¬ cato ieri, rappresenta fi testo fondamentale di indirizzo econo¬ mico della Commissione e, que¬ st'anno, ha un sottotitolo signifi¬ cato; investire nel futuro. L'analisi dell'andamento del 2001 non si discosta da quella contenuta nelle «previsioni d'au¬ tunno» illustrate appena la scor¬ sa settimana: il rallentamento della crescita, il peggioramento del deficit aggregato di Eurolan- dia, la situazione allarmante del¬ l'economia tedesca, il giudizio meno preoccupato per i risultati dell'Italia, sia pure sempre vena¬ ti da un rapporto deficit-Pil che non è in linea con gli impegni del patto di stabilità. Ma la parte più interessante del voluminoso rapporto è quella che individua le fragilità del sistema economi¬ co europeo e che suggerisce le soluzioni da adottare su pensio¬ ni, investimenti, mercato finan¬ ziario, settore delle tecnologie. Eccole, punto per punto. PENSIONI, La riforma del sistema è necessaria. Nonostan¬ te le modifiche già attuate nei diversi Paesi, la situazione sarà presto insostenibile per i bilanci pubbUci e per l'insieme dei risul¬ tati economici di Eurolandia. Il dato di partenza è questo: tra il 2000 e il 2040 il rapporto tra le persone con più di 65 anni e quelle in età di lavoro passerà dal 24 al 49 per cento. E l'Italia, in particolare, già dal 2010 sarà il Paese della Uè dove si vive di più: un record molto positivo, certo, ma che impone anche l'aggiornamento del sistema pensionistico. Il rapporto passa in esame le possibili soluzioni - dalla riduzione delle prestazioni all'aumento dei contributi - e conclude che la «strada mae¬ stra» è l'innalzamento dell'età pensionistica. Oggi la media europea dei pensionamenti è a 60 anni e la Uè ipotizza alzare la soglia a 65. Si otterrebbero tre risultati; un risparmio per le casse dello Sta¬ to, un mantenimento di reddito per i lavoratori, una minore pressione contributiva. Con un quarto risultato indotto, non meno importante; una spinta alla crescita perché produttività e consumi della popolazione over 60 attiva sarebbero più alti. Gli esperti della Uè hanno calco¬ lato che, per ogni anno di lavoro supplementare, la spesa pubbli¬ ca è ridotta di un punto percen¬ tuale del Pil. La spesa previden¬ ziale media crescerebbe dall'at¬ tuale 10,5 per cento del Pil al 13,4 nel 2050, contro il 17,6 previsto a politiche invariate. E la quota dei contributi passereb¬ be dall'attuale 16,1 per cento dei salari al 20,5, contro il 27 per cento in assenza d'interventi. INVESTIMENTI. Alla fine de¬ gli Anni '90, con il mighoramen- to della situazione economica, la crescita degli investimenti è ri¬ presa uguaghando i risultati rag¬ giunti durante l'espansione eco¬ nomica della fine degli Anni '80. Tuttavia la crescita degli investi¬ menti si è arrestata di fronte alla recente crisi. Per la Uè questi ultimi dati mediocri «non si spiegano dai fondamentali ma¬ croeconomici» che restano buo¬ ni e «suggeriscono piuttosto che mercati dei prodotti e del lavoro più flessibili dovrebbero incenti¬ vare gli investimenti». MERCATI FINANZIARI. La Uè chiede maggiore integrazio¬ ne. L'introduzione fisica dell'eu¬ ro faciliterà il compito, tuttavia il rapporto nota che «la portata dell'integrazionenei diversi set¬ tori dei mercati finanziari non è uniforme» e che l'integrazione «è lungi dall'essere completa». Tre le proposte: accelerare il piano d'azione per i servizi fi¬ nanziari, adottare il piano Lamfalussy sui mercati aziona¬ ri, attuare un dispositivo adegua¬ to per la vigilanza'transfrontalie- ra. L'IMPATTO DELLE TCI. Le tecnologie di comunicazione e informazione, nella Uè, si sono sviluppate meno che negli Usa, ma restano un «fattore trainan¬ te». La produzione e l'utilizzo di nuove tecnologie informatiche, però, non bastano a rilanciare questo settore così importante. E' necessaria la formazione del capitale umano e per questo la Uè propone incentivi perché, dalla scuola ai luoghi di lavoro, si investa nella preparazione all'innovazione tecnologica. Romano Prodi

Persone citate: Lamfalussy, Romano Prodi

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Usa